"Wow. Non me l'aspettavo, sinceramente." Rispondo inizialmente, non sapendo davvero cosa dire o in che modo farlo. Per fortuna è lui stesso a decidere di spiegarsi meglio.
"È che lottiamo davvero tanto per stare insieme, ma continuano a pressarci ancora ed ancora. E alla fine guardaci, in pubblico non sembriamo neanche più amici a furia di insistenza. E sto iniziando a chiedermi... Ne vale la pena? E se avessero ragione? Chi sono io per contrastarli quando dicono che un amore come il nostro non può durare? Comincio a pensare che forse siamo rimasti insieme solo per non dar loro la soddisfazione di aver avuto ragione. E poi io non so se vorrei davvero uscire allo scoperto... Insomma, già solo quello meno considerato della band, poi faremmo un casino enorme solo per noi due mettendo a rischio anche la carriera di Niall e Liam solo per egoismo? E se lo facessimo, probabilmente dovremmo continuare a stare insieme anche se non lo vorremmo più, e dovremmo essere noi stessi solo fuori dai riflettori nuovamente. Ho così tanto da perdere... Non voglio continuare a chiedermi per il resto della vita 'ne è davvero valsa la pena?'. Quindi siamo in questa specie di relazione perfetta forzata finché non riusciremo a risolvere." Conclude il discorso poi Louis, distogliendo per un secondo lo sguardo dalla strada per potermi guardare con quegli occhi di un blu intenso che sembravano celare tormenti e tristezza.
"Lou, io davvero non so cosa dirti... Perché non me ne hai mai parlato prima?" Domando cauto, chiedendomi sul serio la motivazione che l'ha spinto a nascondermi tutto questo per così tanto.
"Perché avrei dovuto? Non potevi neanche notare la differenza. E probabilmente comunque non lo avresti fatto visto che sei stato tipo ubriaco tutta l'estate." Risponde lui un po' duro, ma sincero.
Abbasso la testa, colpevole. Effettivamente, nonostante tutto ero stato un amico pessimo anche con Louis.
"Sì, ma ora sono qui. Me ne sono accorto, tu me ne hai parlato e quindi possiamo passare al prossimo step: aiutarti a capire." Rispondo dopo qualche istante di silenzio, concentrando anch'io lo sguardo sulla strada che scorreva veloce sotto il mio sguardo. "Hai detto che siete in questa relazione perfetta forzata. Credi che sia sempre così?" Provo ad essere finalmente presente ed efficace, è inutile continuare a rimuginare sulle scelte sbagliate del passato.
"Sì. Cioè no. Insomma..." Inizia Tomlinson confuso, "quando penso alla nostra situazione ho come la sensazione di fingere di stare bene, ma ho notato che mi capita più volte di dimenticare di star fingendo, e che sto semplicemente bene. E quindi inizio a domandarmi dove sia davvero il problema, solo che non so rispondermi." Continua poi.
"Lou, io credo che tu pensi davvero troppo, iniziando a farti problemi su possibili fatti che potrebbero accadere nel caso tu possa forse fare una determinata azione." Osservo ad alta voce dopo qualche istante, cercando di andare ad individuare il problema reale. "Da quando è diventata così complicata? Tu non sei davvero così, solitamente non pensi neanche mezza volta a quello che fai prima di farlo." Domando allora, iniziando a focalizzarmi sui comportamenti tipici del ragazzo. Una delle sue caratteristiche è appunto l'essere impulsivo, qualche volta fin troppo schietto e diretto, ma quasi sempre senza rimpianti. Vederlo farsi così tanti problemi è davvero strano, quasi fosse una sensazione nuova anche per me che non ho mai dovuto trovarmi in quella situazione prima.
"No so, Zay. Credo sia sempre il solito... Siamo cresciuti con loro a dirci cosa potevamo fare o meno, e la loro insistenza inizia a pesarmi sempre più. Il punto è che non dovrei essere più forte con il tempo? Io credo solo di essere stanco, e se inizio a pensarla così, non significa che di riflesso sono stanco anche del resto?" Prova ad aprirsi, usando un tono triste e pacato che mai gli avevo sentito usare. È ancora concentrato sulla strada mentre ora svolta nel viale che porta all'interno del parco, per poi parcheggiare la macchina qualche posto più vicino alla casa rispetto alla mia.
"Io non credo di poterlo dire. Però posso dirti che forse stai iniziando a trovare le domande giuste da porti. Posso dirti che io ti sosterrò in qualsiasi scelta tu prenderai. Ti chiedo solo di rifletterci attentamente, ma non troppo. Né tu né Harry meritate questo bilico, e dovreste discuterne insieme e poi dirlo anche a Liam e Niall. Non credo sia giusto tenerli all'oscuro, non hanno più bisogno di essere protetti. Non sono la persona giusta per dirti come reagire alla pressione visto ciò che mi ha portato a fare, ma hai un esempio vivente di come non fare visto che ora hai la certezza di quanto sia inutile tutto se non per portarti a stare peggio." Concludo infine, scendendo dalla macchina e iniziando a prendere qualche busta dal portabagagli.
Louis decide di far cadere il discorso, rivolgendomi un piccolo sorriso triste che interpreto come di ringraziamento, nonostante non abbia fatto nulla, per poi avviarsi alla porta ed aprirla.
"Ragazzi, serve una mano!" Grida all'ingresso, per poi voltarsi e farmi passare con le buste che avevo in mano mentre lui si dirige alla macchina per prenderne altre. Nel tragitto fino alla cucina incontro Harry, intento a infilarsi una pantofola mentre camminava verso la porta spalancata.
Nel giro di qualche minuto tutti e tre finiamo di svuotare la macchina, poggiando tutta la spesa sul tavolo della cucina e su qualche sedia.
"Okay, ora lascio a voi l'onore. Vado a provare a svegliare quella capra di Niall e poi perderò tempo facendo qualsiasi cosa che non comprenda il cucinare o aiutare in qualche modo qualcuno a preparare il pranzo." Esordisce Louis con tutta la semplicità di questo mondo, per poi tirare su un sorriso forzato in segno di saluto.
"Come se in qualche modo potessi essere davvero utile, Tomlinson! Sveglia l'irlandese, sarà meglio per lui." Commento ironico, iniziando a svuotare il contenuto delle buste sul tavolo, imitando Harry che se la rideva tra sé e sé.
"Effettivamente sarebbe carino pranzare di nuovo tutti insieme" aggiunge infatti, ora serio e sincero.
"Okay, ho capito. Farò del mio meglio ma non prometto nulla." Risponde allora Louis, dando un veloce bacio a stampo sulla guancia di un Harry concentrato nel suo lavoro, per poi sparire.
"Il solito..." Sospiro, notando come nonostante i mesi e gli anni Louis non fosse poi cambiato così tanto.
"Serve una mano, qui?" Interrompe il silenzio creatosi dopo un po' Liam, facendo il suo ingresso nella stanza. Io ed Harry ci voltiamo in contemporanea verso lui, mentre eravamo entrambi intenti a mettere in ordine quello che rimaneva.
"È sempre gradita, Lì." Risponde prontamente Harry, allargandosi in un sorriso.
Io, d'altro canto, dopo aver accennato un sorriso timido continuo a riporre le cose dove immagino debbano andare, chiedendo di tanto in tanto conferma ad Harry. Con l'aiuto di Liam, finiamo nel giro di qualche minuto. Così arriva la fatidica domanda...
"E quindi cosa facciamo per pranzo?" Domando io dopo un po', non sopportano più di fissare la cucina insieme agli altri due ragazzi senza concludere nulla.
"Tacos?" Propone Harry allegro, enfatizzando la proposta inarcando le sopracciglia e lasciando la bocca aperta in un sorriso.
"Dio, Styles, davvero in così tanto tempo ancora non hai imparato a fare altro?" Domando alzando gli occhi al cielo. Dopo così tanto tempo avevo quasi dimenticato la mania di Harry verso quel cibo, convincendomi che ormai fosse passato oltre. Evidentemente mi sbagliavo.
"Dai Zayn, non trattarlo male. A me vanno bene, sono buoni." Risponde Liam, intromettendosi e dandomi una leggera spinta con il gomito come per rimproverarmi nell'aver risposto male al ragazzo.
Harry, di tutta risposta improvvisa un balletto, sapendo di aver vinto ancor prima che possa dare la mia risposta.
"D'accordo, d'accordo. Basta che smetti di fare qualsiasi cosa tu stia facendo, ti prego." Concludo fintamente annoiato dall'atteggiamento del ragazzo, che in realtà trovo alquanto divertente.
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If I Could Fly || Ziam, Larry
FanfictionUna storia breve nata dalla canzone dalla quale prende il nome. Zayn Malik è distrutto dalle scelte sbagliate che ha preso, e non sa cosa aspettarsi dai quattro ragazzi che gli hanno stravolto la vita mentre cerca il coraggio di bussare al campanell...