-" Mi fai entrare o resto fuori? "-
-" Scusa, sì entra pure era che non me lo aspettavo! "-
Ti sorrido e i miei occhi si riducono a fessure. Odio questa mia espressione ma quando ti guardo non riesco a non sorridere. È un sorriso vero, pieno, sentito. Di quelli che, anche se ti rendono buffo, vorresti non perdere mai.
V: -" Mi sdebito per l'altro giorno... "- dice porgendomi la candela.
A: -" Grazie mille ma non dovevi, sai che se l'ho fatto è perché mi andava" -
V: -" Allora andava anche a me, poi so che ti piaceva "-
Mi piace ancora, mi è sempre piaciuta. Dopo la vittoria ad Amici te ne regalai una.
Il suo odore, rosa, mi ricorda la nostra prima volta, il nostro primo bacio, le giornate a casa a guardarci un film, le risate con Olli e Dani. Mi ricorda te, mi ricorda noi: tu, io e i bambini
che piccoli, ormai, non sono più.A: -" La adoro ancora!!! Grazie"-
Ti guardo con timidezza.
A: -" La chiamerò Veronica... "-
V: -" Come scusa ahahah? "-
Penso ad alta voce. Dio che stupido! Mi prenderà per pazzo. Trascorro da solo molto tempo e per scacciare le paranoie mi ritrovo spesso a parlare con me stesso.
-" Ehm si, cioè, la candela me l'hai regalata tu e quindi la chiamo come te... "-. Tergiverso, dico cose sconnesse.
-" Bel nome! "- rispondi ridendo.
Il tuo nome ha un non so che di particolare. Non perché ti appartenga. Mi piace il suono che scaturisce quando lo pronuncio.
V E R O N I C A. È una melodia strana, che canticchierei all'infinito.
Mi gratto la nuca... credo di essere fuori di testa!
Ora che faccio? Non so come comportarmi. Non ho nulla da offrirle. Avevo preventivato di mangiarmi un toast per cena e il mio frigo è vuoto. Mi volto e mi accorgo di aver lasciato il casco della moto sul divano.A: -" Ti piace ancora andare in moto vero? Vero Vero?" -.
Ridi, e sei così bella.V: -" Certo perché? Me vuoi porta' in moto? " -
A: -" Ma si dai un giretto " -.
Prendo il casco di Alessio che conservo per quando viene a Roma, afferro il mio e cerco le chiavi.
Non le trovo. No cazzo Andreas non ora!! Ricorda dove le hai messe!!V: -" Nella tasca destra del borsello? Una volta le tenevi sempre lì... "-.
Me lo dici piano, scandendo bene le parole. Quel "una volta" lo hai pronunciato con una sorta di malinconia.
Prendo il borsello, frugo nella tasca e le trovo. Mi volto, ti guardo.-" Grazie... "- mi avvicino e ti bacio sulla guancia. Arrossisci ma faccio finta di non notarlo.
Impazzisco quando ti vedo così per me. Non pensavo fosse possibile che Veronica Peparini, donna di tutto un pezzo, potesse arrossire difronte a me: un ragazzotto che nella vita combinava solo casini.Percorro la strada intorno al Colosseo, mi dirigo verso l'Altare della Patria, svolto, costeggio Circo Massimo e vado verso il Giardino degli Aranci.
Tutto il viaggio sentivo le tue esili braccia attorno alla mia vita ed è stata la sensazione più bella degli ultimi anni.
Non sesso, non un bacio, ma semplicemente un lieve abbraccio dalla donna che ho sempre amato.
Arrivati a destinazione ci sediamo sul muretto che staziona alla fine del giardino. Da qui si vede tutta Roma. Il cielo è un miscuglio di sfumature rosse e arancioni.
Abbiamo lo sguardo rivolto verso l'orizzonte e il silenzio ci circonda. Non è una quiete imbarazzante; è piacevole, bisognosa, che ti colma. È un silenzio che dentro provoca tanto rumore.-" A che pensi? "-
Rido, sei tornata a domandarmelo dopo tempo. Me lo chiedevi sempre. Mi leggi. Solo tu riesci a farlo.
-" Penso a quanto sia bella questa città. Prima la trovavo caotica... non sono uno a cui piace il casino. Lo sai"-
-" Lo so"-
Lo sappiamo. Ci conosciamo. Ma il verbo conoscere non è per noi. Noi viviamo l'uno dell'altro. Noi ci sentiamo. Io non ti ascolto. Ascoltare significa prestare un' attenzione generica e tu per me non sei mai stata una delle tante. Ti sento Veronica. Mio nonno me lo diceva sempre: l'amore non deve per forza avere senso, basta sentirlo.
-" Pensavo che ho fatto un mucchio di stronzate... "-
Ti volti e mi guardi.
-" In che senso? "-
-" Nel senso che ho lasciato andare le cose a cui tenevo più nella vita. Ho lasciato andare ciò che mi fa stare bene, ciò che mi rende felice. Ho mollato tutto, e con tutto intendo anche me stesso. Senza ciò che mi fa sorridere, amare, gioire, ballare, non sono più Andreas. "-
Sei immobile. Mi scruti con i tuoi splendidi occhioni.
-" Le ho lasciate andare per paura, paura di essere felice. Paura di non meritarmele. Paura di non riuscire a tenerle tutte insieme. Ma le cose belle non si lasciano andare... una come te non si lascia andare Vè. Sei la donna più incredibile che io abbia mai conosciuto! E sono stato un grande coglione a non riprovarci prima. Non dovevo farti andare via. Non dovevo perderti... non potevo e non posso. "-
Entrambi piangiamo. Con te mi sfogo, mi libero, racconto. Non esplodo. A te devo tutto.
Voi ce l'avete una persona così? Quella che rende i tuoi giorni migliori?
Quella che ti capisce con uno sguardo?
Quella a cui puoi dire tutto?
Quella che ti fa battere il cuore?
E tu, la hai una persona così?-" Andre che vuoi dire con questo? "-
-" Voglio dire che ti amo, ti ho sempre amata. Voglio dire che sono stato un coglione e lo sono tutt'ora. Non doveva finire, perché non può finire. Fra noi due non finisce Vero! "-
Dimmi che mi hai capito amore mio. Perché solo tu puoi farlo.
-" E allora non facciamola finire Andrè"-
Ti porto su di me. Con le tue gambe mi cingi la vita. Ti sposto un ciuffetto biondo dietro l'orecchio.
-" Baciami stupido"-
Non esito. Poggio le mie labbra sulle tue. Le nostre lingue si cercano, si trovano, si perdono e poi si rincontrano. Ed è un bacio sconnesso, un bacio che sa di noi. Di due che al per sempre ci possono arrivare perché ne sono portati, di due amanti folli, come Romeo e Giulietta. Di anime che si rincontrano perché a star da sole non sono capaci. Siamo noi. Noi e basta. E fino a quando ci sarai tu al mio fianco tutto avrà un senso. Perché mi completi, mi migliori, mi fai rinascere. Perché sei tornata, anche se dalla mia testa non sei mai andata via.