Capitolo 5

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La R8 filava liscia sull'asfalto facendo slalom tra le auto che circolavano tranquille nel traffico notturno di LA. Dietro di lei, in seconda posizione e a pochi metri di distanza, la Mercedes cercava di innervosirla e farla sbandare.

《Figlio di brava donna!》Adelina strinse con più forza il volante tra le mani ed evitò per un pelo di andare in testa coda 《Vediamo se ti piace avermi dietro...》la ragazza frenò di colpo, evitando di andare a sbattere contro una utilitaria nera e permettendo così al pilota della GLC di passare in prima posizione.

Adelina riprese ad accelerare, fino quasi a sfiorare il posteriore della Mercedes e restò incollata per un paio di secondi. Poi rallentò leggermente per mettere un po' di distanza tra le due vetture ed iniziò a zigzagare con agilità, attenta a non sbattere contro qualche altro conducente.

Stavano tornando verso il Virtual ed erano esattamente a metà strada. Non esisteva momento migliore per stressare l'altro pilota.

Così vicini alla fine, eppure così lontani. Ogni metro si allungava, e con lui ogni secondo. 

Adelina era ben consapevole che al volante dell'auto avversaria c'era un uomo determinato a vincere quasi ad ogni costo, ma non a ogni costo. Ed era ancora più conscia del fatto che lei era disposta a tutto, ma proprio tutto, pur di vincere.

《Non sai con chi hai a che fare, bello mio...》strinse più forte il volante dopo aver evitato l'impatto con la macchina di un civile《Non ne hai neppure idea.》forzò nuovamente la mano, notando come la Mercedes stesse lentamente perdendo colpi. 
L'auto stava diventando lenta, i riflessi del pilota non erano più pronti perché lui era sulle spine.

Ada era sorpresa: il conducente della GLC aveva resistito bene alle sue pressioni e per un tempo piuttosto prolungato per essere poco più che un principiante. 
Tuttavia non era stato abbastanza poiché un errore lo aveva commesso. Le aveva lasciato spazio, uno spazio sufficiente per rimontare. 
Probabilmente l'altro pilota non se l'aspettava, soprattutto perché dal senso opposto stava arrivando un camioncino, ma Adelina era pronta a riprendersi il primo posto e vincere la gara.

Lei doveva vincere e lo avrebbe fatto a qualsiasi costo. Per lei, per la missione, per l'auto che stava guidando. Aveva deciso.

In poche e semplici mosse l'Audi R8 stava derapando in curva. Vide il suo avversario sbarrare gli occhi e spalancare la bocca mentre la R8 passava a pochi millimetri dalla Mercedes e, pochi istanti prima di tornare sulla corsia che le spettava, dal camioncino che stava circolando tranquillo sul senso opposto. 

Adelina era nuovamente in testa e non ci pensò due volte ad accelerare e far mangiare la polvere all'altro pilota, ancora sotto shock per la scena a cui aveva assistito pochi istanti prima.

Sapeva che una derapata del genere non si vedeva tutti i giorni a Los Angeles, soprattutto in gare aperte.

Nonostante l'auto perdesse in velocità durante il drift la mossa era spettacolare e, per chi sapeva sfruttarla bene, poteva essere una carta vincente poiché era una manovra di grande precisione.

I fari anteriori della Mercedes erano riflessi nello specchietto retrovisore interno, abbastanza distanti da non rappresentare un grosso problema. Il cuore di Adelina pulsava veloce, facendo scorrere l'adrenalina nelle vene alla stessa velocità con cui la sua R8 stava filando sull'asfalto.

Fu la prima a tagliare il traguardo e, con una frenata decisa, si fermò proprio davanti a Dimitri Ivanov. I loro occhi si incontrarono così per la prima volta e Ada si ritrovò a pensare che gli occhi azzurri di lui rispecchiassero perfettamente i ghiacci della sua terra natale, la Russia.
Erano di un azzurro tendente al grigio, intensi, tenebrosi e impenetrabili. Non si capiva se fosse impressionato dalla performance della R8 oppure ne fosse completamente indifferente. 

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