🐇🐖 parte 2

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[contiene alcune scene esplicite, +16]

La donna scattó perdendosi nei plumbei corridoi della reggia. Corse verso i sotterranei, prese una via diversa da quella dell'umano, percose la lunga galleria in tutta fretta, mugugnii e lamenti rieccheggiarono da ogni grotta. Piú avanzava, più realizzava che avrebbe dovuto affrontare quella bestia ancora una volta.
Raggiunse la sua tana e si mostró a lui calma e sicura di sé, l'aveva messo lei in quella tana, sapeva come calmarlo.
<<MERKRAX!>> Gli occhi fiammeggianti d'ira della bestia la guardarono. <<Occurret>> Le fauci della bestia si spostarono su di lei e gradirono il suo odore. Grugní. <<ESCI DI QUI STOLTO!>> Gridò la donna che non fece altro che infastidire il drago. Changbin prese l'invito al volo e scappó dalla fiammata della bestia. <<Tacebitis, Merkrax.>> Il drago avvicinó il muso alla donna, la spinse leggermente ma lei non cadde. <<Servavi te, bonus sum.>> Il respiro caldo e pesante della bestia la investì. Era un drago immenso, uno dei più anziani e forti, non amava la compagnia umana e nemmeno il fatto che fosse chinchiuso in quel luogo, certo abbastanza grande per la sua stazza, ma un drago ha bisogno di libertà. <<Ministrare!>> <<non homo, Maevis>> Mugugnó il drago in risposta. <<pythonissan es, Maevis.>> Mavis avvicinó una mano al suo muso, Merkrax si lasció toccare e parló ancora: <<Volo libertatem.>> Lei annuí in risposta. <<Requiescit Merkrax.>> Il drago si allontanó e sputó fiamme sul pavimento e lasció Mavis che corse in soccorso dell'umano.
Egli era accasciato a terra, coperto di sangue, respirava a fatica e si trascianva lontano dall'imboccatura della grotta, da cui la luce delle fiamme di drado uscivano. Ella s'inchinó al suo fianco e guardó la ferita inflittagli dalla bestia. Pulsante e copiosa di sangue gorgogliava a ogni respiro. Chiamó un centauro perché l'aiutasse a portarlo nella sua stanza, cosí che potesse salvarlo... almeno lui.
Disteso sul letto, Mavis inizió a pulire la ferita con un canovaccio bagnato d'acqua fredda, lui respirava affaticato. <<Stolto. Per quale ragione hai visitato di draghi?>> <<Cercavo... dello svag->> Changbin ansimó di dolore quando pronunció quelle parole, Mavis spinse con forza sulla sua ferita per farlo zittire. Prese un ago e ci infiló del filo. <<Non muoverti>> <<Hei!Hei!Hei! Che diamine fai?!>> Fece per alzarsi ma la ferita lo costrinse supino. <<Devo cucire questa ferita, o la morte arriverá a coglierti come un povero fiore.>> Changbin prese un respiro profondo e attese, fu doloroso ma la ferita lo era di più. <<Perché mi sono cacciato in questo posto...>> Bisbiglió lui volgendo lo sguardo verso la finestra della camera in cui giaceva da chissá quanto tempo. <<tu non sei come gli altri, sei arrivato qui lindo. Qualcosa ti ha portaro qui, tu non hai mai messo piede nella foresta. I miei corvi ti hanno visto. Io ti ho visto sull'ingresso.>> Rispose lei pacata. <<per questo mi hai salvato?>> <<no, mi ricordi qualcuno di caro.>> <<quel drago...>> <<quale parte del tuo cranio non funziona? Se v'è qualcosa che i draghi odiano quelli sono gli umani.>> <<come se potessi saperlo...>> Mugugnó per il dolore e Mavis taglió il filo con un pugnale. Prese delle bende e strappó la sua maglia sudicia di sangue e sudore, inizió a circondargli il ventre per poi passare qualche lembo sulla spalla. Changbin notó per la prima volta il suo viso senza la veletta. Aveva lineamenti sublimi, un naso aquilino e labbra squadrate. Inquietava. Il suo aspetto incuteva timore, insicurazza... eppure era bello. Era davvero bella, di quella bellezza che in pochi possiedono, che mette in mostra la fragilità dell'uomo dinanzi alla mostruosa forza della natura.
<<che cosa sei?>> Domanó ammaliato dal suo volto. <<La strega guardiana di questo posto. Mavis.>> <<posso sapere cos'è questo luogo?>> <<Reggia Fantásia, ove trovano asilo tutti gli ormai pochi esemplari di creature magiche rimaste su questa terra. Draghi compresi come hai potuto notare. Il mondo un tempo pululava di magia... ma gli esseri umani le hanno sterminate per la maggior parte, per timore forse. Io stessa mi rifugio qui. L'idea di questo posto fu del padre del mio oramai dipartito marito. Loro due avevano a cuore tutte le creature qui, vivevano con loro in armonia, non desideravano altro che proteggerle dalla loro stessa razza.. Dopo la loro morte sono rimasta sola a badare e proteggere questo posto da occhi indiscreti.>> Mavis fissó il bendaggio con una spilla da balia e adagió Changbin sul letto, gli sfiló i pataloni e gli rimboccó le coperte. Una ninfa posó sul canterano una coppa e si dileguó di fretta. <<Latte di papavero, allevierá il dolore.>> Disse lei porgendo la coppa al ferito. <<Riposa Changbin.>> Mormoró lasciando la stanza. [...]

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