"Why can't I quit
when you break my heart open?
I need you more than I know."Perfectly Wrong, Shawn Mendes
Shawn
Era semplicemente la quiete prima della tempesta e forse avrei dovuto aspettarmelo. Il mare era stato di una calma piatta per fin troppo tempo ed io non ero preparato agli stormi di nubi nere che scurivano il cielo in lontananza.
Guardavo Lena osservarmi con gli occhi sgranati, le labbra socchiuse e tremolanti e le guance tinte di un lieve rossore dovuto alla quantità di alcol che le avevo visto ingerire. Sembrava spaventata, ma di cosa? Di me o di quello che avrei potuto fare ora che avevo scoperto la verità? Per quello poteva stare tranquilla perché, al momento, non riuscivo a fare nulla.
Ero paralizzato sotto i suoi occhi ghiaccio e non riuscivo a pensare ad altro se non al fatto che lei non avesse voluto lasciarmi. Il mio pensiero fisso mi lacerava dall'interno e mi scaldava il cuore allo stesso tempo: lei non aveva mai smesso di amarmi.Perché non me lo aveva detto? Perché farci così tanto male? Ricordavo il dolore che avevo provato dal giorno della sua fredda chiamata ed il mio salire su un aereo diretto ovunque meno che da lei. Avevo passato così tanto tempo alla ricerca di risposte, ad odiarla, ad amarla e poi odiarla di nuovo, ma era stato tutto un grosso errore.
Colto da un'improvvisa rabbia, strinsi i pugni lungo i fianchi. La musica leggera ed allegra risuonava insieme alle risate degli invitati alla cena, ma il rumore dei miei pensieri era più forte. Ero stato vittima dell'ennesima bugia ed iniziavo ad essere stanco di come la mia vita venisse mandata allo sbaraglio da decisioni e sotterfugi altrui. Ero stufo, ma allo stesso tempo combattuto tra il mandare tutta la serata all'aria, colpire Nash e correre da Lena.
Quando il mio sguardo perso si focalizzò di nuovo sul punto in cui l'avevo vista tremante pochi istanti prima, mi scoprii a non vederla più. I miei occhi balenarono da un angolo all'altro della stanza e, fortunatamente, riuscii a scorgere uno sfarfallio della stoffa rossa prima che scomparisse dietro l'uscita.
Prima che potessi riflettere sul da farsi, le stavo già correndo dietro.
Attraversai la lunga sala piena di tavoli e persone che mi osservavano correre dietro ad una ragazza dai capelli rossi e, una volta fuori dal ristorante, mi bloccai sui miei passi. La notte era buia e senza stelle e l'unico suono udibile era quello del vento che soffiava graffiante e dei miei sospiri incontrollati. Il mio petto si muoveva a ritmo irregolare ed il mio sguardo vagava frenetico in ogni direzione. Di Lena, però, non vi era traccia.
"Dannazione." Sentii imprecare poco lontano da me.
Corsi sul prato umido che circondava il locale e mi avviai sul retro del giardino. Illuminate solo dalla luce fioca di un lampione, delle giostre per bambini occupavano il prato. L'altalena ondeggiava lentamente emettendo un cigolio sinistro mentre, su un girotondo arrugginito, Lena era stesa sulle piccole seggiole.
"Cosa stai facendo?" Domandai. Ero improvvisamente divertito dalla situazione, ma non lo diedi a vedere.
"Sono caduta. Cosa ti sembra?" Farfugliò lei. Era talmente ubriaca da non riuscire a reggersi in piedi né a parlare normalmente.
"Non lo so, non sono io quello steso su una giostra."
"Potrei comunque farci un giro. Magari girando torneremo indietro nel tempo a quando le cose erano più semplici. Ti va di salire?" Chiese con voce da bambina e regalandomi un sorriso. Il mio cuore perse un battito, ma non me lo feci ripetere due volte.
STAI LEGGENDO
Portland 3 » Shawn Mendes
FanfictionNew York, una diversa prospettiva e l'inizio di una nuova vita per Lena e Shawn, le cui strade hanno ormai preso direzioni opposte. La morsa attanagliante di Portland riuscirà, tuttavia, a raggiungerli anche nella grande città e a farli incontrare n...