CAPITOLO 1

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Continuo a rigirarmi nel letto non trovando pace, una lieve luce illumina la mia camera, ormai è l'alba ed è inutile provare a dormire e come se qualcosa mi avesse letto nel pensiero la mia sveglia comincia a suonare comunicandomi che è l'ora di alzarmi e di preparare le ultime cose per il viaggio... Già, il viaggio, ecco cosa mi ha tenuta sveglia tutta la notte,ancora non riesco a credere che finalmente me ne andrò via da qui verso qualcosa di più grande.
Ricordo che quando ero piccola e le persone mi chiedevano cosa volessi fare da grande ed io rispondevo "Andare in America e fare la cantante" tutti mi sorridevano con tenerezza pensando che fosse solo uno stupido sogno da ragazzini come quello dell'astronauta o dell'inventore, poi quando sono cresciuta la storia è cambiata e invece di sorridermi con tenerezza hanno cominciato a ridermi in faccia dicendomi che non avrei mai potuto farcela.
Beh signori mi dispiace comunicarvi che tra meno di ventiquattro ore i miei piedi calpesteranno il suolo di Los Angeles, la città dove tutti i sogni diventano realtà.
Ma ora é meglio darmi una mossa, non vorrei perdere il volo più importante della mia vita.
Con passo molto pesante e la testa piena di pensieri vado in bagno e mi specchio... Dio che disastro! I miei capelli ricci neri sono ancora più annodati e in disordine del solito, i miei occhi verdi sono contornati da due occhiaie viola risultato della mia bellissima notte insonne, nonostante questo decido di non applicarmi troppo a sistemare questo disastro, tanto devo solo stare in un aereo e poi in America vanno a scuola persino in pigiama figuriamoci se notano me in queste condizioni! quindi mi limito solo a lavarmi il viso con dell'acqua gelida e a legarmi i capelli in una coda.
Decido di andare a svegliare mio padre che dovrà accompagnarmi in aeroporto e di farmi un bel caffé giusto per svegliarmi ancora un po'... Ecco una delle cose che mi mancherà dell'Italia, il caffè, non ho voglia di bere quella schifezza Americana composta dal 20% di caffeina e l'80% di acqua... Ma vabbè, pazienza, ne farò a meno.
Tra un preparativo e l'altro arriva il momento che avrei voluto skippare immediatamente... salutare la mia famiglia, mi fa male vederli li impalati con le facce lunghe come se stessi andando in guerra.
Mi avvicino ai miei fratelli e ci stringiamo in un forte abbraccio, mio fratello Luca mi dice:
«Se ti fanno qualcosa chiamaci che veniamo in America e facciamo il culo a tutti.»
Rido mentre una lacrima scende e li riabbraccio.
Ora è il suo turno, mia madre mi guarda dal basso trattenendo le lacrime, io l'abbraccio fortissimo e le dico:
«Mamma dai, guarda che poi per le vacanze torno, non è che non mi vedrai più.»
«Lo so, però poi io come faccio da sola in questo manicomio?»
«Mandali a quel paese.»
Lei ride. E poi mi fa:
«Ma sei sicura che non ti vuoi portare qualcosa da mangiare durante il viaggio? Oppure qualche barattolo di melanzane sott'olio che ho fatto io?»
Alzò gli occhi al cielo... Ah le mamme Italiane.
«Mamma stai tranquilla! Ora vado ok? Mi mancherai.»
L'abbraccio e prima di scoppiare a piangere mi affretto ad entrare in macchina e dico a mio padre di partire.
Durante il viaggio in macchina, come se fossi in un film, guardo fuori dal finestrino assorta nei miei pensieri, e improvvisamente mi addormento.
Quando mi sveglio mi guardo intorno e mi accorgo che siamo già fuori dall'aeroporto... ci siamo, un'altra ora e potrò salire su quell'aereo che cambierà totalmente la mia vita.
Faccio il check-in, metto la mia valigia sul nastro e mi volto verso mio padre e gli dico:
«Mi raccomando non fare arrabbiare mamma.»
Lui ride e mi abbraccia, senza aggiungere altro, è sempre stato un tipo di poche parole, così gli sorrido e mi avvio verso il gate con il mio biglietto alla mano.
Salgo sull'aereo e mi metto a sedere al mio posto, fortunatamente sono capitata al lato del finestrino, dopo trenta minuti l'aereo decolla, e tutto comincia a rimpicciolire sotto di noi... È fatta... Sto andando.
Mille domande mi frullano per la testa... Riuscirò ad Ambientarmi? Amerò oppure odierò questa città? Ma soprattutto... Che sorprese mi riserverà...?

Questo viaggio sembra non terminare, sono su questo aereo da 9 ore e mancano ancora 4 ore al mio arrivo, ho cercato di dormire ma senza riuscirci così ho passato il mio tempo a guardare dei film e ho guardato tutti quelli che mi suscitavano un po' di interesse ed ora non so cosa fare.
Mi rilasso contro il sedile e guardo fuori il finestrino dell'aereo, fuori delle piccole nuvole fluttuano tranquillamente e subito ricordo quando da piccola credevo che fossero fatte di zucchero filato e subito un sorriso si fa spazio sulle labbra, delle volte vorrei tornare bambina solo per ritrovare quell'innocenza perduta, quando ancora non sapevo cosa fosse un cuore spezzato, quando non sapevo cosa fosse il bullismo, quando non sapevo cosa volesse dire sentirsi soli e senza amici, ma questo mi ha aiutata a formare il mio carattere, anche se purtroppo la fiducia nelle persone è andata perduta... Tra un pensiero e l'altro cado tra le braccia di Morfeo.

•Dream•||Tony Lopez||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora