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"Whenever it was painful
Whenever I was away
I’d miss you"

Sunburn, Ed Sheeran

Lena

Avevo sempre pensato che a tutti fosse dovuta una possibilità per spiegarsi e chiedere scusa, ma Shawn me ne aveva concesse talmente tante che, ormai, non potevo più beneficiare della sua gentilezza. Era strano essere arrivati a quel punto, ma era ciò che meritavo. Se magari avessi fatto meno stronzate quando stavamo insieme, lui non sarebbe stato stanco delle mie parole ora che avevo veramente bisogno di fargli sapere come erano andate le cose, come fosse stato tutto un gioco malato contro noi due.

Ogni sua parola pronunciata con indifferenza aveva squarciato in profondità il mio petto, eppure sapevo il perché lo aveva fatto: cercava di difendersi da me e da tutto il male che avrei nuovamente portato nella sua vita se fosse stato ad ascoltarmi. Così, avevo sorriso facendo capire che non mi aveva ferita e che non ero ancora ancorata al passato.
Speravo avrebbe creduto al mio modo di agire, ma al tempo stesso mi chiedevo come potesse anche solo pensare che avrei mai potuto dimenticare ciò che eravamo stati. In fondo, il primo vero amore non si può scordare.

Non avrei scordato Shawn, come ero sicura che lui non avrebbe scordato me. Speravo soltanto che il ricordo che lui avrebbe avuto di me non fosse così terribile.

E intanto, il tempo sarebbe passato e Shawn sarebbe diventato sempre più lontano e sempre più lontane sarebbero diventate anche le mie emozioni nei suoi confronti.

Rientrai nell'edificio asciugando il volto con una mano per eliminare l'ultima traccia di quell'incontro e respirai a fondo, pronta ad assimilare il punto che Shawn aveva messo. Incontrarlo, dopotutto, poteva essere un bene: avevo avuto la conferma che nel cuore fin troppo grande di quel ragazzo non c'era posto per me e, dopo che la realtà mi era stata sbattuta in faccia, entrambi noi potevamo aprire una nuova porta. Mi chiedevo solo quanto tempo ci sarebbe voluto per poter finalmente stare bene.

Passai la pausa pranzo seduta negli spogliatoi vuoti della scuola e non riuscendo a distaccare la mente dal ragazzo che ormai tutto il mondo conosceva. Dimenticai persino di mangiare e, finita la pausa, mi recai di corsa alla lezione di punte.

Il volto severo del Professor Morgan non era esattamente ciò di cui avevo bisogno in quel momento, tuttavia la paura di farlo infuriorare per un qualsiasi motivo come la mia disattenzione, mi costrinse a non pensare a Shawn.

Dopo un'ora di riscaldamento dei piedi con le punte, sentivo già le dita perdere sensibilità e la scarpetta diventare un'estensione del mio corpo.

Finalmente, la lezione di classico poteva iniziare e, dall'angoscia dipinta sul volto degli studenti più grandi, potei constatare che loro non fossero così entusiasti di iniziare. Evidentemente sapevano già cosa aspettava loro, ma io volevo solamente ballare il più duramente e intensamente possibile per scollegare la mia testa dalla spina, perciò speravo proprio che Morgan fosse un vero osso duro.

"Sembra arrabbiato senza nessun apparente motivo; non è un buon segno." Bisbigliò Lillian, posizionata dietro di me alla sbarra a muro.

Deglutii guardando gli occhi azzurri del professore squadrare i corpi di ogni alunno alla ricerca di un minimo errore di postura o di abbigliamento. Facevo fatica a vederlo così lucido ed impeccabile nei suoi pantaloni eleganti e camicia azzura sbottonata poichè l'immagine dell'uomo seduto scompostamente ad un tavolo del Moonlight Tango con più di un bicchiere davanti faceva a pugni con quella attuale.

"Una volta ha buttato fuori dall'aula una ragazza perchè dopo un centinaio di chaînés ha perso l'equilibrio." Continuò la mia nuova amica.

Portland 3 » Shawn MendesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora