Capitolo 3 - Photograph

461 25 41
                                    

Mi guarda dritto negli occhi, e io non posso che sentirmi inerme e messo a nudo. Ormai non avevo più tempo per pensare a come comportarmi, quindi comincio semplicemente con l'avvicinarmi lentamente, mentre ora lui distoglie lo sguardo, girando il capo verso la sua sinistra.
Arrivo quindi fino a lui, fermandomi qualche istante sulla sua figura, per poi riprendere a camminare e fermarmi sul bracciolo opposto all'estremità occupata da lui.
Dopo qualche minuto di silenzio durante i quali nessuno dei due aveva aperto bocca o mosso un muscolo, finalmente decido di aprire bocca. Era davvero straziante come situazione, ma quel silenzio era più assordante che mai.
"Liam. Capirò se non vorrai più parlarmi, non ti biasimo. Non potrei mai farlo... Ma, sei disposto ad ascoltarmi?" Domando insicuro, alzandomi dal bracciolo e prendendo posto sul divano, mantenendo comunque una certa distanza tra noi. Dopo poco, forse giusto il tempo di pensarci, lui mi fa un cenno con la testa, come ad indicarmi di continuare.
"Okay, beh... In realtà non so da dove iniziare. Ho fatto una cazzata enorme, ma non voglio semplicemente continuare a ripetere e a ripetermi che non merito il vostro ascolto, il vostro perdono eccetera. Quindi volevo semplicemente dirti che capirò se per te ormai sono un capitolo chiuso, ma voglio che tu sappia che avrai sempre il mio cuore." Comincio, iniziando a tirare fuori tutti i sentimenti che in quel tempo passato avevo tentato così tanto di sopprimere, fallendo miseramente. Quantomeno le mie parole avevano scaturito una reazione da parte del ragazzo, che aveva per un momento alzato lo sguardo sorpreso verso di me, per poi tornare serio a fissarsi le mani intrecciate.
Non riesco a trattenere un sospiro sconfortato mentre cerco di pensare a come risultare meno patetico.
"Io... Farò di tutto per guadagnarmi il vostro perdono, se vorrete concedermelo. E logicamente non taglierò mai più contatti con nessuno. Sono stato un vero idiota." Continuo poi, continuando a fissarlo nella speranza che possa rivolgermi uno sguardo. Ho bisogno di sapere cosa pensa, come sta, ma se continua ad evitarmi non riuscirò a capirlo.
Prendo dunque la decisione di avvicinarmi lentamente un po', mentre continuo a cercare il suo sguardo. "Ti prego, Liam, guardami..."
E, alla mia supplica, finalmente torna a guardarmi.
"Cosa vuoi che ti dica, esattamente?" Mi rivolge arrabbiato, tornando con la schiena dritta e sciogliendo le sue mani intrecciate. Aspetta che gli dia una risposta, che però non arriva.
"Ecco." Conclude quindi da solo. "Zayn, mi hai fatto stare davvero male. Io non so come possa fidarmi di te dopo ciò che hai fatto..." Aggiunge poi, addolcendo ad ogni parola sempre più il suo tono, fino a perdere la durezza che si trasforma in tristezza.
"Sul serio. Quando non eravamo insieme per qualsiasi motivo non mi facevi stare più di due minuti senza un tuo messaggio. Non ho mai dovuto sopportare la tua mancanza, per fortuna. E improvvisamente un giorno mi sveglio e tu semplicemente sei sparito. Non un messaggio, un biglietto, una chiamata, nulla. Nulla." Mi dice sprezzante ed amareggiato. Era chiaro che non si aspettava una cosa simile da me. D'altronde per me stesso che avevo deciso di farlo è stata dura.
"Credi che durante tutte le chiamate da ubriaco che hai fatto a Louis io stessi beatamente dormendo ignaro di tutto?" Aggiunge poi, alzandosi dal divano quasi come per poter tenere una certa distanza tra noi.
"Avrei voluto fosse così, ma non lo è stato. Mi hai fatto solo stare peggio. Ho iniziato a pensare che fossi io il problema a quel punto, che magari saresti rimasto amico con loro ma che ti eri stancato di me. Ho cominciato a pensare di tutto, sul serio. Probabilmente senza Harry e Niall a quest'ora non sarei ancora uscito dal mio letto bagnato di lacrime."
"Basta, ti prego." Lo interrompo sofferente. Sentire quelle parole da lui facevano più male di una lama che trafigge il cuore.
Sicuramente merito di stare così o peggio, ma è davvero straziante ascoltare tutto quello. Tutto ciò che io avevo causato.
"Basta? Okay." Mi risponde dopo poco Liam, scuotendo il capo quasi divertito, come se si aspettasse una cosa del genere.
"La smetto, se proprio non vuoi saperlo. Ma dimmi solo una cosa: come dovrei fare io a fidarmi di te?"
A quella domanda, che concretizzava il dolore che stavo provando come un incudine dritta sul petto, non posso fare a meno di alzarmi e fare un passo verso di lui, afferrandogli le mani.
In un primo momento lui le sfila, quasi impaurito da quel gesto improvviso come se potessi fagli ancora del male. Ma non mi arrendo, afferrandole cautamente, senza stringere.
"Io non voglio che torni tutto semplicemente come prima. Farò tutto ciò che bisogna fare per rimediare in minima parte ai miei danni. Non pretendo il tuo amore, Liam. Non lo merito, e probabilmente non l'ho mai meritato visto come ti ho lasciato andare..."
"No. Non dire questo." Interviene subito, lasciandomi abbastanza meravigliato.
"Hai fatto delle enormi cazzate, ma evidentemente non bastano a fermare ciò che provo per te." Aggiunge poi, essendosi arreso al fatto che avesse ripreso parola, stringendomi dolcemente le mani e facendo intrecciare le nostre dita.
Questo mi porta solo a credere che davvero non lo meriti, ma non voglio rovinare il momento, quindi mi lascio semplicemente andare fino a toccare la sua fronte con la mia.
Lui chiude gli occhi a quel contatto, iniziando a far sfiorare i nostri nasi. Comincio quindi ad avvicinarmi ancora un po' a lui, incastrando le mie gambe tra le sue, aprendo lentamente gli occhi per cercare la sua approvazione.
Liam porta le sue mani sulla base della mia schiena, avvicinandomi ancora un po', per poi sussurrami sulle labbra "mi sei mancato così tanto, testa di cazzo" dolcemente, prima di poggiare le sue labbra sulle mie.
Quello era di certo il contatto che più mi era mancato in tutto questo tempo, in tutta questa merda. Spingo così le mie mani, che sono sui suoi gomiti, come per tenermi più stretto, più vicino, per assicurarmi che stesse davvero accadendo e che non fosse solo un mio sogno dopo una notte in un bar.
Lui capisce le mie intenzioni, arrivando ad avvolgermi completamente la vita mentre approfondisce di poco il bacio, mentre io sposto una delle mie mani tra i suoi capelli perfetti e morbidi come sempre, e l'altra dietro al suo collo, per impedirgli di staccarsi dalle mie labbra.
È un momento davvero intenso, non per il bacio in sé, ma per tutte le emozioni che ci stiamo trasmettendo. Tutta la tristezza, la mancanza, ma anche il rancore e i sensi di colpa.
Dopo poco, però, Liam decide di interrompere il tutto, staccandosi dal bacio e tirandomi un po' indietro dalla vita. Le uniche cose tornate in contatto erano le nostre fronti.
"Il fatto che ti ami non cancella ciò che hai fatto, non illuderti." Afferma severo, fissando il suo sguardo nel mio.
Rispondo con un sorriso divertito, annuendo. "Non avrei mai potuto illudermi, Lì." Aggiungo, lasciandogli un veloce bacio a stampo per poi staccarmi completamente da lui.
Avevo bisogno di un po' d'aria dopo quel momento. Tutte quelle sensazioni contrastanti provate in un lasso di tempo minuscolo che si sono concluse con quelle parole d'amore che mi hanno scosso come se fosse la prima volta.
"Ti spiace se vado da Harry?" Domando poi, insicuro, per smorzare il silenzio creatosi e per avere un pretesto per poter uscire da quella stanza.
"Ma no, vai pure. Ma visto che ci sei, fai tornare Niall qui che mi si è aperto lo stomaco." Mi risponde dolcemente, dopo essersi portato una mano allo stomaco.
"Certo." Gli rispondo semplicemente, lasciando ancora una volta quel salone e tornando nel corridoio, entrando spedito nella stanza di Louis.
"Ma l'educazione l'hai lasciata ai manager per contratto?" Mi accoglie subito scazzato il proprietario della casa, alzando gli occhi al cielo.
"Perdonami, non credevo di interrompere un threesome. Mi aspettavo come minimo che invitaste anche me e Liam per una cosa del genere." Commento quindi ironico, richiudendo la porta alle mie spalle ed entrando nella stanza completamente.
"Okay, siete tutti dei bellissimi ragazzi attraenti, e nonostante vi adori tutti e mi sta benissimo come siete, eviterei di essere coinvolto in situazioni simili." Aggiunge subito Niall ironico. Effettivamente ha sempre convissuto con quattro gay che per la maggior parte del tempo litigavano tra loro per questioni di coppie dall'età di 16 anni e nonostante tutto non aveva mai accennato al fatto di essere stanco o cose simili. È davvero una fantastica persona, un amico coi fiocchi.
"Horan, guarda che con noi non devi fingere di essere etero, lo sai?" Risponde a tono Louis, sorridendogli in modo ammiccante dal letto sul quale era steso, facendogli segno col capo di raggiungerlo. A quello, Harry risponde lanciandogli un cuscino sul viso.
"Potresti anche fingere che ti importi del fatto che sei in una relazione con me da anni, ogni tanto, sai?" Commenta scherzo, iniziando a premere il cuscino sul viso di Louis, che inizia ad agitarsi teatralmente fingendo di soffocare.
"Okay ragazzi, credo che questa commovente scena su possibili orge e la finta eterosessualità di Niall può anche terminare. Liam richiede i tuoi servigi." Concludo, rivolgendomi al biondino sorridente che mi fissava dalla sedia, che subito scatta in piedi a quelle parole.
Viene seguito da Louis, che, dopo essersi liberato di Harry e del suo cuscino, prende il vassoio con ancora diversi tramezzini al suo interno e si alza, andando spedito verso la porta.
"Già so che se voglio aggiornamenti sulla situazione è meglio chiedere direttamente a lui, stronzo." Conclude da solo, dandomi una leggera spallata mentre raggiunge la porta, seguito a ruota dall'Irlandese ridacchiante.
Restiamo quindi io ed Harry in camera, che ora era intento a sistemare il casino che il ragazzo dagli occhi azzurri aveva creato sul suo stesso letto.
"Ti và se usciamo a prendere un po' d'aria?" Domando con tono pacato, ma dentro me insicuro.
Non avevo ancora parlato con Harry, nonostante lui fingesse non fosse così. Certo, aveva avuto occasione di parlargli mentre era ubriaco e chiamava Louis disperato ma lui dormiva o faceva la doccia, e di certo il riccio avrà assistito a molte nostre conversazioni, senza contare qualche messaggio che avevano intenzionalmente scambiato dal cellulare del ragazzo. Ma non posso semplicemente fingere che sia tutto okay, che lo abbia forse trattato meglio di Liam o Niall. Per fortuna con Louis è diverso, ma non posso credere che basti così poco anche per Harry.
Così, appena mi fa un cenno col capo e mi dedica una fossetta apro la porta del balconcino che affaccia sul giardino che circonda Princess Park.
Mi segue all'istante appena metto piede fuori, stringendosi un po' nella sua felpa oversize all'improvviso cambio di temperatura.
"Credo di dover iniziare con... Scusa?" Gli rivolgo la parola dopo qualche istante di silenzio a respirare l'aria gelida di Londra.
Lui, di tutta risposta, sorride e scuote la testa, abbassandola un po'.
"Non c'è bisogno Zay" commenta mentre continua a camminare al mio fianco in quel giardino ancora bagnato dalla pioggia.
"Invece sì." Gli dico irrompente, bloccandogli la strada con il mio corpo, mentre mi posiziono esattamente davanti a lui, poggiandogli le mani sulle spalle. Nonostante la sua altezza, in questo momento sento di avere io il controllo della situazione.
"Non puoi continuare a fare la piccola fatina felice e gentile. So che ti ho fatto stare male, non c'è bisogno di nasconderlo."
"Non sto provando a nasconderlo." Mi interrompe lui a sua volta. "È che adesso sei qui. Non c'è più bisogno che stia male. E io so che non andai via. Cioè, non fisicamente, è logico che tu vada, ma non come è già successo, almeno." Specifica, un po' nervoso dalla situazione, ma perdendosi ora in una piccola risata.
D'istinto lascio la presa dalle sue spalle e gli getto le braccia alla vita, stringendolo con tutta la forza che ho. In risposta lui cerca di sfilare le braccia dalla presa, riuscendo dopo un po' nel suo intento. Risponde al mio abbraccio stringendomi a sua volta. È tutto ciò di cui ora ho bisogno.
"Non so come ho fatto a resistere così tanto senza vedervi, ma sono certo che non mi và assolutamente di provare di nuovo." Gli confesso con la voce un po' ovattata che ho visto il viso premuto contro la sua felpa, mentre lui in risposta mi stringe leggermente più forte per qualche attimo.
"Okay, tutto molto commovente, ma o entrate entro 7 secondi o temo che dovrete pranzare con gli avanzi della minestra che ci ha portato la madre di Liam la settimana scorsa. Ammesso che Niall non abbia mangiato anche quella."
Interrompe, ovviamente, il momento Louis, come al solito sempre molto dolce e carino.
"Ma come fai a sopportarlo, Dio." Esclamo esasperato ad Harry, sciogliendo l'abbraccio e dirigendomi verso il romanticone al balcone della cucina. Entrando lo spingo per 'sbaglio' come poco prima ha fatto lui con me uscendo dalla camera.
"Hey, guarda che io l'ho detto per voi. A quanto pare il tuo ritorno ha fatto recuperare a Niall tutta la fame che aveva perso. Giuro che era diventato quasi una persona normale." Commenta scherzoso, aspettando alla porta il suo ragazzo.
"Cavolo, Nì, significa che dovrò portarti a cena fuori?" Chiedo con un tono teatrale, spalancando gli occhi.
"Oh, sì, credo sia ovvio." Risponde, interrompendo per qualche istante il processo di masticazione.
"Allora credo che dovrò vedermi casa. Posso prendere la stanza di Harry?" Domando, continuando il piccolo teatrino che i miei amici erano abituati a fare con me quando si parlava della fame di Niall.
"Sicuro. Ma non ti permetto di dipingere le pareti." Mi risponde Harry, che aveva appena preso posto a tavola, accanto a Liam e Louis che, come al solito, sedeva a capotavola.
"Dai! Sai che il rosa non mi valorizza l'incarnato." Commento quindi di rimando, sedendomi tra Niall e Louis, prendendo uno dei tramezzini che erano al centro della tavola.
"Vero. Lasciargliele dipingere." Mi appoggia Liam, dopo aver ingoiato il cibo che stava masticando.
Al che mi nasce spontaneamente un sorriso, che prima rivolgo a lui, per poi guardare Harry come a dirgli che era in minoranza.
"Non se ne parla. Di tutti gli altri colori non ti importa?" Domanda scocciato, tentando di difendere la sua stanza con pareti al dir poco singolari.
"Quante storie! Prendi la camera degli ospiti." Conclude quindi Louis, alzando gli occhi al cielo a questa discussione inutile.
"Hey!" Risponde quasi offeso Niall, lanciando una foglia d'insalata dritta sul viso di Louis.
"Credevo che ormai potesse essere definita camera mia. Andiamo, nel bagno c'è il mio spazzolino e nell'armadio miei diversi cambi." Commenta quindi, cercando di rivendicare la stanza come sua.
In risposta, Louis guarda malissimo il ragazzo, rilanciando la foglia d'insalata verso di lui, ma non puntando al viso.
"Non fare il bambino, ci sono due letti, potete condividerla." Aggiunge Louis con tono riproveratorio.
"Infatti. E poi non significa nulla. Anch'io ho lo spazzolino in quel bagno e ho dei cambi in quella camera, ma io non ho il permesso di dormire lì, non è giusto!" Esclama poi offeso Liam, incrociando le braccia al petto e mettendo su il broncio. Avrei tanto voluto avvicinarmi e coccolarlo, ma di certo non era il caso.
"È la mia camera!" Afferma Niall, quasi prepotente, rivolto verso Liam che era difronte a lui. "E poi da quanti secoli non dormi in camera tua, Harry? Lasciagliela." Aggiunge accusatorio.
"Non sono affari tuoi. Ho pagato questa casa con i miei soldi e pago tutti i mesi le bollette. Siete voi i parassiti, non vi permetto di togliermi anche camera mia!" Risponde a tutto tono il riccio, battendo un pugno sul tavolo molto teatralmente.
"Okay, okay, ho capito. Dormirò nello studio."
Arrivo ad una conclusione infine da solo.
"Preso" risponde all'istante Liam, chiarendo che era ormai il suo posto.
"Mi chiedo ancora perché abbiamo un letto in quella stanza." Commenta scocciato Louis, mentre continuava a mangiare il suo terzo tramezzino da quando eravamo seduti.
"Perché già sapevamo che non ce la saremmo cavata con solo le nostre camere." Gli risponde Harry, sorridente.
"Divano letto?" Domando allora, temendo un ulteriore risposta negativa. Stranamente però nessuno proferì parola, e lascio quindi andare un sospiro di sollievo.
"Finalmente." Aggiungo quindi, concludendo quella stupida discussione, cominciata per gioco ma rivelandosi effettivamente utile per il futuro.
Solitamente il divano letto ero solito condividerlo con Liam, per questo di principio l'avevo escluso. Ma ora sapere che aveva preso il letto nello studio faceva quasi male, anche se meno di venire a sapere di aver tolto la fame a Niall.
Mi sento davvero una merda, come è giusto che sia, ma smorzare la situazione e fingere che non importi era di certo il modo migliore di reagire. Anche perché se i ragazzi ne parlavano già apertamente come se fosse una cosa ormai passata e archiviata non aveva senso appesantire la situazione facendo il piagnone.
[...]
Una volta finito il pranzo a base di tramezzini preparati da Niall e Louis, quasi tutti ci siamo separati. Io sono rimasto in cucina a lavare i bicchieri e le poche posate usate prima, mentre tutti gli altri erano quasi corsi via approfittandosene. Posso sentire le grida di Louis e Niall da qui, che giocano a FIFA in salone gridandosi insulti come se stessero facendo davvero qualcosa di produttivo. Così, appena finisco, decido di fare un piccolo tour della casa per vedere cos'è cambiato. Come previsto, il biondino e il nano erano concentrati nell'infastidirsi a vicenda senza però staccare gli occhi dallo schermo o le mani dai joystick. Passo quindi oltre, saltando il bagno e la camera di Louis che avevo già avuto il piacere di poter ricontrollare. Arrivo alle scale che portano al piano di sopra, dove erano ancora appese delle foto improponibili di Harry da piccolo, di Louis con i suoi nonni, di Anne, Jane e i due proprietari di casa, e infine la foto di noi cinque appena uniti nella band. Mi viene quasi da piangere ripensando a quei giorni e a tutte le emozioni vissute da quel giorno fino ad ora.
Oltrepasso quindi velocemente quel tratto, fermandomi a guardare le foto che ora erano nel corridoio. La foto che Niall aveva incorniciato con le sue stesse mani per il Natale di qualche anno fa era rimasta intatta, tranne per qualche aggiusto che veniva periodicamente fatto. C'era una nuova foto, probabilmente portata da Lottie, visto che raffigurava la sottoscritta con le sue sorelle minori con un cartello in mano che diceva "non dimenticarti di noi". Erano molto carini ed uniti nella famiglia di Louis, nonostante fossero molte persone a farne parte. Poco distante, c'era la solita foto di Harry con la madre e Gemma che era lì da quando l'avevano scattata anni fa.
Un'altra nuova foto era invece quella posizionata tra la porta del bagno e quella dello studio, che raffigurava Harry, Louis, Jane e il marito. Erano chiaramente al matrimonio della madre di Louis, e sembravano tutti molto felici e carini in quella foto. Io e i ragazzi spesso avevamo suggerito di stamparla, ed evidentemente avevano finalmente accolto il consiglio.
L'ultima foto che era presente nel corridoio di quel piano era tra lo studio e la camera di Harry, che era solita raffigurare i proprietari di casa perfettamente ordinati e pettinati in compagnia dei due cani di Louis e di un gattino appena nato tra le braccia di Harry nell'ingresso della casa appena acquistata. Ora però sembra essere stata sostituita. Mi avvicino quindi per controllare, notando di non essermi sbagliato. Al posto di quell'adorabile foto... C'è una foto di me e Louis sorridenti con le solite birre in mano. Non ricordo neanche di aver mai scattato quella foto, ma sembrava così carina in quel momento... Sento il mio cuore quasi rompersi sotto il peso dei sensi di colpa che provavo. Ho sempre pensato che con Louis fosse semplicemente tutto risolto, senza effettivamente pensare a quanto comunque lui continuasse a stare male e a come avessi buttato nella merda anche la nostra amicizia. Vengo però distratto dai miei pensieri da una nota particolarmente difficile e alta proveniente dallo studio. Decido quindi di entrare, attento a non fare rumore con la porta.

If I Could Fly || Ziam, LarryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora