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Appena chiusi la porta il mio cellulare iniziò a squillare. Lo estrassi dalla borsa e osservai il nome sul display: era Valerio. Accettai la chiamata e mi sedetti sul letto mentre lui iniziava a parlare.
- Alice, finalmente! Non mi hai scritto per tutto il pomeriggio, mi ero un po' preoccupato, di solito mi cerchi sempre... tutto bene?-
- Mi bastava un "ciao".- scherzai. - Comunque sì, è tutto ok, va alla grande. Oggi pomeriggio mi sentivo un po' giù e ho scritto a Mirko, così è venuto qui di nuovo e abbiamo passato la serata insieme.-
- Dio santo, è venuto fino a qui solo perché gli avevi scritto? È innamorato perso, Ali.-
- Ahaha ma dai scemo!-
- No, seriamente! Ora è tornato a casa?-
Mi morsi il labbro. - Ehm, a dir la verità rimane qui a dormire...-
- Oddio, hai dei preservativi?-
- Vale!- lo richiamai mentre ridevo.
- Ok, scusa. Lui lo sa che non dormi?-
Non risposi subito. No, non lo sapeva, si sarebbe preoccupato inutilmente, e aveva già abbastanza cose a cui pensare tra la musica e i suoi amici.
- Non lo sa, vero?- indovinò Valerio.
- Già... ma non voglio farlo preoccupare, tanto so gestire la situazione.-
- Speriamo... beh dai, ora vado.-
- Va bene, domani a scuola ti racconto bene. Buonanotte tesoro.- lo salutai.
- 'Notte bella. Cerca di dormire, mi raccomando.- disse solo prima di mettere giù la chiamata.
Mi ritrovai di nuovo sola in quella stanza, che sembrava molto più vuota dopo il pomeriggio trascorso con il ragazzo che ora dormiva nella camera vicino alla mia. Forse Valerio aveva ragione, avrei dovuto tentare di dormire, ma al solo pensiero di dover rivivere quell'incubo mi veniva la nausea.
A distrarmi dai miei pensieri fu la voce di Mirko che mi chiedeva se potesse entrare. Acconsentii. Lui aprì lentamente la porta e fece ingresso nella camera. Era vestito con dei pantaloni della tuta grigi e una maglietta nera che gli stava un po' larga, ma era comunque magnifico.
- Hey, scusa se ti disturbo... ehm, volevo chiederti se, beh, se volessi dormire in camera con me. Tanto il letto è a due piazze, e poi così non devi usare la sveglia...-
Non risposi subito, ci misi un po' a metabolizzare la sua richiesta. Una parte di me mi diceva che avrei dovuto rifiutare, perché non volevo affrettare le cose, e in più così si sarebbe accorto che non dormivo; ma l'altra parte diceva di accettare, tanto non sarebbe successo nulla di male.
- Scusa, forse non avrei dovut...-
- Va bene.-
- Oh.-
Un altro silenzio pieno di imbarazzo riempì la stanza.
- Perfetto, allora... preparati pure con calma, io ti aspetto di là.-
- Ok.- gli sorrisi un po' impacciata.
Mirko uscì dalla mia camera e mi lasciò nuovamente sola. Inizialmente rimasi ferma immobile a guardare un punto fisso, rendendomi conto che avrei dormito a fianco a lui. Quando finalmente mi "sbloccai", mi sbrigai ad andare verso l'armadio e prendere una grande maglietta bianca con stampa colorata che usavo per stare a casa. La misi sul letto con un paio di pantaloncini neri, dato che non sarei stata sola, e mi svestii degli indumenti che stavo portando, infilando quelli che avrei usato come pigiama. Raccolsi poi i capelli in uno chignon un po' disordinato, e presi il telefono prima di uscire dalla stanza.
Percorsi il corridoio con le gambe che mi tremavano leggermente, per poi fermarmi davanti alla porta della camera da letto di Alessio. Alzando lentamente il braccio, bussai alla porta, e in pochi secondi Mirko aprii. I nostri visi erano vicini, troppo, e questo un po' mi spaventava, ma cercai di reprimere quei pensieri.
- Hey.- mi salutò sorridendo leggermente. Sorrisi a mia volta per salutarlo e lui si fece da parte per farmi entrare. Lo ringraziai mentre mi avvicinavo al letto per sedermi, per poi poggiare il cellulare sul comodino.
- Hai sonno?- gli domandai.
- Non particolarmente. E poi, meno dormo e meglio sto. Non so bene per quale motivo, è così e basta, credo.-
- Da quanto non dormi come si deve?-
- Non so...- si interruppe, guardandomi negli occhi. Poi scosse la testa sospirando e rispose flebilmente: - Una o due settimane.-
- Cristo, Mirko, devi assolutamente dormire.-
Lui annuì sconfitto, e si sedette dall'altra parte del letto, per poi stendersi sul materasso.
- 'Notte Ali.-
- 'Notte Mir.-
Feci finta di addormentarmi per farlo stare tranquillo, e aprii gli occhi solo quando sentii il suo respiro farsi pesante, una mezz'ora circa dopo. Mi misi a sedere, guardandolo dall'alto: sembrava un bambino, i suoi lineamenti erano ancora più dolci e rilassati del solito. Il suo petto di alzava e si abbassava regolarmente ad ogni suo respiro, mentre ogni tanto di girava sul fianco. Mi sarebbe piaciuto essere in grado di addormentarmi come lui, così facilmente, eppure doveva essere tutto complicato...
Esitai un po', ma poi mi stesi di nuovo e mi avvicinai maggiormente a lui, poggiando piano la testa sul suo petto. Automaticamente lui mise il braccio attorno ai miei fianchi, ma continuò a dormire.
- Ti voglio tanto bene, Mir.- dissi prima di chiudere di nuovo gli occhi e addormentarmi dopo un paio d'ore, cullata dai battiti del suo cuore.

[...]

Sono di nuovo nella stanza bianca, seduta sulla sedia. Non c'è nessuno, come al solito, ma sento la voce di Mirko. Mi sta chiamando. Un pezzo di stoffa mi copre la bocca, non riesco a rispondergli. Sento una mano sulla mia spalla, giro di scatto la testa, è lui. Si mette davanti a me, slegando il fazzoletto che mi impedisce di parlare, e lo chiamo.
- Mirko! Ti prego, aiutami!-
Non parla, mi guarda con i suoi occhi scuri. Lo richiamo diverse volte, ma continua a non fare nulla. Lo imploro di aiutare a slegarmi dalla sedia, lui continua a non muoversi.
- Mirko, per favore!- lo prego, con le lacrime che minacciano di uscire, ma lui non si muove e non parla.
Cerco di rompere la sedia cadendo per terra, ma è troppo robusta e mi faccio male inutilmente. Smetto di trattenere le lacrime e lascio che queste scorrano lungo il mio viso. Quest'indifferenza nei miei confronti mi sta uccidendo.
Lo richiamo un'ultima volta con la gola che brucia per via del pianto, ma continua a non muoversi.
Chiudo gli occhi prima di sentire delle mani sui miei fianchi, lasciandomi trasportare dal dolore.

- Alice! Alice, svegliati!-
Aprii in una fessura gli occhi, cercando di mettere a fuoco la figura davanti a me. Solo dopo una decina di secondi mi resi conto di aver davanti Mirko, e di essere sveglia.
- Ali, stai bene? Ti agitavi nel sonno, piangevi... mi sono spaventato.- mi raccontò lui, visibilmente preoccupato, mentre io aprivo di più gli occhi e cercavo di mettermi a sedere.
- Ho... ho solo fatto un incubo.-
- Come stai?-
- Un po'... disorientata, ecco, ma sto bene.- risposi.
- Vado a prenderti un po' d'acqua.-
- No!- dissi, un po' affrettata e con un tono di voce troppo alto. Lui mi guardò confuso, perciò continuai. - Ti prego, stai qui, non voglio stare sola.-
Annuì mentre mi osservava ansioso. Non aggiunse altro, ed io neppure, non avevo idea di cosa dire in situazioni simili.
Finalmente, dopo una decina di minuti, gli domandai: - Ti ho svegliato?-
- No, ero già sveglio, mi era venuta ispirazione e ho buttato giù qualche barra. Più che altro sono bozze, ci dovrò lavorare, ma non sono male.-
Annuii distrattamente mentre mi portavo una mano alla fronte. Forse era una mia impressione, ma mi sembrava di essere molto calda, nonostante avessi quasi freddo.
- Mirko, forse ho la febbre...-
- Aspetta, fammi controllare.- Si avvicinò a me, poggiando le labbra morbide sulla mia fronte. - Oddio Ali, sei bollente. Hai un termometro?-
- Sì, è nel mio bagno, nell'armadietto vicino allo specchio.- gli risposi.
- Aspettami qui, arrivo subito.- mi disse prima di correre fuori dalla camera. Sperai ci mettesse poco, non volevo stare sola.
Che palle, non c'era una giornata che fosse una in cui andava tutto bene.
Il ragazzo non tardò ad arrivare, mentre teneva in mano il termometro. Me lo porse ed io lo accesi, per poi metterlo sotto l'ascella, aspettando che suonasse.
- Cosa ti senti?-
- Non lo so, mi gira un po' la testa, ma niente di che.- risposi vaga.
Non fiatammo fino a quando non sentii il termometro suonare, così lo presi e lo diedi a Mirko. Non volevo neppure vedere la temperatura, se avessi avuto la febbre avrei dovuto saltare un giorno di scuola e ci avrei messo un sacco a recuperare.
- Hai qualche linea di febbre... domani mattina lo dico a tua madre, così stai a casa.-
- Tu però torna dal tuo amico che sta male.-
- Anche tu stai male. E per il mio amico troverò una soluzione, basta che chiamo qualcun altro a prendere il mio posto. Ma al momento sto con te, Alice, è meglio così.-
Sospirai mentre mi mettevo comoda sul letto poggiando il capo sulla testiera. - Posso vedere cos'hai scritto?- domandai, vedendo che aveva il telefono acceso posato sulle lenzuola, con le note aperte.
- Sì, ma ti avverto, non sono proprio il massimo.- Mi disse passandomi il cellulare. Dovetti concentrarmi parecchio per cogliere il senso di quelle parole data la testa che mi sembrava stesse per scoppiare da un momento all'altro. Lessi con attenzione quelle frasi, ben pensate e strutturate:

"Potrei bermi tutta la bottiglia, poi vomitarla
Potrei fare di tutto stavolta per evitarlo
Potrei aspettarti tutta la notte senza l'ombrello
Puoi darmi tutta la colpa, al contrario darti la colpa"

"Rincorrono le mie orme
Certe volte vorrei volare"

"Baby, mi dormi coricata
Sul letto ho retto l'eco di che pensi
Ci resterai di sasso
Ci perderei la testa"

- Mirko, ma sono bellissime!- esclamai, veramente colpita dalla passione presente in quelle barre. - Come ti è venuta l'ispirazione?-
Lui si grattò la nuca, particolarmente concentrato sui poster che ricoprivano una delle pareti. - A dir la verità, mi è venuta guardandoti dormire...- rivelò in un sussurro, difficile da udire.
Gli presi la mano e gliela strinsi, guardandolo negli occhi scuri e sorridendogli. - Sono veramente stupende, complimenti.- lo lodai sincera.
- Grazie.-
Restammo così per parecchio tempo, senza sentire il bisogno di aggiungere altro. Quando sbadigliò, gli lasciai la mano e lo feci stendere, poggiandomi nuovamente sul suo petto, per poi dargli un leggero bacio sulla mascella.
- E se ti attacco la febbre?- gli domandai un po' preoccupata, non volevo stesse male. Lui fece spallucce.
- Non mi interessa, mi basta stare con te.-

ogni tanto siamo noi... || rkomiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora