DATA 03: "Rivali e compagni"

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Uraraka l'aveva salvato dalla molto-probabilmente-mortale caduta alla fine dell'esame, alleviando l'impatto col cemento.

O almeno, così era ciò che gli era stato raccontato dal medico una volta ripreso coscienza e Izuku non era riuscito ad aspettare la sua guarigione per andare incontro a quella ragazza per ringraziarla.

Da quel momento, non si erano più lasciati: lui e Ochaco andavano perfettamente d'accordo, avevano caratteri molto simili ed erano educati allo stesso modo.

L'unica differenza che un po' pesava a Midoriya era che la ragazza riusciva ad esternare i suoi sentimenti con facilità, mentre lui si chiudeva dentro sé stesso.
I folti capelli, lo sguardo basso e le mani nascoste dentro le maniche erano i suoi più fedeli scudi sociali.
Nonostante questa disparità, ambientarsi in classe non fu troppo difficile (riuscirono addirittura a diventare amici con Iida Tenya), ma fu possibile solo perché c'era lei.

Al momento delle presentazioni coi nuovi compagni, Uraraka gli fece da apripista instaurando sin da subito un ambiente tranquillo e sereno dove potersi esprimere liberamente.

Oppure quando doveva chiedere qualcosa ad un compagno, la ragazza gli suggeriva come comportarsi, come utilizzare il tono di voce, i gesti del corpo e, soprattutto, come liberarsi di quelle barriere che intimidivano un carattere sensibile e forte.

La prima settimana di scuola fu una gigantesca scoperta per Izuku: alle elementari era stato emarginato per via del suo mancato controllo del Quirk, nessuno voleva stringere amicizia con lui. Inoltre c'era sempre stato Bakugo con lui, che lo conosceva sia fuori che dentro il contesto scolastico e non aveva di certo un caratterino dolce e premuroso come quello di Ochaco. Lui fu la benzina che bruciò la sua reputazione, etichettandolo come un mostro senza controllo. E nonostante, una volta arrivato alle medie, era riuscito a reprimere quasi totalmente la sua Unicità quel nome gli era stato involontariamente marcato sulla pelle: tutto perché c'era Katsuki che spargeva la voce dove ormai non ce n'era più bisogno. Non a caso molti compagni stentarono a credere che Izuku fosse dotato di un Quirk, dato che non aveva mai manifestato alcuna particolarità: Quirkless era diventato il suo nuovo soprannome per tutti i tre anni delle medie.

E, a dirla tutta, non gli era dispiaciuto così tanto.

Tuttavia, quegli interminabili nove anni di bullismo avevano plasmato il suo comportamento tale da renderlo una persona che non rispecchiava affatto il suo carattere, convincendolo che, ormai, non c'era più nulla da fare.

Arrivare alla Yuuei fu come trovare un'oasi alla fine di un deserto spietato e privo di qualsiasi aiuto. Anche se Bakugo era rimasto comunque il suo compagno di classe, gli altri non gli diedero mai retta quando, nei primi giorni, tornò a sparare cattiverie. Era proprio un'altra mentalità, al corso per eroi. Nessuno era lì per obbligo, tutti volevano diventare eroi e un eroe non giudicava mai: l'idea di compagno di classe si estendeva anche sul campo di battaglia come collega e al di fuori della scuola come amico.

Deku sentì di aver trovato finalmente il suo posto nel mondo.

O, almeno, il suo posto a sedere in classe quando si ritrovò il muso ad un centimetro dal banco: ancora una volta Ochako l'aveva salvato da dolore assicurato.

"È incredibile come tu trovi ogni giorno un modo diverso per arrivare in classe" commentò lei, rilasciando le folate di vento intorno a Izuku "Di fantasia ne hai!"

"Eh... uhm..." il ragazzo incominciò a tirare ossessivamente le maniche della divisa per coprirsi le mani, ma non c'era abbastanza stoffa per farlo "G-grazie...?"

"Izu, non essere così teso" Uraraka passò la mano dietro la sua schiena e lo accarezzò dolcemente, come faceva sua mamma "È passata una settimana e hai già fatto amicizia con due persone, non ti devi preoccupare!"

"Eh... si" come per magia il calore di quella mano allentò il fascio di nervi che lo stava tenendo ritto in piedi senza muovere un capello "Si, hai ragione"

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