Capitolo tre: Marshall Lee

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Lo continuavo a guardare, anzi a fissare. Aveva dei capelli neri scapicciati, la pelle bianchissima, e gli occhi erano di un verde smeraldo. Quel ragazzo risvegliava in me tante emozioni che non provavo più da tempo.

Appena suonata la campanella uscirono tutti, tutti tranne me che rimasi seduta. Lo continuavo a guardare e capi dal suo modo di fare solo una cosa: era un tipo solitario, che ama stare da solo con i suoi pensieri. Allora decisi che avrei fatto io il primo passo. Cominciai a camminare a testa bassa andando sempre verso di lui e ogni passo che facevo il cuore batteva piu forte.

"Nessun rimpianto" mi continuavo a dire tra me e me

"Ciao" e dopo aver pronunciato quelle quattro lettere senti che stavo arrossendo come un peperone

Lui rimase scioccato ma poi si riprese

"Se stai parlando con me sappi che non voglio avere nulla a che fare con voi ragazze, chiaro? E adesso sloggia bambolina" Aveva l'aria da boss

Cominciai ad arrossire un bo per la rabbia un po per l'imbarazzo

"Mi dispiace Boss, non avevo nessuna intenzione di offenderla" strinsi i pugni e abassai lo sguardo sentivo il sangue ribollirmi dentro, cercai di trattenermi ma alla fine scoppiai.

"Senti un po di sembra questo il modo di trattare una ragazza?"

"Si certo non ti conosco nemmeno quindi..."

Gli mollai uno schiaffo sulla guancia destra, mi cominciò a guardare smarrito come per dire" che minkia ho fatto?"

"Allora sai che ti dico?  Sei un gran bastardo. Io cercavo solo di essere carina con te..."

Senti le lacrime scendere giù dagli occhi e lui mi guardava con l'aria di un cane bastonato.

"Mi dispiace non volevo dire tutte quelle cose, il fatto è che non sono bravo a dialogare con gli altri" mi disse con aria da innocente

Silenzio di tomba....

"HEY.... scusa"mi ripetè

Io non risposi mi sentivo una sciocca a illudermi che potessimo fare amicizia

"Non importa tanto uno e libero di scegliere le proprie amicizie" gli dissi "Allora ciao" mi avviai a sulla strada di casa. Camminavo senza vedere dove mettevo i piedi quando a meta strada qualcuno mi prese il polso. Mi girai e vidi l'ultima persona che pensavo di vedere: Marshall.

"Cosa c'e?"

" Non voglio che tu sia triste per colpa mia, non sarebbe giusto, bambolina" e mi asiugò una lacrima. 

Io arrossii. Nessun ragazzo prima d'ora mi aveva trattata cosi.

"Capito cucciola?"

Quei nomignoli, detti da qualcun'altro, sarebbero state vastidiose e inutili, ma dette da lui erano tutta un'altra cosa. Mi piaceva un sacco.

Marshall lee  and meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora