Immagina Harry Potter

Fred Weasley

Ambientato in un mondo dove Fred non è morto (perché non posso farlo morire, dai).

Sono passati 5 anni dalla sconfitta di Voldemort. Il male è stato vinto, la pace è calata come un velo sulla popolazione magica.
Ma non per me.
Quel 2 maggio 1998 ho perso una parte importante della mia vita. Mia sorella. La mia confidente, la mia sorellina. Che tanto piccola non era, avevamo solo due anni di differenza.

Se chiudo gli occhi la vedo ancora stesa a terra, il braccio piegato sotto al seno e il sangue che le imbrattava i vestiti, pieni di polvere. Era riversa a terra, il viso rivolto verso il cielo, come a cercare di vedere qualcosa oltre alla coltre di nuvole che quel giorno impediva di vedere il sole. Aveva le labbra socchiuse, da cui aveva esalato l'ultimo respiro. Gli occhi erano chiusi, e guardandola da lontano sembrava che stesse dormendo. È questo quello che ho pensato, mentre andavo verso di lei, dopo averla cercata per tutta la scuola.

Si sta solo riposando, t/n. Ne ha il diritto, dopo questa giornata.
Mi sono avvicinata, mi sono inginocchiata al suo fianco e le ho scosso la spalla.
«Sorellina... Abbiamo vinto. Harry Potter ha sconfitto Voldemort. Alzati, andiamo da mamma e papà, ci stanno aspettando.» Lei sembrava non aver sentito, così le ho scosso ancora la spalla. Solo in quel momento ho realizzato quanto fosse pallida la sua pelle in confronto alla mia. Sembrava di cera, e tastandole il polso mi accorsi di quanto fosse fredda.

Quello che successe dopo lo ricordo a brandelli. Ho cominciato a urlare, ed è un miracolo che io non abbia perso la voce. Qualcuno è accorso, sentendo le mie grida, e mi hanno spinta lontano da lei.

I giorni successivi sono stati un tormento. Non parlavo, non mangiavo, non dormivo. Mi ero chiusa in un silenzio tombale, non mi muovevo dal letto e fissavo il soffitto.

Qualche mese dopo ho deciso di andarmene dal Regno Unito. Avevo troppi ricordi di lei, qui, e continuando a stare nella stessa casa dove aveva vissuto anche lei mi faceva solo stare male.

Ed è così che ho passato 5 anni in Italia. Ho lavorato un po' per il Ministero Italiano, ma dopo poco ho capito che non era quella la mia strada. Così ho deciso di lavorare in una pasticceria babbana, imparando a preparare le famose paste italiane.
I babbani con cui lavoravo non hanno mai sospettato che io fossi una strega, e la mia copertura non è saltata.

Sono passati 5 anni da quel giorno, e solo ora sono pronta a tornare a casa. Ho dato le dimissioni alla pasticceria, anche se a malincuore. Mi ero affezionata a quel piccolo locale, da cui uscivano sempre e solo facce felici.

Ora sono davanti alla casa in cui ho passato la mia infanzia. Sospiro, poi busso alla porta. Non devo aspettare molto, la porta si apre poco dopo, rivelando il viso di una donna segnato dagli anni. Mia mamma.

«T/n... Oddio, fatti abbracciare.» Appoggio a terra la piccola valigia, a cui avevo applicato un incantesimo di estensione irriconoscibile e dentro la quale avevo tutti i miei averi. Ci stringiamo forte e ci separiamo solo quando sentiamo dei passi avvicinarsi verso la porta di ingresso. Alzo gli occhi, incontrando quelli di mio papà. Mi avvicino e lo stringo a me, affondando la testa nella sua spalla.
Non mi ero mai resa conto di quanto mi fossero mancati.

----

Il giorno dopo sono andata nella Londra Magica. La mia priorità è quella di trovare un appartamento da affittare, perché non volevo dipendere dai miei genitori, e, nonostante io abbia accettato la morte di mia sorella, non sarei riuscita a passare più di qualche notte in quella casa.

Sto camminando per Diagon Alley, dopo aver cercato per tutto il giorno un'abitazione. Ripercorro la via come se fosse la prima volta. Molti negozi hanno chiuso durante la seconda guerra magica, e al loro posto ce ne sono di nuovi. Sono pochi quelli che hanno resistito a quel periodo buio.
Mi guardo attorno, spaesata, fino a quando non vedo un negozio che attira la mia attenzione: i Tiri Vispi Weasley.