Capitolo 55

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Damon's pov

Sono sempre stato bugiardo e non mi sono mai fatto tanti scrupoli ad esserlo, poi nella mia vita è entrata una persona. Una donna che mi ha fatto venir voglia di essere migliore.

Odio mentire a Stefan, in realtà è una cosa abbastanza recente ma con la quale avevo imparato a convivere. Ora mi ritrovo costretto a farlo, non voglio che si preoccupi e sembra abbastanza stanco dopo parecchie ore di chemio.

"Ti serve qualcosa?" Gli chiedo, mia madre è con noi. Ho la sensazione che tutti e tre abbiamo invaso casa di Rodrigo, ma lui ora non c'è, e sinceramente non me ne frega un cazzo di quello che potrebbe pensare.

"No, voglio solo riposare", si alza da quella che ormai è diventata la sua poltrona, ed io e mia madre ci ritroviamo a fissarlo mentre raggiunge una delle camere da letto. Non ce ne sono molte come nella sua villa, ma questa casa non è affatto piccola.

"Com'è andata?" Domando non appena sento la porta chiudersi. Non so perchè, ma ho la sensazione che Stefan ce l'abbia con me.

"Abbastanza bene, lui è ... molto irascibile".

"Immaginavo", borbotto, "ma l'importante è aver iniziato, giusto?"

Odio anche apparire così insicuro, ma questa cosa mi ha messo a tappetto. Non ero pronto, e non volevo neppure esserlo.

Quando mio padre Edmund si è ammalato, non avevo ancora la maturità per capire quello che stava succedendo. Oggi purtroppo lo comprendo, e soffro. Mi costa ammetterlo, ma l'idea di perderlo mi uccide.

"Giusto", accenna un sorriso pigro, anche lei è molto stanca, poi però sussulta come se si fosse appena ricordata qualcosa. "Ha chiamato Rodrigo, domattina tornano".

"Tornano?" Sento la rabbia montare dentro, dovrò mentire anche a lei.

"Si", mi guarda incerta e, forse, anche un po' preoccupata. Dovrei sentirmi in colpa, ma in realtà io non ho promesso nulla a nessuno di loro. "Rodrigo, Viktor e Jacob", è cauta nel pronunciare quel nome.

"Capisco", mi costa dirlo, non immagina quanto.

"Tranquillo, solo Rodrigo verrà qui. Per il momento Jacob tornerà a casa con suo padre".

"Scherzi?" La finta calma che ho cercato di mantenere, è andata a farsi fottere. "Lui starà a casa sua come se nulla fosse successo?" Urlo diventando rosso di rabbia. "E chi mi assicura che lui non scappi e provi a cercare Krystal?"

"Fidati di me, non succederà", prova a prendere la mia mano ma mi ritraggo. Questo è troppo.

"Fidarmi di te?" So di ferirla ma non ho più controllo delle mie parole. "E a cosa mi ha portato fidarmi di te? Sono quasi morto per le vostre bugie, Krystal è quasi morta e tu mi chiedi di....cazzo, tu sei pazza", abbassa lo sguardo ma non me ne frega. "Anzi sai una cosa?" Il mio tentativo di mentire a tutti è appena fallito. "Voglio vederlo", lei sussulta e fa per dire qualcosa ma la fermo. "Parlerò con Viktor, ma sono sicuro che a lui convenga accettare la mia proposta", poi abbasso la voce ed i sensi di colpa tornano tutti nello stesso istante. "Stefan non deve saperne nulla".

"Damon", sussurra il mio nome con dolore, ma non posso lasciarmi distrarre da questo.

"No mamma, io devo vederlo. Io devo far finire questa storia una volta per tutte. Tranquilla", dico vedendola sbiancare. "Non voglio ammazzarlo, ma lui deve parlare. Sono sicuro che suo padre non sia stato molto persuasivo".

"Non ti farò cambiare idea, vero?" Si è arresa, forse sono i miei occhi ad averla convinta che è meglio lasciarmi fare.

"No", me ne torno nella mia stanza e mi chiudo a chiave. Ho bisogno di un momento tutto mio per esserle più vicino.

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