Piacevoli incontri

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«Ti rendi conto che fra 5 minuti, loro ci abbracceranno, i nostri idoli toccheranno noi, non so se hai capito bene.»

«Sono lì dentro, a un passo da noi. Collasserò, me lo sento!»

Quel posto non era gran che: niente finestre, uno sfondo nero, tante persone di fretta, ma loro bastavano a riempire la sala. I miei idoli erano a pochi metri da me e io li stavo per abbracciare, il mio sogno da sempre. Alice era con me, come sempre. Avevamo vinto un maledetto concorso e potevamo finalmente abbracciarli e stringerli anche solo per un minuto. Ci saremmo accontentate, anche di così poco, ma d'altra parte come facevi a non accontentarti di un semplice sorriso quando te lo faceva una delle persone più famose del mondo?

«Amy, tocca a noi!»

Alice mi prese per un braccio e mi trasportò fino a Harry, il mio preferito. Lo guardai un po' in viso e poi scoppiai a piangere, lui mi strinse in un abbraccio fortissimo e facemmo una foto tutti insieme. Abbracciai tutti ancora piangendo e io e Alice uscimmo da quel posto. Eravamo senza parole, per tutto il tragitto fino a casa mia non dicemmo una sola parola: io continuavo a piangere, mentre lei era a bocca aperta mentre fissava il vuoto. Gli attimi più belli della mia vita e anche di quella di Alice. Per tutto il pomeriggio rispondemmo a mia madre a monosillabi e andammo a dormire senza dire niente.

«Ali, ti prego andiamo a fare un giro in Oxford Street. Mi devo ancora riprendere da ieri.»

«Sono nella tua stessa situazione, Amy e spero che lo shopping ci aiuti.»

Andammo verso la metropolitana e attendemmo in silenzio. Durante il breve tragitto, osservai le persone dentro la metro, adoravo farlo: c'era chi leggeva il giornale gratuito, chi era impegnato a giocare con il suo iPad, chi ascoltava la musica e chi fissava un punto vuoto. I londinesi hanno questa strana abitudine di non guardarsi mai in faccia l'uno con l'altro, può sembrare rispettoso, ma in realtà è assai strano. Io, per fortuna, non avevo mai preso questa abitudine pur essendo londinese. Arrivammo in Oxford Street e girammo per tutti i negozi. Il pomeriggio passò in fretta e per qualche ora riuscii a non pensare alla giornata precedente. Mentre camminavo e parlavo con Alice, mi scontrai contro un ragazzo con un cappello che gli copriva il volto e feci cadere le buste con all'interno capi d'abbigliamento molto costosi.

«Scusi, signore. Non l'avevo vista, l'aiuto a raccogliere tutto.»

Mi chinai insieme ad Alice per rimediare al disastro che avevo appena combinato. Riuscii a riconoscere da sotto il cappello un paio di occhi azzurri che conoscevo già troppo bene. Quando il ragazzo se ne accorse, mi prese per un polso e mi portò in una laterale della grande via mentre Alice ci seguiva.

«Ti prego, non dire niente a nessuno e non urlare il mio nome o non ti mettere a piangere. Capisco che tu sia entusiasta, però contieniti.»

«N-Niall, s-sei tu?»

«Hey, ma tu sei la ragazza del meet&greet!»

«Io non ci posso credere.»

«Questo deve essere il destino.»

Mi fece l'occhiolino, mi sorrise e scappò via. Tutta quella fortuna da dove cavolo era saltata fuori? Alice mi guardò esterrefatta e si dovette sedere, per evitare di svenire.

«Amber, Niall si è ricordato di te, non so se te ne rendi conto!»

«No, Alice e forse è meglio così. Torniamo a casa prima che inizi ad impazzire davanti a metà Londra.»

Tornammo a casa ancora incredule di quello che ci era accaduto poco prima. Ci salutammo una volta scese dalla metro e tornai a casa con un unico pensiero: Niall.

«Mamma, sono a casa!»

«Ciao tesoro, com'è andata?»

«Più che bene, sai che ho incontrato...»

«Sono contenta, domani siamo a pranzo da una mia vecchia amica del liceo. Vado a fare delle commissioni, in frigo troverai qualcosa da mangiare. Ci vediamo dopo!»

Non feci in tempo a risponderle che la porta si era già chiusa dietro di lei e mi aveva abbandonata a me stessa. Avrei voluto raccontare a qualcuno la mia giornata stranamente interessante, ma potei parlare solo con la mela che mangiai come cena, alquanto deprimente. Guardai un po' di tv e mi addormentai sul divano, pensando e sognando quella giornata così strana è stupefacente.

L'amore oltre la fama || Niall HoranDove le storie prendono vita. Scoprilo ora