Capitolo 7

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I ricordi sono la cosa più bella e dolorosa che abbiamo, ci aggrappiamo a questi per non cadere ma nello stesso momento sono in grado di distruggerti lentamente.
Tate è appena uscita da questa stanza, mentre io vorrei non lasciarla mai.
Qui dentro c'è la parte più bella di noi, ed io ricordo ogni momento.
Accenno un sorriso pensando al periodo prima di confessarci i nostri sentimenti. A quando fingevamo di non sapere cosa stesse succedendo fra di noi.
È stato bello, tutto è stato così bello che a stento riesco a crederci di averlo vissuto. Tocco le lenzuola e provo a ricordare la sensazione delle sue mani su di me.
Sono passate poche ore, ma non sapere quante altre ne dovranno passare mi angoscia.
È una sensazione nuova che ho provato solo quella notte, quella notte in cui ho capito che avrei dovuto prendere una decisione che inevitabilmente avrebbe portato a delle conseguenze.
Le parole di Miss Morris fanno male ma le comprendo. Sono scappata via da loro, dalla mia vita e da tutte le persone che ne facevano parte.
Ho mollato tutto per una sola persona.
Sono scappata, questa è la verità eppure non potrei mai pentirmene.
Ricordo bene tutto quello che lei ha fatto male, e se solo potessi correrei da lei e le spiegherei tutto, ma non posso.
Non posso.
Non stavolta.
Mi alzo, devo tornare da loro, e come se non provassi dolore apro quell'armadio dove ci sono ancora tutti i suoi vestiti.
È passato tempo eppure riesco ancora e percepirne l'odore. Resto ferma davanti quell'armadio per non so quanto tempo, poi trovo il coraggio di afferrare una sua maglia e dei pantaloncini. Non pensavo che dei semplici vestiti potessero farmi sentire meglio.
È come se mi stesse abbracciando ma non è così.
Ho bisogno di altro tempo, forse ho solo bisogno di gettarmi in questo letto e provare a dormire, ma quando il campanello suona ed una voce piuttosto famigliare urla il mio nome, mi rendo conto che grazie a loro riuscirò a sopportare anche questo.
I nostri amici sono sempre stati la nostra forza, ci hanno sempre compresi e poi, Corrine non immagina quanto altro materiale io abbia da fornirle.

I capelli rossi e quello sguardo da cerbiatta, la sua schiettezza, le sue parolacce e la sua inaspettata gelosia verso Thomas.
"Però, non immaginavo che fossi così..."
"Puoi dirlo", Thomas viene a sedersi al mio fianco. "Rompi coglioni, è una rompi coglioni. Ho semplicemente aiutato quella signora con il carrello".
"Signora?" La rossa si alza e mi viene da ridere per il modo in cui Thomas si nasconde dietro di me. "Avrà avuto trent'anni".
"Appunto, io ne ho diciannove".
"Ahhhh, ringrazia il fatto che io non abbia voglia di fartela pagare".
"Però", mi acciglio. "Vi ricordavo...diversi, più tranquilli".
"Lei è peggiorata", e un cuscino mi finisce dritto in faccia. "Vedi, sei manesca. Sei pazza".
"Ok, ok...forse è meglio se vado a vedere cosa sta preparando Charlotte".
"E no", Corinne posa una mano sulla mia spalla. "Ho così tante cose da chiederti".
"Per il sequel?" Ridacchio. "A proposito, sei famosa ora?"
"Ecco....".
"Ha voluto aspettarti", è la prima volta che Thomas sembra serio, e sono seria.
L'ultima volta che ha usato questo tono è stato quando io e Damon abbiamo lasciato Manchester.
"Si, era tutto pronto. Avevo mandato il manoscritto e stava per andare in stampa. Tate ha la prima copia ma poi ho bloccato tutto".
"Oh, come mai?" Sussurro. Dentro di me non vedevo l'ora di leggere la nostra storia vista dall'esterno.
"Mancava qualcosa, mancavate voi e sapere che tu non l'avresti mai potuto leggere mi ha destabilizzato. Infondo ci siamo conosciute così. Quando sei venuta a casa mia hai iniziato a parlarmi di questo ragazzo, e mi hai ispirata. La tua storia, voi due, tu...forse non te ne rendi conto ma....tu e Damon avete vissuto qualcosa di unico, ed ora....state per riviverlo".
"C-credo di aver capito", sospiro, "e dentro di me so che ci spettano altre sfide. In questi anni ho davvero sperato di aver raggiunto un nostro equilibrio. Ho davvero sperato che quella fosse la nostra vita e così sarebbe stato per sempre ma....qualcosa è successo".
"Andrà tutto bene, il mio amico è un grande".
"Gli mancavi, sai?" Guardo Thomas e ricordo una serata in particolare con Damon.
Era passato un anno, ed eravamo ancora in Messico.

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