Suonò il campanello dell'edificio. Rispose una voce femminile, " Sì, chi è?", "Sono Nicky signora, Lorenzo è in casa!", "Oh Nicky che piacere, sì Lorenzo è qui, ora ti apro."
Che signora per bene, pensò Nicky, chissà se sapeva che genere di figlio aveva cresciuto...
Salì i gradini del vecchio condominio, a ogni passo la ragazza poteva sentire il rimbombo nell'atrio. Piano 3, porta numero 6, sulla destra. Sulla soglia dell'appartamento c'era lui, Lorenzo, che la guardava con uno sguardo divertito e quasi innocente. "Ei, Nicky...", ma prima che potesse continuare a parlare la ragazza gli fece segno di stare zitto, spostarsi dalla porta e di seguirla in camera sua.
"Cosa cazzo ti è passato per la testa Lorenzo!?", sbottò Nicky appena chiuse la porta della camera di lui.
"Ecco appunto, volevo evitare proprio tutto questo... ehm... non so neanche cosa dire... sappi solo che mi dispiace, davvero, ero ubriaco, arrabbiato per ..." iniziò a piagnucolare come un bambino, mentre con le mani si grattava la testa e si sistemava i pantaloni.
"Ah eri arrabbiato?? E quindi hai pensato bene di mandare in giro foto di noi mezzi nudi..?!"
"Ma vabbè dai, nelle nostre foto non si vedeva nulla, cioè quelle non erano il peggio, mi dispiace solo per le altre foto... davvero quelle non volevo mandarle ma Luigi mi ha preso il telefono..." ma Lorenzo non riuscì a finire neanche questa volta.
"Di cosa cazzo stai parlando? Che altre foto ?"
"Quelle che mi mandavi tu... e che ti ho fatto io, sai quando eri sul divano di là..."
A Nicky venne un colpo al cuore, prese il cellulare, andò sul gruppo classe e realizzò in quell'istante che non aveva visto tutta una serie di foto... foto di lei, mezza nuda, con sguardi provocanti e pose sensuali. In una non aveva addirittura il reggiseno e si nascondeva il petto con solo le mani, in un'altra aveva un body bianco trasparente che lasciava intravedere i piercing... le mancava l'aria.
Non riuscì neanche a dire una parola, voleva ucciderlo, volevo strozzare il ragazzo che le stava davanti con quell'aria da persona ingiustamente accusata. Lei non si meritava tutto questo, in quel momento sapeva che la sua vita non sarebbe stata più la stessa. Non aveva più un posto sicuro, non aveva più la serenità di prima, non aveva più la propria intimità. le stava crollando tutto il mondo addosso, e tutto per colpa sua.
"Ti odio, cazzo se ti odio. Muori Lorenzo." Queste furono le uniche parole che riuscì a pronunciare, ma il fiato le mancava e quell'appartamento si faceva sempre più piccolo. Doveva uscire da lì.Camminava, camminava, passi svelti e sgarbati, un po' dondolanti mentre ignorava il mondo e le luci che la circondavano. Non sapeva neanche dove stava andando ma non le importava, voleva solo raggiungere un posto isolato e fu così che i suoi piedi la portarono per abitudine, a Ponte Lucrezio: un vecchio acquedotto romano fuori città dove in genere ci andavano solo i ragazzi a drogarsi la sera tardi. Quel sabato piovoso non c'era nessuno. Nicky andò a sedersi sotto uno degli archi della struttura e, senza fare caso al forte odore di fogna si rannicchiò contro il muro e pianse. Pianse per tutto l'odio che stava ricevendo, pianse per la vecchia lei che aveva perso da tanto tempo, pianse per i momenti felici che non riusciva più a vivere...se in quel momento la sua psicologa l'avesse vista le avrebbe sicuramente detto "Piangere fa bene, ti fa sapere che sei viva. E' il modo con cui il nostro corpo manifesta il proprio dolore e noi dobbiamo dargli la possibilità di sfogarsi". Quante cavolate, pensò Nicky...il dolore rimane pur sempre dolore, non c'è da cercare il lato positivo anche in questo. Il naso iniziò a colarle e cercò un fazzoletto nella borsetta, si asciugò le lacrime e si fece la coda per evitare che i capelli si trasformassero in un ammasso di nodi. Dopo essersi calmata si guardò intorno: il prato che circondava l'acquedotto era ricoperto da un telo di rugiada, il cielo grigio assumeva tonalità sempre più scure e Nicky poteva sentire il freddo salire dal terreno. 'Forse è il caso di tornare a casa', pensò la ragazza, anche perché, quel posto isolato iniziava a farle davvero paura. Si alzò e fece pochi passi, quando una figura le si stagliò davanti. Era un uomo con un maglione di lana chiaramente vecchio, jeans slavati e in testa portava un basco e degli occhiali da sole sul naso ( non molto utili in quel periodo dell'anno, ma non fu quello il dettaglio che fece trasalire la Nicky). L'uomo fissò la ragazza per un po', poi si decise ad avvicinarsi a lei e parlare:"Oh ma guarda un po' chi c'è qui...", Nicky ebbe un attimo di esitazione, ma quella voce...quella voce l'aveva già sentita da qualche parte..."Non ti ricordi di me, eh ragazzina golosa...",continuò lui. Nicky ricordò subito dove aveva sentito quella voce: al Pilot, il signore che le stava davanti e con l'alito che sapeva di alcol era il cameriere dell'altro giorno. "Ehm salve...scusi ma devo proprio andare, ho un impegno importante...", rispose lei con voce tremula;non sapeva cosa dire, era una situazione estremamente imbarazzante e voleva dileguarsi al più presto. "Ei ei ei, ferma ferma ferma, scarichi così un vecchio signore per bene come me che vuole solo conoscere questa deliziosa ragazza e magari, la prossima volta che ci vediamo, può offrirti qualcosa al Pilot, mh?" disse l'uomo sporgendosi sempre di più verso di lei. Nicky non ne poteva più del suo alito e della sua impertinenza, così fece per muoversi e correre lontano, ma lui le si parò difronte. "Non voglio che lei mi offra niente, grazie. Ora mi lasci andare o giuro che inizio a urlare", provò a guardarsi intorno mentre parlava e vedere se c'era qualcuno in giro che potesse aiutarla ma non vide nessuno, e intorno si faceva sempre più buio. "Senti, senti...tu magari non vuoi nulla da me, ma ci sarebbe qualcosa che tu potresti darmi e che mi farebbe molto felice..."e mentre parlava avvicinò un mano alla guancia di Nicky che si ritrasse schifata e provò di nuovo a correre via ma l'uomo l'afferrò per la giacca da dietro e la circondò con le braccia.
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Ti prego lasciami stare
ChickLitNicky quella notte non aveva nessuna colpa se non quella di essere passata per Ponte Lucrezio da sola, senza nessuno a proteggerla, senza sapere che una ragazza non ha alcun valore per certi uomini. Questa è la sua storia. La storia di una ragazza...