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"My V is for Vendetta
Thought that I'd feel better
But now I got a bellyache"

Bellyache, Billie Eilish

Shawn

"Posso fare una foto con te?" La voce della bambina risuonò squillante riportandomi alla realtà.

Sbattei le palpebre un paio di volte, incredulo, ma Lena era ancora davanti ai miei occhi ed io non stavo immaginando nulla.

Cercai di ignorare la rabbia crescente verso di lei, ma soprattutto il dolore che avevo cercato di accantonare in un angolo per tutti quei mesi e mi rivolsi alla bambina al suo fianco.

"Certo." Le sorrisi abbassandomi al suo fianco e guardando con la coda dell'occhio Lena fare qualche passo indietro. Per un attimo pensai se ne stesse andando, ma si fermò accanto alla fontana aspettando che la madre della bambina scattasse la fotografia.

Ringraziai la signora e la figlia e, dopo aver abbracciato quest'ultima, infilai il mio cappellino con la visiera e mi diressi da Lena, sperando di non essere riconosciuto da qualcun altro. O forse si, almeno non avrei dovuto parlarle.

Mi dava le spalle e, quando la affiancai, la vidi intenta ad osservare i giochi d'acqua della fontana. Osservai il suo profilo per qualche secondo e poi, con il petto vuoto, guardai l'acqua a mia volta.

Il silenzio tra di noi era tutt'altro che confortevole e tutta la rabbia che avevo provato nei suoi confronti sembrava non trovare le parole per esprimersi.

La mia bocca si aprì da sola ed io stesso non sapevo cosa stesse per dire; probabilmente qualcosa di impulsivo e stupido. Forse era meglio stare zitto.

"Non sapevo fossi a New York." Esordì lei senza guardarmi in faccia. Il solo suono della sua voce mi offuscava la mente.

"Potrei dire lo stesso di te." Ribattei in tono secco.

Certo, ero sorpreso di vederla, ma in fondo sapevo che era proprio a New York che lei voleva vivere. Tuttavia, non pensavo che l'avrei mai rivista. Più che altro, lo speravo. Lena Martin, la ragazza che avevo così strenuamente difeso da ogni accusa, era davvero una persona difficile con cui avere a che fare ed io non volevo più che facesse parte della mia vita, non dopo che lei mi aveva nuovamente spinto fuori dalla sua.  Mi aveva avvertito che mi avrebbe portato a fondo, ma io non avevo mai voluto ascoltarla. Mi ero sbagliato.

"Ascolta, io..." Parlò lei.

"No." La fermai. "Non iniziare neanche."

"Shawn, ti prego. Tu non sai..."

"Non voglio sapere nulla. É stato bello vederti e ti auguro il meglio." Cercai di liquidarla nel modo più veloce possibile, ma la vedevo spaccarsi ad ogni mia parola. Lei non aggiunse altro. Sorrise nervosamente tentando di farmi capire che non l'avevo affatto scalfita e forse era proprio così. Forse mi davo ancora fin troppa importanza nella sua vita. Lena stava bene anche senza di me ed io stavo bene anche senza di lei.

"Shawn?" Una voce pimpante mi fece voltare.

Una ragazza minuta e dai grandi occhi da cerbiatto mi sorrideva e mi porgeva tremante un piccolo quaderno.

"Sei proprio tu!" Esclamò. "Posso avere un autografo?"

Cancellai ogni traccia di negatività dal mio viso e regalai un sorriso alla ragazza. Scarabocchiai velocemente sul suo quadernetto e mi lasciai abbracciare da lei, la quale, dopo avermi ringraziato, si allontanò salutandomi.

Portland 3 » Shawn MendesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora