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Mirko 💖

Dormi?

magari, non ci riesco

Per fortuna, perché sto venendo lì

aspetta cosa?

Hai capito bene

no Mir ma cosa dici 😂

Guarda che non sto scherzando, dieci minuti e sono arrivato

ah

ma serio?

oddio aiut

fermati in piazza quando arrivi, io ti raggiungo

Va bene💙

[...]

- Allora, che mi racconti?-
Eravamo seduti su una panchina a fumare e a guardare il cielo. Come promesso era venuto in paese, si era fatto un'ora di viaggio per incontrare me. Appena era arrivato gli ero corsa incontro e lo avevo abbracciato: non ero una persona che dava da subito tanta confidenza, ma con Mirko era diverso, lui era il motivo per cui ero ancora viva.
- Mmh... cosa vuoi sapere?-
- Non so, quello che vuoi. Parlami dei tuoi studi.- rimase vago mentre mi guardava in viso e fumava del tabacco.
- Studio lettere, anche se non so cosa voglio fare nella vita. I miei mi hanno costretta a scegliere il liceo Classico, anche se mi sarebbe piaciuto andare allo Scientifico, oppure all'Artistico. All'inizio lo odiavo, ma poi mi sono resa conto che in fondo non era male e quindi ho iniziato a studiare seriamente. Però sinceramente non ho idea di cosa fare dopo il liceo...- conclusi pensierosa. Ci avevo pensato molto al mio futuro, ma non avevo idea di cosa ne avrei fatto della mia vita.
- Beh, ci sono tanti lavori.-
- Lo so, ma nessuno mi soddisfa.- sospirai.
- Dai, stai tranquilla, c'è ancora tempo.-
- A dir la verità meno di un anno...-
Non aggiungemmo altro per un po'. Lui non sapeva come controbattere, mentre io stavo pensando e mi stavo deprimendo sempre di più.
- Perché proprio la mia musica?- mi domandò lui dal nulla. Rimasi spiazzata da quella domanda, non avevo una risposta precisa. Gli diedi la risposta forse un paio di minuti dopo.
- Non so, mi sento come se tu riesca a capirmi sempre. A volte mi estraneo dal mondo e ascolto le tue canzoni, e Dio, mi perdo nei tuoi testi. Cerco di analizzarli, mi immedesimo, ma soprattutto mi ritrovo. E non è cosa da poco, Mir.-
- Anch'io vorrei aver qualcuno che mi capisse.- mi rivelò con un tono di voce basso, sembrava triste.
- Se tu capisci me, forse io riesco a capire te. Che dici?-
- Forse.- rispose scrollando le spalle. - Ma, ti prego, cambiamo argomento, non voglio deprimermi. A relazioni come sei messa? Ti piace qualcuno?-
Rido un po' mentre mi accendo una sigaretta.- Passiamo già a domande serie eh? Comunque sì, mi piace qualcuno, ma credo che non ricambi.-
- Chi è il fortunato?- mi domandò ridacchiando a sua volta. Dio, era così bello.
- Fortunata, semmai.- Mi morsi il labbro mentre guardavo le stelle che punteggiavano il cielo. Non so con quale coraggio glielo dissi, dato che me ne vergognavo parecchio, eppure ero sicura che non mi avrebbe giudicata.
- Oh.-
Lo guardai in viso. Per via delle sopracciglia leggermente corrugate e il rossore in viso sembrava sconvolto e anche imbarazzato, evidentemente l'avevo colto di sorpresa. Capii subito il perché di quella reazione.
- Tranquillo, sono bisessuale, mi piacciono anche i ragazzi.- A quell'informazione sembrò rilassarsi un minimo. Terminò di fumare il suo tabacco per poi spegnerlo. Mise poi una mano in tasca e mi guardò negli occhi. Per un po' riuscii a reggerlo, ma poi ebbi l'istinto di distoglierlo, guardando le mie scarpe ormai rovinare e sporche di terra.
- È bella?-
- Sì. È bellissima. Ha i capelli ricci e castani, e degli occhi scuri da fare invidia al mondo. Poi ha un fisico perfetto... e caratterialmente è fantastica. È simpaticissima, sicura di sé, estroversa... o almeno lo era. Ora è un periodo difficile per lei, ma rimane comunque tutto il contrario di me.-
- Anche tu sei simpatica.- ribatté Mirko.
- Se lo dici tu... e poi comunque io sono molto introversa.-
- Con me non lo sei stata.-
- Con te è diverso.- Risposi istintivamente, prendendogli la mano. La strinsi forte mentre con il pollice accarezzavo il dorso.
- E questo come mai?- mi chiese riferendosi al mio gesto.
- Credo che sia perché ti voglio bene.-
- Ed è una cosa buona?-
Riflettei a fondo su quella domanda prima di rispondere, qualche minuto dopo.
- Non lo so, sinceramente. Sai, amare fa paura. E con amare non intendo necessariamente innamorarsi, ma anche voler bene. Insomma, è un po' come... dare in mano all'altra persona una pistola e puntarsela al petto. Puoi solo sperare che l'altro non prema il grilletto, ed è importante scegliere con cura a chi affidare l'arma.-
- Beh, di me ti puoi fidare, no?-
- Non ti so rispondere Mir. Non sono una che si fida tanto, resto sulle mie per evitare di soffrire a causa degli altri.-
- Non vivi a pieno se ti comporti così.-
- Vivere a pieno include soffrire?- domandai sbuffando tristemente il fumo di una sigaretta che avevo appena acceso.
- Beh, se per non soffrire ti chiudi in te stessa, allora sì. Credo.- rispose mentre si mordeva il labbro inferiore e continuava a stringermi la mano.
- Perché sei venuto fino a qui?-
- Per te, mi pare ovvio.-
- Ma mi conosci appena.- riflettei ad alta voce.l
- Lo so, è che... sentivo io bisogno di vederti, tutto qui.- disse semplicemente, scrollando le spalle. - E non me ne pento affatto.- aggiunse curvando gli angoli della bocca in un leggero sorriso.
Ricambiai il gesto mentre osservavo i tratti del suo volto e ogni sua azione. Aveva i capelli spettinati, che gli davano un'aria un po' malandata, ma in ogni caso rimaneva bellissimo. E a quel punto una strana sensazione prese il possesso del mio corpo. Sentivo lo stomaco contorcersi e stringermi in una morsa: farfalle nello stomaco, maledette. In più, dire che il cuore mi batteva fortissimo sarebbe stato riduttivo.
- Che ore sono?- mi domandò poi lui guardando davanti a sé, rompendo il silenzio creatosi, che conferiva alla situazione una certa calma. Seguii il suo sguardo e vidi l'alba, mentre il sole sorgeva lentamente nel cielo e quest'ultimo si colorava di arancione.
- Le... cinque e un quarto.- risposi leggendo l'orario sul display del telefono.- Cazzo, è tardi, dovrei andare a scuola tra poco...-
- Dai, oggi non andarci. Non succede niente per una volta.-
- Mir, se mi scoprono i miei mi uccidono.-
Lui sbuffò. - Dai, allora ti porto a casa.-
- Sei venuto con il Pandino?- gli chiesi, praticamente con gli occhi a cuoricino. Amavo quella macchina, aveva quasi un valore spirituale per me. Come Dio insomma.
- Certamente, finché continua ad andare non lo cambio.- rispose ovvio, ridacchiando.

ogni tanto siamo noi... || rkomiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora