Capitolo 2 - Sandwiches

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Avevo voglia di fare tutto questo, ma non feci nessuna di queste cose.

Io semplicemente mi avvicinai a loro e li sorpassai, andando in corridoio e poi chiudendomi in bagno. Mi appoggiai al lavandino e scoppiai a piangere come se non ci fosse un domani. Non meritavo tutto questo, ma loro continuavano ad esserci.

Dopo quella che mi era sembrata una vita i miei singhiozzi si erano calmati e sentii un lieve bussare alla porta.
"Louis và via, non voglio che nessuno mi veda in questo stato." dissi con voce spezzata, asciugandomi le guance frettolosamente con le mani.
"In che stato?" sentii come risposta. Ma non era di Louis quella voce. E nemmeno quella di Harry o Liam.
Girai la chiave nella serratura e raggiunsi il lavandino per sciacquare la faccia. Avevo la faccia impressa nell'asciugamano quando sentii la porta aprirsi e quando la posai trovai Niall spiaccicato accanto alla porta chiusa per darci un po' di privacy.

"Hey, guarda che non ti mangio, puoi avvicinarti."
Mi avvicinai a lui lentamente. Avevo come la sensazione che se lo avessi anche solo sfiorato lui si sarebbe potuto rompere in mille pezzettini. Sembrava così fragile... Ed era solo colpa mia. Oh sì se lo era. Mi sentii ancora più una merda mentre lo raggiunsi. Gli sollevai la testa con due dita per guardarlo negli occhi. Era da quando ero entrato che lo evitava. Ma avrei preferito lasciar stare. Il mio cuore già distrutto era messo ancora peggio dopo quello sguardo. Aveva un misto di disperazione, malinconia, paura, rabbia e timidezza tutto insieme.

Mi allontanai di nuovo, lasciandogli spazio per muoversi liberamente. Non sapevo cosa fare. Continuavo a fissarlo mentre lui, tubitante, si spostava dalla porta, tenendo lo sguardo fisso nei miei occhi.

"Scusa."
Davvero Zayn? È tutto quello che sei riuscito a dire? Beh, complimenti.
"C-cosa? Scusa per cosa?"
Quelle parole sussurrate e spezzate mi diedero il coraggio di rispondere. Presi un respiro profondo.

"Niall, sono serio. Lo so che non basta dire un banale scusa per avere il vostro, il tuo, perdono. Ma non lo pretendo e non lo merito nemmeno. In realtà non merito niente di tutto quello che state provando. Non merito nemmeno una lacrima, un singhiozzo, un pensiero, perfino un minuto solo di tristezza o rabbia. Sono solo uno stupido stronzo che agisce senza pensare ma che è talmente tanto stupido e stronzo che quando capisce i suoi errori cerca sempre di riparare troppo tardi. Mi dispiace così tanto Nì, sono stato così egoista... Pensavo che sarebbe stato tutto più facile se fossi sparito e basta, meno doloroso per tutti. Voi non avreste dovuto insistere e convincermi a non farlo e non avreste dovuto avere il dolore di vedermi andar via. E poi io non avrei dovuto assistere ai vostri sguardi una volta che, nonostante le insistenze, avrei deciso di lasciarvi. E così comunque non avrei potuto più stare con voi, passare le giornate con voi e lasciar andare via tutto con l'amaro in bocca..." mi fermai un momento quando sentii dei singhiozzi provenire dall'esterno, probabilmente dal salone.

"Oh merda, non di nuovo. No, no, no, no, no, no." iniziai ad andare in panico. Percorsi il bagno in lungo una decina di volte passando la mia mano tra i capelli nervosamente, mentre cercavo di trattenere i singhiozzi, quando venni fermato da due braccia.
Non mi disse assolutamente nulla, ma sapevo che quell'abbraccio significava tanto per lui e anche per me. Strinsi le braccia attorno al torace del biondino tinto, stringendo gli occhi. Lo sentii piangere durante quell'abbraccio. E lui sentì il bagnato delle mie lacrime sulla sua maglietta. Eravamo distrutti. Rimanemmo a sfogarci finché non ci finirono le lacrime. Ci lasciammo solo molti minuti dopo, quando anche i respiri tornarono regolari, le lacrime erano seccate sulle guance e le braccia erano indolenzite dalla forza usata per stringerci. Ci guardammo negli occhi prima che lui iniziò a parlare.

"È vero che sei stupido e forse anche un po' stronzo, e che non meriti le mie preziose lacrime, i singhiozzi, i pensieri, le sere passate chiuso in camera, la finta forza che ho dovuto mostrare, il -"
"Niall, non sai quanto vorrei sentirti insultarmi e sapere tutte le cose che ti ho fatto per sentirmi ancora in colpa e tutto, ma non potresti passare al punto per favore?"
"Oh, sì, certo. Scusa. Il punto è che io ti voglio bene, sei mio fratello, è normale che io stia male per te. Insomma, sei sparito un po' nel nulla e io mi sono sentito disorientato e perso. E mi sento ancora così. Ma io ti ho perdonato appena hai passato quella soglia, se non prima."
Non potei trattenere l'enorme sorriso che mi nacque sulle labbra, mentre stringevo di nuovo Niall. Questa volta però durò di meno poiché un Harry con uno sguardo abbastanza urgente apparve sulla porta. Ci lavammo entrambi la faccia e lasciammo Harry libero di fare le sue cose mentre ridacchiavamo sotto il suo sguardo brutale.

If I Could Fly || Ziam, LarryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora