"Oh sì continua così ti prego ..." la giovane incitò il ragazzo a continuare tra sospiri e eccitazioni : lui allora la prese per i fianchi e la spinse verso di se'.
Nicky lanció un urletto nel sentire quel corpo estraneo nel suo ventre, che premeva e sembrava squarciarle la pancia, ma non poteva farci niente. Sapeva bene che quando un maschio era in erezione neanche la fine del mondo poteva distrarlo dal completare la sua 'opera'.
"Sto, sto per venire Nicky..", disse lui tra sospiri sempre più accesi e movimenti sempre più veloci e violenti.
Lei, in riposta, lanciò gridolini più eccitati e gli piantò le unghie nella schiena per rendergli più piacevole ( e per accelerare) il suo orgasmo.
Il ragazzo emise l'ultimo gemito di piacere e si lasciò cadere accanto a lei, Nicky invece rimase lì a fissare il soffitto della stanza e controllare il battito del suo cuore.
Si girò verso di lui e gli accarezzò il petto, facendo movimenti circolari con le lunghe dita laccate di nero:"Ti è piaciuto vero?", disse con una voce ancora calda e sensuale.
"Oh cazzo se mi è piaciuto, mi dispiace solo di essere durato poco...", e la sua frase finì così, nel nulla, nel vuoto, lasciando intendere alla ragazza che il suo metterci così poco a venire era oggetto di lamentele delle ragazze che aveva avuto.
Nicky si tirò su, prese le mutandine nere di pizzo che erano state lanciate su una sedia nella foga del momento, e se le infilò, lo stesso fece con il reggiseno.
Si alzò in piedi e avvertì un leggero gonfiore al ventre, le capitava spesso dopo aver fatto sesso di avere dei dolorini.
Si vestì e, dopo aver salutato il ragazzo che ancora stava sdraiato sul letto esausto e completamente nudo con il pene afflosciato rivestito ancora del preservativo , uscì dall'edificio.Un'aria fresca, gelida, entrò nei polmoni della ragazza. 'Oh finalmente, non ce la facevo più ad avere sotto il naso l'odore sgradevole del suo pene', pensò Nicky mentre camminava a passo svelto lungo la A.De Gaspari.
Indossava una mantella di lana e degli stivaletti economici... il budget di una teenager che dipende dai genitori è molto limitato.
Si passò un dito sulle labbra screpolate che non avevano più il rosa seducente del rossetto che aveva indossato prima di uscire, e raggiunse la fermata dell'autobus.
Era una fredda sera d'inverno e le luci di Milano abbellivano quella città che era nel cuore di molte persone: i tram, le strade affollate, i negozi di lusso e le botteghe, il magico Duomo immacolato e antiche piazze erano solo alcune delle caratteristiche fiabesche di quella magnifica cittadina.
Nicky se ne stava lì, in mezzo a tutta quell'arte che non riusciva a capire, con le gambe accavallate, seduta su una sporca panchina, ad aspettare che passasse il tram per portarla a casa... una figura tranquilla e calma in mezzo a tutto quel trambusto, ma nella sua mente i pensieri vorticavano come un uragano: aveva passato tutto gennaio a piangersi addosso e a sperare nell'arrivo di un principe azzurro che potesse farle dimenticare tutto quel dolore, e solo dopo notti insonni, occhiaie profonde e tante insicurezze aveva capito che l'unica che poteva salvarla da quella situazione era lei stessa.
La depressione rimase, ovviamente, ma Nicky era più decisa che mai a intraprendere una nuova strada, a farsi largo tra la gente per dare sfogo ai suoi 17 anni perché a questa età i rimpianti sono peggio degli sbagli.
È così in due mesi aveva girato gran parte delle discoteche, aveva baciato ragazzi che non sapeva neanche come si chiamassero e aveva bevuto alcolici che reputava più forti del fuoco.
Il ragazzo che aveva appena lasciato, Lorenzo, era stato uno degli incontri in discoteca del weekend precedente: si erano conosciuti lì, entrambi si erano confessati che non erano alla ricerca di una storia seria, si erano limonati e poi lui l'aveva invitata a casa sua quel giorno.
E poi, quello che successe ... bhe, un po' di sesso non ha mai fatto male a nessuno.Questo è quello che porta a fare una mente malata d'amore che vuole solo dimostrare a se' stessa di essere invincibile, perché a questa età tutto è concesso.
"Ehyy sono a casa!" disse Nicky mentre si sbottonava la mantella e la lanciava sull'attaccapanni. Nessuno risposta.
Ovviamente.
Entrò in salotto e c'erano sua madre e il suo fratellino addormentati sul divano, la televisione accesa su un programma di cucina, il suo coniglietto che mordicchiava un filo del tappeto e le luci di Natale che lampeggiavano a intermittenza sull'albero al centro della sala.
"C'è della pasta nel microonde se ti va", sussurrò la madre senza neanche aprire gli occhi e guardarla.
"Si grazie, dopo la prendo."
"Come è andata a scuola? Hanno ridato qualche verifica?"
"Si si bene, no il Vennari ha detto che le verifiche le inizierà a correggere tra una settimana... speriamo bene".
Dopodiché saltelló in camera e preparò lo zaino per il giorno dopo, si dette una ripulita e andò in cucina a mangiare un misero piatto di pasta al sugo riscaldato pasticciato con qualche verdura e spezia a Nicky sconosciuta.
In genere non era una ragazza che a tavola usava il telefono, ma dato che non c'era nessuno a farle compagnia prese il cellulare e passò in rassegna i messaggi che avevo ricevuto quel giorno: il solito caso umano che sul gruppo classe chiedeva i compiti, sua nonna che le aveva mandato un vocale quella mattina augurandole una buona giornata, il capo gruppo per la presentazione del progetto d'informatica che chiedeva le parti della presentazione di tutti...'Cazzo! Il progetto!'.
Nicky saltò sulla sedia... si era completamente dimenticata che quel giorno avrebbe dovuto consegnare la sua parte del lavoro... e infatti sul gruppo Andrea ( il 'detentore' della ricerca) aveva lasciato almeno 30 messaggi in cui la minacciava di morte se non avesse spedito immediatamente il suo compito.
E a seguito di quelle 'minacce' c'erano poi tutti gli altri compagni che si lamentavano de fatto che, non avendola ancora spedita alle nove di sera, non avrebbero avuto tempo di studiarla.CAZZO NICKY QUANDO LA MANDI STA RICERCA!
NO VABBÈ, DOMANI CHIEDIAMO AL PROF DI NON FARCI INTERROGARE E SPIEGHIAMO CHE ABBIAMO UNA RITARDATA NEL GRUPPO
SONO LE 9! DOVE CAVOLO SEI?!!
Le girava la testa a furia di leggere quei messaggi pieni di odio nei suoi confronti, lei era sempre stata quella ragazza silenziosa e timida della classe che non scriveva mai sul gruppo, che veniva scelta per ultima nelle squadre a ginnastica e che in banco rimaneva da sola perché in 4 anni non era riuscita a legare con nessuno.
Non si perse però dietro questi pensieri.
Corse in camera, accese il computer, scaricò il file e lo spedì sul gruppo.GRAZIE AL CAZZO
UUU SI È SVEGLIATA LA PRINCIPESSA
IO NON LA STUDIO COMUNQUE
Nicky spense il telefono.
Basta odio, basta compagni di classe.
Odiava andare a scuola e non riusciva a immaginare con che coraggio si sarebbe presentata l'indomani per esporre il loro lavoro.
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Ti prego lasciami stare
Literatura FemininaNicky quella notte non aveva nessuna colpa se non quella di essere passata per Ponte Lucrezio da sola, senza nessuno a proteggerla, senza sapere che una ragazza non ha alcun valore per certi uomini. Questa è la sua storia. La storia di una ragazza...