Unexpected

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Arrivammo in ostello per poi entrare in camera, Evan si stese sul letto e io ero li che sistemavo le mie cose, mi sentivo osservato ma non avevo il coraggio di guardare se Evan mi stesse fissando quando poi il silenzio si ruppe quando stavo sistemando la mia macchina fotografica "Ti piace fotografare?" E io mi girai guardandolo "Si è una passione che ho ereditato da mia sorella, lei è una fotografa professionista"
"Cosa ti piace fotografare?"
"Un po tutto ma amo fotografare le persone quando sono intente a fare qualcosa e neanche se ne accorgono che le fotografo. Le fotografo per quello che sono, senza finti sorrisi o finte pose che nascondono il loro essere, in una foto puoi capire tanto di una persona ed è brutto modificare il proprio essere in una cosa che dovrebbe rispecchiarti" continuavo a parlare mentre ammergiavo con la macchina e con sguardo basso. "Quindi potrei correre il rischio di essere fotografato mentre dormo o mangio?" Disse perplesso "Si esattamente" dissi ridendo "Potrei denunciarti sai?" Lo guardai quasi spaventato, sembrava molto serio "Scherzo dai, non potrei mai, ma tu non hai fame?" In effetti ero affamato e non poco "In effetti si"
"Allora che ne dici se andiamo a mangiare in un posticino che conosco?" Accettai e il tempo di una doccia e vestirci uscimmo. Dopo aver mangiato io decisi di tornare in ostello mentre Evan mi disse che aveva un appuntamento io presi la metro e tornai in ostello a godermi le meritate ore di sonno visto che la mattina avrei dovuto affrontare il primo giorno di lavoro. Il sole sorse e io ero già sveglio, non capisco il senso d'ansia che provavo in quel momento, decisi di alzarmi mentre Evan dormiva ancora beatamente, feci una doccia, mi vestii e uscii di casa. Mi fermai al bar di fronte la fermata della metro presi un caffè e mi avviai, decisi di fare un abbonamento visto che ormai avrei vissuto lì e andare in macchina sarebbe stato un suicidio. Arrivai a lavoro dopo il solito percorso, anche prima dell'appuntamento concordato, salii sopra, bussai ed entrai il capo mi diede il buongiorno e mi disse di seguire il ragazzo che sarebbe stato mio collega, ci presentammo, se non erro si chiamava Zayn, sembrava straniero e un po scontroso, quasi snob. Mi disse che oggi sarei stato dentro come commesso quindi fortunatamente avrei tenuto dei vestiti addosso, avevo dei jeans con una camicia a quadri rossa e delle infradito, wow ottimo abbinamento pensai, non era per niente nel mio stile ma va be, era per lavoro.

Le giornate di quella settimana passarono tutte allo stesso modo lavoro casa, casa lavoro. Finalmente arrivò il week end che fortunatamente avevo libero. Mi svegliai il sabato mattina di buon ora dimenticando di essere libero, tornai a dormire senza farmelo ripetere due volte. Mi svegliai alle 11.30 credendo fossi solo ma Evan era nel letto accanto al mio che dormiva ancora. Mi alzai e feci una doccia quando uscii dal bagno lo trovai sveglio a giocherellare col cellulare, esclamò un 'Buongiorno' molto allegramente e io risposi "Buongiorno a te, niente lavoro?"
"Mi sono ricordato che avevi il week end libero così ho chiesto di averlo anche io, dovresti ambientarti meglio in questa città no? E come faresti senza una guida?"
"In realtà conosco abbastanza bene Londra" esclamai perplesso
"Si ma non come la conosco io, non per i sabati sera da abbuffate e sbronze, quei posti non potresti conoscerli" accettai l'invito e proposi di cucinare qualcosa li visto che saremmo usciti la sera, lui accettò e iniziammo a piastricciare qualcosa. Divennero le 4 per quando mettemmo apposto il casino combinato per fare un piatto dei peggiori spaghetti mangiati in vita mia, credo proprio che il prossimo obbiettivo sarà imparare a cucinare e magari insegnarlo anche ad Evan. Evan consigliò di dormire visto che la serata sarebbe stata abbastanza lunga. Erano le 8 a turno facemmo la doccia, per essere il mio primo coinquilino ero stato molto fortunato era un tipo svelto, così io potevo dedicarmi un po di più alla cura del mio corpo, a cui ero abbastanza in fissa. Decisi di vestirmi sobrio per non dare troppo nell'occhio misi dei pantaloni neri, come sempre strettissimi, una camicia di seta bianca sbottonata allo stomaco, per far vedere la meraviglia dei miei tatuaggi, una pashmina nera che scendeva senza allacciarla attorno al collo in fine un cappello, uno dei tantissimi, nero con una piuma di fianco, il mio preferito. Evan anche lui aveva un pantalone nero con camicia bianca ma credo che rispetto a me sembrasse molto più etero, non che non lo fosse, cioè in realtà del suo orientamento sessuale non sapevo nulla ma lo sentii spesso parlare a telefono con delle ragazze in quei giorni quindi intuii fosse etero, quasi lo speravo, o forse no. Uscimmo in macchina quella sera, ci dirigemmo verso un locale parcheggiammo e Evan mi presentò i suoi amici, tra cui anche tre ragazze, una di quelle credo che mi avesse mangiato praticamente con lo sguardo ma io non le diedi importanza, quasi che ad un certo punto dopo vari tentativi di seduzione, vidi comparire sul suo volto un'espressione di delusione e amarezza. Entrammo e mangiammo, feci amicizia con i ragazzi, che erano davvero simpatici, ma non erano per me, parlavano solo e unicamente di ragazze e macchine, non per il fatto che io fossi gay ma proprio non sopportavo questi tipi di ragazzi, a me piaceva leggere, scrivere, fare fotografie, girare per negozi, ma forse ero un caso a parte. Dopo aver mangiato ci recammo in una discoteca vicina, avevo sempre odiato le discoteche, troppa gente, troppa confusione, puzza di qualunque cosa, l'unica cosa bella era che potevi praticamente fare sesso con una persona di qualunque sesso senza che nessuno ti rompeva le palle, purtroppo non ho mai sperimentato, vivevo in una città troppo piccola, anche in discoteca si usava essere casti, educati e mai fuori dal normale. Evan si avvicinò una volta entrati e mi urlo all'orecchio permettendomi di sentirlo "C'è Lottie che ti sta mangiando con gli occhi, cristo Harry buttati no?" Andai in panico giuro non sapevo come risponderlo se gli avessi risposto che non mi andava sarei sembrato un gay depresso a cui non faceva piacere stare li (in effetti era proprio così) quindi dovevo fare la parte dello sbruffone e disinteressato di Lottie non delle ragazze in generale "Chi la tua amica? Ehi mi sembra un po piccola per me, a me piacciono le donne, quelle vissute, con esperienza" lo risposi facendo un occhiolino sulla parola esperienza, Harren sei proprio un idiota, sussurró la vocina nella mia testa, che in quel momento avrei voluto soffocare, già erano difficili di per se le cose non mi serviva il grillo parlante che rompeva le palle. Mi sciolsi ed evitai l'argomento ragazze e soprattutto Lottie che molte volte mi venne vicino mentre ballavo ma non le diedi importanza, a dire il vero la snobbavo proprio, quasi come la peste, povera ragazza era anche carina aveva anche stile si vedeva che era messa bene a soldi, ma niente da fare, scusami biondina. Evan stava ballando con un gruppo di gente e ormai erano le 2 e io ero stanchissimo così mi avvicinai e gli domandai se fosse venuto con me, ma mi disse che stava aspettando un amico e che dopo si sarebbe fatto accompagnare, così uscii, presi la macchina e mi recai a casa. Quando entrai dalla porta mi spogliai mi scaraventai nel letto misi le cuffiette e caddi in un sonno profondo, che si ruppe alle 4, visto che i miei occhi percepirono una luce, pensai fosse Evan e tornai a dormire, nonostante dei rumori ma tanto avevo le cuffiette e giuro che per un istante sentii un gemito, di quelli pesanti, quelli che si emettono alla fine di un orgasmo ma non ci pensai, preferii non guardare anche perché se ci fosse stata una ragazza nuda accanto a me non saprei quale fosse stata la mia reazione, non ne vedo una dall'età di 16 anni. Dopo quel "gemito" che non so se fosse stato frutto della mia immaginazione oppure fosse stato vero, vidi la porta spalancarsi e rimase aperta così per due minuti, allora li non ce la feci più a trattenermi e mi alzai, vidi Evan nudo coperto solo da un asciugamano e lo raggiunsi alla porta c'era un ragazzo assonnato, biondo, occhi azzurri che sbraitava, "Evan cos'è successo?" Evan non fece in tempo a rispondermi che intervenne il biondo "Il tuo amico qua, non si rende conto che non abita in una villa e affianco ci sono io, che vorrei dormire perché domani dovrei lavorare, come fai a sopportarlo?"
"In realtà io non ho sentito nulla, avevo le cuffiette e comunque ti chiedo scusa, forse il mio amico non è neanche abbastanza lucido da poterti rispondere" il biondo accettò le scuse per poi rientrare in camera. Chiusi la porta e non trovai più Evan, era entrato in bagno, dove già c'era qualcuna ad aspettarlo, mi rimisi a letto ma stavolta senza cuffie. Dopo mezz'ora percepii la luce che veniva fuori dalla porta, ma al contrario di ciò che mi aspettavo non c'era nessuna ragazza ad aspettarlo in bagno, piuttosto avrei dovuto dire un bel giovanotto castano, senza maglia, tatuato che somigliava molto al mio collega Zayn, ma forse mi ero sbagliato, cioè non è possibile che tutte le persone che stavo incontrando in quella città erano omosessuali. Fortunatamente Zayn (che fosse lui o meno) non faceva più parte della nostra camera. Non so come avrei reagito quando con lucidità avrei metabolizzato questa cosa. Spero solo che non mi sarei fatto coinvolgere da questa situazione.

NOTHING IS LOST_ LarryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora