Laura
Il mese di Ottobre è il mio preferito, l'aria diventa fresca, il sole sopportabile, le giornate libere dal caldo afoso dei mesi scorsi, ed il mare...beh il mare assume un fascino irresistibile.
I suoi colori racchiudono mille emozioni,
le sue onde mille stati d'animo,
il suo suono mille sussurri inquieti.
Questo è il mio posto preferito, qui mi sento davvero bene, seduta sulla sabbia, mentre ad occhi chiusi sorrido al sole che tramonta mentre il vento fresco alleggerisce i miei pensieri, le mie paure ed i miei ricordi...
Il suono del cellulare mi ridesta dai miei sogni, lo prendo dalla tasca del mio giacca di pelle e subito rispondo
"Susy, dimmi"
"Ma quando vieni, mamma si sta preoccupando" sorrido
"Arrivo subito, scusa, non ho guardato l'ora" mi alzo ed inizio a scrollarmi via la sabbia dal pantalone
"Vai piano, lo sai che mamma si preoccupa quando sei con la moto" sorrido,
"Dì alla zia che arrivo subito." E chiudo la chiamata, salgo sulla mia XT660, guardo il mare e... li saluto e può sembrare strano ma la folata di vento che mi accarezza il viso, sento che è la mia risposta. Sorrido, infilo il casco, accendo la moto e parto.
Alessandro
Non so neanche io quello che sto facendo, e la rabbia che provavo fino a ieri è scomparsa lasciando spazio ad un senso di leggerezza e libertà mai provata prima, sicuramente non sarà facile, ma è qualcosa di cui ho bisogno, ed anche se non me lo sono sentito dire da nessuno, me lo dico da solo: sono fiero di me.
Sto preparando le valigie quando mi squilla il cellulare, guardo lo schermo, è Luigi, rispondo.
"Cugino, non vedi l'ora di vedermi, sii paziente" dico ridendo.
"Alessandro, lo sai benissimo, la mamma si preoccupa di tutto, vuole sapere se sei pronto per la partenza" sorrido perché avrei voluto che mia mamma si preoccupasse per me come invece fa mia zia, saranno pure sorelle, ma non si somigliano per niente.
"Dì a zia che è tutto pronto, non si deve preoccupare"
"Mamma vuole sapere perché non vuoi rimanere qui da noi, è molto dispiaciuta, non c'è modo di convincerti a cambiare idea?"
"No, ho già prenotato un posto per dormire, ma dille che niente al mondo mi terrà lontano dalla sua cucina, non vedo l'ora di mangiare con tutti voi per deliziarmi con i suoi manicaretti"
"Okay, allora a domani"
"Si, a domani"
Laura
Suono al campanello, è Susy ad aprirmi e mi stringe in un forte abbraccio, entriamo in casa e subito si sente un odorino invitante, zia Maddy non si batte ai fornelli. Entro in cucina, la osservo un po' bassina e con qualche chilo in più mentre lavora frenetica ai fornelli "Che profumino..." e Maddy corre ad abbracciarmi.
"Laura tesoro mio, vieni qui, fatti abbracciare. Ancora non hai venduto quella trappola? Non è un mezzo di trasporto adatto ad una signorina. E poi saperti in giro su quell'affare non mi fa stare tranquilla". Mi poggio una mano sul petto con fare teatrale.
"Zia Maddy, così mi ferisci, lei è la mia bambina." Dico sorridendo. Lei mi liquida con un gesto della mano e si gira per ritornare ai fornelli.
"Andate a preparare la tavola". Ci ordina.
Entriamo in sala da pranzo e trovo Luigi seduto sul divano, si alza e viene a salutarmi, io e Susy prepariamo la tavola ed entra anche Bruno, il papà di Susy e Luigi, appena mi vede si avvicina e mi bacia la guancia e poi senza farsi sentire dalla moglie, mi sussurra.
"Prima o poi dovrai portarmi a fare un giro su quella moto" rido di gusto
"Si, così a zia le prende un colpo".
Appena finiamo di preparare la tavola, Maddy porta in tavola la prima portata, e dopo aver assaggiato la sua pasta ai funghi porcini, le faccio come al solito i miei complimenti.
Quando sono qui mi sento come a casa mia, anche se non sono miei parenti, sento chiaro il loro affetto verso di me.
Susy è mia amica dai tempi dell'asilo, e Maddy era molto amica di mia madre, potrei ricordare mille feste passate insieme, sotto l'albero di Natale, vacanze estive, ma non posso perdermi nei ricordi ora, perché a volte anche quelli fanno male.
Arriviamo al dolce e anche se sento che sto per scoppiare, non rinuncio mai al dolce, i miei fianchi un po' larghi ne sono la prova.
"Laura, domani arriva mio nipote dall'America, unisciti a noi per cena" mi dice Maddy.
"No zia, grazie ma domani avrò parecchio da fare in hotel, abbiamo diversi arrivi, starò lì tutto il giorno" le rispondo gentile, ma lei non demorde.
"Laura, lo so che non sei a tuo agio quando ci sono altre persone, ma mi farebbe davvero piacere averti qui, inoltre si potrebbe dire che sia più tu una di famiglia che lui, non lo vedo da quando aveva poco più di qualche mese di vita. Solo Luigi lo ha visto negli ultimi anni,"
"Si, mi faceva comodo un cugino in America per le mie vacanze" si intromette Luigi.
"Okay zia, ci proverò" sorrido a zia, sapendo di averle detto una bugia, o non si sarebbe mai arresa.
Susy mi conosce bene, lei accetta questo mio modo di essere, anche se non lo condivide. Sa che se vengo a mangiare a casa sua una volta a settimana è perché loro sono la cosa più vicina ad una famiglia per me. Mi piace restare da sola, le uniche persone che mi piace avere intorno sono loro, a parte quando lavoro. A lavoro ho la mia bella ed impeccabile maschera, perché un direttore d'albergo deve saper intrattenere gli ospiti e colloquiare amabilmente con tutti. Questo mi hanno insegnato i miei genitori, e loro lo facevano in modo egregio, loro erano eccezionali.
A fine serata saluto tutti e Maddy mi attende vicino alla porta, mi stringe forte,
"Ti aspetto domani sera"
"Zia, non ti prometto niente, ci provo"
"Tu comunque lavori troppo, sei la proprietaria, dovresti trovarti un direttore. È da troppo tempo che non ti prendi una vacanza, è da..." si ferma, anzi si blocca di colpo guardando la mia espressione dura, non lo faccio apposta, è più forte di me, ogni emozione sparisce dal mio viso, ne rimane solo una maschera fredda e vuota. Il suo viso esprime scuse, ma non le dò il tempo di parlare, non voglio che si scusi, non ne ha motivo, mi abbasso le bacio la fronte, e vado via, salgo sulla moto e scappo via.
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Voglia di libertà o paura di amare
RomanceUna storia d'amore difficile. Lei troppo chiusa, troppo coperta da una salda corazza che si è costruita nel momento in cui è rimasta sola. Non permette a nessuno di scalfirla. Vive la sua vita dedicandosi al lavoro, è l'unica cosa che è sicura non p...