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"ti va di parlare un po'?"
Bokuto era perplesso.
Sicuramente avrebbe risposto al corvino che era occupato, ma si sarebbe dovuto trovare una scusa plausibile per evitare che quest'ultimo scoprisse il vero motivo per cui non fosse a scuola.
Pensò inizialmente di ignorare il messaggio ma nello stesso istante in cui spense lo schermo del telefono,arrivo un altro messaggio del corvino:
"hey...Bokuto? Ci sei?"
"Cazzo ho visualizzato il messaggio"- pensò.
Decise allora di rispondergli ma di rimanere freddo,per evitare domande scomode.
"Oh ciao akaashi. Tutto bene. In questo momento non posso parlare magari ci sentiamo dopo ok?"
"Ah scusami...non credevo fossi impegnato...a volte mi scordo che non vai a scuola ahahah! Va bene allora forse è meglio che ci sentiamo dopo,ho lezione tra 20 minuti"
"Ok"- si limitò a scrivere.
Ma questo continua la lezione normalmente.
Era davvero una noia,ma almeno il messaggio di akaashi lo aveva intrattenuto anche se per poco,gli aveva fatto piacere parlare con lui.
Poi di colpo accese il telefono e scrisse un messaggio al corvino.
"Stasera sei di turno?"-gli chiese sfacciatamente.
In un primo momento si sentì in imbarazzo ad essere stato così diretto,ma infondo cosa aveva da perdere? E poi Akaashi era un ragazzo,poco importava. Sapeva che tra loro poteva nascere qualcosa come una gran bella amicizia,sentiva che la loro tanta diversità,sarebbe stato il punto di forza di quell'unione.
Il corvino non esitò a rispondere con l'orario preciso in cui sarebbe stato di turno al bar e allo stesso modo Bokuto non rinnegò le sue parole,dicendo a quest'ultimo di essere lì per quell'ora.

Ovviamente aveva già pensato al fatto che molti dei suoi ex compagni di squadra sarebbero potuti essere lì dal momento che quel bar punto di ritrovo per tutti gli studenti dell'Accademia,ma era abbastanza tranquillo perché sapeva che quel giorno sarebbero iniziati gli allenamenti serali e quindi,per sua fortuna, non avrebbe fatto nessuno spiacevole incontro.
Finite le lezioni online Bokuto iniziò a rovistare nel suo armadio in cerca di qualcosa di carino da mettere: in fondo era pur sempre un bar,e per un donnaiolo come lui,uscire vestiti bene era il minimo.
Era abbastanza stanco fece un pisolino di circa 2/3 ore e poi iniziò a prepararsi.
La prudenza per lui non era mai troppa, così decise di sistemarsii capelli tirati verso il basso quasi come se avesse una lunga frangetta grigio chiaro, un'acconciatura completamente diversa dal solito ciuffo,indossò semplicemente una felpa nike,la mascherina e un borsello con dentro giusto il necessario come chiavi,telefono e qualche spicciolo.
Sapeva portare bene la moto ma ero sicuro che avrebbe dato troppo nell'occhio così decise di andare a piedi.

Sapeva portare bene la moto ma ero sicuro che avrebbe dato troppo nell'occhio così decise di andare a piedi

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Arrivo al bar e subito una ventata di nostalgia pervase i suoi pensieri.
Di venire in mente subito tutte le serate passate con la sua squadra:
A bere birra in quantità dopo una partita(anche se la maggior parte erano minorenni quindi finivano per bere solo quelli del terzo anno), le battaglie con il cibo e le continue lamentele delle cameriere che non modo nell'altro finivano sempre per cacciarli.
A Bokuto continua a mancare tutto ciò.
Ma non poteva dimenticare.
Lui era stato uno sciocco ad affezionarsi a loro,e lo sapeva bene.
Akaashi era un inizio.
Era cosciente del fatto che in un modo nell'altro fosse collegato a quello che era il suo passato, ma con lui si sentiva al sicuro.
Era un tipo in gamba mi aveva capito subito.

"Hey hey hey AKAASHI!"-esclamò vedendo il corvino,dopo aver squadrato per bene la zona controllando che non ci fosse nessuno che conoscesse.

"hey bokuto sei venuto davvero! Come stai?"
"Si me la cavo...e tu?cosaa ma non hai un vestitino come tutte le altre cameriere? Peccato,secondo me ci saresti stato bene lol"
"Ahahah oddio beh,non è quel genere di locale quindi qui i ragazzi sono in giacca e cravatta"-rispose il corvino.
Bokuto era rosso come un pomodoro.
Non era un tipo che se faceva una brutta figura ,dopo un po' lasciava perdere e non ci pensava più.
Sì era stranamente scordato di quel "non sono gay" che gli era uscito mentre parlava per la prima volta con il corvino.
Era stato per ore a pensare a quella stronzata che aveva detto. Per lui era stata quasi un'umiliazione: cosa avrebbe pensato di lui Akaashi? Ma soprattutto,che tipo di persona credeva che fosse? "Si maniaco sicuro crede sia un maniaco ne sono sicuro" pensò.
"Akaashi l'altra volta..."
"Mattsun?"

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