"Sono a casaaa" gridó Nicky appena mise piede nell'appartamento in cui aveva vissuto tutta la sua infanzia.
Sentì un buon profumo: pollo al curry e spinaci grattugiati.
"Ei, guarda che sono in cucina!", sua madre le rispose facendo capolino dalla porta del salotto. Nicky la raggiunse.
"Come è andata a scuola? Voti?" chiese la madre distratta mentre girava il contenuto di una pentola da cui usciva una quantità enorme di vapore. "Sì bene, dopo scuola mi sono fermata con Alice a mangiare un panino, scusa se non ti ho avvertita", detto questo, dato che la madre sembrava troppo occupata a preparare la cena, Nicky si diresse in camera, il suo piccolo mondo.
Posó lo zaino sulla sedia e si buttò sul letto, stanca morta.
Che poi, di fatto, non aveva compiuto alcuno sforzo fisico ma, negli ultimi tempi, aveva capito che certe volte il malessere mentale era più distruggente di qualunque tipo di fatica.
Si passò una mano sugli occhi e imprecò appena si ricordò di aver messo quintali di mascara e di eye-liner in viso, non usciva mai di casa senza la sua maschera.
Andò in bagno per levarsi le sbavature e ne approfittò per farsi una doccia: musica rock a palla e acqua calda erano sempre stati le migliori medicine per una brutta giornata.
Si spogliò e non poté non notare i segni che aveva sul corpo: i succhiotti di Lorenzo risaltavano sulla sua pelle bianca come per sottolineare il possesso di quel corpo, 'Lui di me non avrà più niente', pensò Nicky prima di infilarsi sotto la doccia.
Il resto della serata Nicky lo passò sdraiata sul letto, a pensare, a autodistruggersi e a ripensare alle parole di quel giorno che l'avevano ferita di più.Sabato mattina. Solita storia, solita colazione, solita noia. A Nicky la normalità era sempre piaciuta: seguire una routine e dedicarsi un po' a sé stessa era una cosa che la rilassava e la faceva stare bene, ma quel giorno non era così. Quel giorno poteva avvertire qualcosa di strano nell'aria, un malessere, un'ombra che la opprimeva.
Ancora nel letto, prese il telefono e, con un colpo al cuore, vide tre mila messaggi sul gruppo classe che parlavano di lei: "oh Nicky ma quanto sei stata brava ieri?", "hai fatto il tuo lavoro eh?", " potevi fare meno rumore però", e tutte queste parole erano accompagnate da faccine perverse e emoticon con doppi sensi. Non capiva, a cosa si stavano riferendo ? Riprese i messaggi dall'inizio e vide che Leonardo, un suo compagno, aveva mandato un video pubblicato da Lorenzo di loro due che si baciavano sotto le lenzuola e senza vestiti. Non si vedeva nulla di che ma come si permetteva Lorenzo di pubblicare un video così intimo di loro due ? Voleva morire, non sapeva neanche cosa pensare, ora sarebbe diventata quella 'facile' della classe, quella a cui la gente avrebbe fatto i versi appena passava, quella su cui avrebbero fatto battute sporche e piene di volgarità ...
Doveva andare a parlare con Lorenzo. Subito.
Fece colazione velocemente, infilò un paio di jeans neri, una felpa oversize, giacca e si precipitò in strada. Aveva il fiato corto, aveva una rabbia dentro che la faceva camminare così velocemente da non accorgersi che una figura dietro di lei la stava rincorrendo: " Nicky.." gridò una voce maschile in mezzo al trambusto della città.
La ragazza ebbe un brivido.
Da quanto non sentiva quella voce ?
Mesi. Mesi in cui aveva provato a togliersi dalla testa il suo odore, la sua risata e i suoi lineamenti... Alex.
Si fermò, incurante del fatto che una signora dietro di lei le stava urlando con fare sbrigativo di non bloccare il flusso di gente sul marciapiede . Ma per Nicky in quel momento c'era solo lui: il giovane dai capelli mossi, alto, sorriso bianco e spensierato e andatura rilassata. Lo trovava bellissimo, ma le faceva anche paura, perché sapeva che per lei, lui era veleno, e la spaventava il fatto che provava ancora le farfalle nello stomaco quando lo vedeva.
"Ei Nicky, da quanto tempo eh. Come stai?"
Le si avvicinò con le mani in tasca e una espressione chiaramente imbarazzata.
"Ehm ... bene bene grazie. Tu?"Rispose con voce tremante.
"Si dai.. nulla di stratosferico. Ho passato bene il primo trimestre, ho ripreso lo studio della chitarra ahaha e nulla"
"Ah bene bene... e .. ti sei rifidanzato immagino aha?" Domandò lei tentando di sembrare assolutamente passiva alla risposta che lui le stava per dire.
"Eeeee sì ahaha non mi sembrava il caso di dirtelo prima. Comunque si, sto con Alice da circa tre mesi... non so se la conosci, era nella nostra stessa scuola alle medie: sezione B, bionda, riccia, bassina..."
Certo che aveva presente la bellissima ragazza della B, intelligente, alta, formosa... aveva tutte le carte in regola per essere odiata. Ma Nicky si limitò a una smorfia che lasciava intendere che non aveva presente chi fosse questa Alice. "Bhe io ora devo andare, comunque mi ha fatto piacere vederti... ciao Nicky ci si vede", e se ne andò salutandola con il segno della pace mentre si allontanava e scompariva tra la folla. Lei rimase lì, ancora un po' imbambolita e con le mani in tasca che tremavano, dovette però ritornare molto presto alla realtà dei fatti: Lorenzo.
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Ti prego lasciami stare
Literatura FemininaNicky quella notte non aveva nessuna colpa se non quella di essere passata per Ponte Lucrezio da sola, senza nessuno a proteggerla, senza sapere che una ragazza non ha alcun valore per certi uomini. Questa è la sua storia. La storia di una ragazza...