"Stop messing
with my head"Drop Dead, Holly Humberstone
Lena
Salii sull'aereo con la felicità di chi sta per partire per una grande avventura, di chi sta per avere un nuovo inizio o di chi sta per raggiungere la persona che più ama al mondo. Era quel genere di felicità, ma non derivava da nessuno dei precedenti motivi. Ero felice perché ero innamorata e perché, dall'altro lato del continente, a New York, lui era lì ad aspettarmi.Immersa nei miei pensieri leggeri, trovai il mio posto nella parte frontale del veicolo e mi sedetti. Cercai di mettermi comoda e prepararmi per sei ore di volo in cui, data la notte in bianco passata con Shawn, avrei sicuramente dormito.
Mancava poco al decollo e, prima di spegnere il cellulare, controllai i messaggi. Scrissi a Grayson per qualche minuto, scherzando con lui e pensando a quanto sarebbe stato strano tornare in città senza il mio amico. Poco prima di spegnere il telefono, la notifica di un nuovo messaggio di Finn lampeggiò sullo schermo. Sospirando, lo aprii.
"So di aver detto di voler prendere le distanze per un po', ma volevo augurarti buon viaggio." Lessi.
Più che farmi piacere, quel messaggio mi fece arrabbiare. Spensi il telefono senza rispondere e, con rabbia, mi voltai verso il finestrino.
Cosa significava che siccome non ricambiavo i suoi sentimenti non potevamo più essere amici? Odiavo questo comportamento ed odiavo sentirmi come se non valessi abbastanza in quanto persona per potergli essere solo amica. Non trovava piacere nella mia compagnia se non poteva ottenere di più da me? Era sempre successo così. Allen ne era un esempio ed ora anche Finn.
Forse, in effetti, era un bene che si allontanasse perché ero stufa di circondarmi di persone del genere. Forse un periodo di tempo a casa mi avrebbe aiutata a riflettere su ciò che volevo dalle persone attorno a me, da me stessa e dalla vita.
L'aereo si levò in aria distogliendomi dai miei brutti pensieri che contrastavano con quelli felici di pochi minuti prima. Mi appoggiai al finestrino e chiusi gli occhi, addormentandomi in pochi secondi.
Mi risvegliai solo quando la voce dell'hostess si fece insistente nell'annunciare l'arrivo al Portland International Airport. Con gli occhi ancora stanchi, sbirciai fuori dall'aereo che sorvolava la città che si estendeva tra il fiume e le montagne.
Un brivido mi percorse la spina dorsale. Succedeva sempre così quando tornavo a casa, sentivo la sensazione di famigliarità, ma, al tempo stesso, avevo paura. Questa volta, tuttavia, non sembrava esserci alcun motivo per averne e forse ciò era anche peggio: non sapere cosa ti aspetta, l'ignoto.
Scesi dall'aereo ripetendo mentalmente le parole di Shawn: andrà tutto bene.
*
Mi mancava zio Ben, mi mancava la vista di casa nostra sulla foresta e le montagne in lontananza, mi mancava la cucina di Gwen. Casa sembrava immutata da quando ero partita. In effetti, ero stata lì solo poche settimane prima, eppure non notai nulla di diverso nemmeno nei fiori della casa dei vicini, nemmeno nel cielo grigiastro. In quella città sembrava non cambiare nulla.Nash non era a casa, era partito per il suo viaggio alla ricerca di se stesso e ciò mi fece sorridere. Speravo avrebbe trovato ciò che tanto cercava.
Posai le valige in camera mia e, dopo aver parlato con Ben e Gwen facendomi aggiornare sulle loro vite per circa un'ora, mi feci informare da mio zio sui dettagli della riabilitazione.
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Portland 3 » Shawn Mendes
FanfictionNew York, una diversa prospettiva e l'inizio di una nuova vita per Lena e Shawn, le cui strade hanno ormai preso direzioni opposte. La morsa attanagliante di Portland riuscirà, tuttavia, a raggiungerli anche nella grande città e a farli incontrare n...