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48 è il numero di scalini per arrivare al tuo appartamento. Il 13 maggio 2018 avevo lasciato definitivamente Maria Elena per stare con te. Venni a dirtelo; dirti che da ora in poi saresti stata la mia sola e unica fidanzata. Nonostante fossi l'unica che amavo mi rinfacciasti spesso di non aver abbastanza coraggio per lasciare quella ragazzina. A volte la situazione si trasformava in una delle tue tante paranoie.
-" La verità è che tu non mi ami, o perlomeno non abbastanza"-
Me lo dicesti svariate volte e fu la frase che mi fece più male. Ti amavo più di ogni altra persona al mondo e speravo che prima o poi
l' avresti capito. Con o senza Maria Elena.
Quella sera ero teso come una corda di violino e per distrarmi feci il tragitto dal portone del condominio al tuo uscio contando i gradini che li separavano. Li ho percorsi talmente tante volte che ne conosco a memoria le striature del marmo. Verdi, nere, grigie. Alle piccole cose, quelle che sembrano banali, non dai molta importanza fino a quando non le hai più sotto gli occhi. E di noi mi mancano anche questi 48 gradini. Finalmente arrivo alla porta. La trovo socchiusa e la spingo leggermente. Un batuffolo di pelo marrone mi corre incontro. Muso. È più vecchio ma è  allegro come una volta. Mi commuovo vedendolo. Mi ricorda così tante cose. Te lo regalai nel 2018 per Natale. Misi un annuncio su instangram scrivendo di voler trovare un barboncino per un mio amico. Lo cercavo  per regalartelo perché so che l'avresti amato come il figlio che da me non avresti avuto.
Alzo lo sguardo e ti vedo con una mano tesa verso di me. Te la stringo in segno di piacere. Ridi fino a farti uscire le lacrime.
-" da quando mi saluti stringendomi la mano? Volevo il gelato per metterlo in freezer! "-

-" oh si anvedi che scemo scusa " -

Ma che cazzo mi è saltato in mente? Sono diventato rosso come un pomodoro. Lo vedi cosa mi fai? Diventare più scemo di quel che già sono.

-" che gusti hai preso? "-
-" Pistacchio, stracciatella, nocciola, limone e fragola" -
-" come tempo fa ..."-
-"come tempo fa." -

Lo ripeto lentamente. Cazzo sono entrato qua dopo 6 anni e non è cambiato nulla. La parete dei lego ora ospita dei vasi con dei fiori. Le foto sono sempre posizionate nelle stesse posizioni ma raffigurano momenti diversi e persone cresciute. E poi ci sei tu che  non sei cambiata di una virgola. Quei capelli biondi col ciuffo, le ciglia lunghe, le unghie con lo smalto rosso, le tue labbra colorate di rosa scuro. Sei sempre la mia Veronica.
-" ao non parli più? Sono passati  anni ma so' sempre io eh" -
Sei sempre tu.
Ci sediamo a tavola. Digiti un numero sul cellulare. Ordini due pizze: una margherita e una quattro formaggi.

-" non mi hai chiesto che pizza volessi... "- ti prendo in giro.
-"che pizza avresti preso? "-
-" la 4 formaggi "-  rispondo con la faccia divertita.

Sorridi. E Dio non smettere mai di farlo perché sei bellissima. Quando ordinavamo la pizza era  d'abitudine: margherita per te e 4 formaggi per me.
Ti racconto tutto quello che non hai potuto trascorrere con me in questi anni. Mi perdo nel discorso e nei tuoi occhi che mi fissano.
Suonano al campanello. Vado ad aprire, pago lasciando la mancia e porto le pizze dentro casa.
Mangiamo. Io come un bambino e te come una signora. Tagli la punta della fetta con la forchetta e il coltello, per poi prenderla con le mani, piegarla leggermente e metterla in bocca.
Mi parli di come va ad Amici, di quello che stai facendo, dei progetti che hai, delle coreografie che devi preparare per il nuovo concerto di Alessandra amoroso. Ma io so già tutto. Perché ti seguo. Da lontano, ormai, ma lo faccio.
Io ti riferisco della scuola Hip Hop che ho aperto e di come vanno le cose in famiglia. Alessio si sposerà. Daniel... beh lui è sempre uguale. Buono come il pane. A volte mi chiede di te.

-" sai a volte mi chiede: e Veronica come sta? "-

Ti blocchi. Alzi lo sguardo. Percepisco il dispiacere nei tuoi occhi.

-" Andre scusa davvero "-
-" no perfavore non parliamo del passato, siamo qua ora no? "-

Sorridi ma lo vedo che qualcosa dentro te si è rotto. Ed è sempre colpa mia se il tuo cuore perde colpi.
-" prendo il gelato dai "-
Mi alzo, apro il freezer, afferro la vaschetta di gelato, prendo due cucchiai e le coppette.
Non mi sono accorto di aver fatto tutto in modo spontaneo.
Col gelato ti torna il sorriso. Come ai bambini.
Sono le 22:30. Domani dovrai svegliarti presto per provare alla Planet le coreografie del concerto.
-" mi ha fatto davvero piacere Vero. Se ti serve qualcosa scrivimi. Io sto qua "-

Ti stringo in un abbraccio. Sto per lasciarti ma il tuo viso si ferma a pochi centimetri dal mio. Con la mano ti sposto il ciuffo dietro le orecchie. Mi baci la fronte. Ti allontani e mi saluti con un fievole "ciao Andre". Ti sorrido e mi chiudo la porta alle spalle.
Torno a casa mia. Vuota, buia e silenziosa.
Mi metto sul divano e penso a quando tutto è iniziato.
Ho capito che mi piacevi quando ti avrei baciata a metà di qualsiasi discorso.
Ho capito che mi piacevi quando se ti dicevo " va tutto bene", tu non mi credevi e mi bastava un tuo sguardo e tutto risultava più semplice.
Ho capito che mi piacevi la prima parola che hai detto come se mi fossi piaciuta a prescindere, già, ho capito che mi piacevi ancor prima di piacermi.

E ora ti amo.
Amo te e tutto quello che ti riguarda.
Amo il modo in cui mi guardi.
Amo come mi sorridi quando dico qualcosa di stupido.
Amo come mi stringi.
Amo il modo in cui parli e la tua risata.
Amo lo sguardo che fai quando sei arrabbiata.
Amo il modo in cui ti muovi e come balli.
Amo il modo in cui mangi la pizza.
Amo come ti trucchi.
Amo guardarti.
Amo amarti.

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