CAPITOLO 21

225 11 0
                                    

ELISABETH POV.

5 marzo 2015

Me ne stavo seduta con Beatris nella sala d'attesa, stavamo in silenzio, ma ero sicura che nella sua testa in quel momento circolavano i miei stessi pensieri.

Tra noi c'era solo quell'assordante ticchettio delle lancette dell'orologio sopra di noi.

Non riuscivo ancora a realizzare com'era stato possibile, com'ero stata cieca a non accorgermi che ci stavano ricadendo dentro con tutte le scarpe, mi stavo quasi assumendo la colpa, pensavo che forse, se me ne fossi accorta prima, in quel momento non mi sarei trovata a dividere un silenzio che diceva fin troppo, con la mia migliore amica.

Vidi il medico uscire dalla sala, mi alzai in piedi e mi diressi da lui.

"Dottore ci rassicuri." sussurrai.

"Sono svegli, sono in stanza, potete andare ma cercate di non stressarli, sono un pò sotto shock."

Non rispondemmo neanche, ci diressimo nella stanza che ci aveva indicato un pò titubanti.

I letti erano separati da una piccola tendina, Beatris si diresse subito aldilà di essa da Niall, io invece, ero ferma immobile sulla porta, lo guardavo steso sul letto dolorante, lui ricambiava lo sguardo quasi mortificato, quello non poteva essere il mio Luke, cazzo, non era il ragazzo pieno di vita, quel coglione di cui mi ero innamorata.

Feci qualche passo e mi misi seduta sulla sedia affianco al letto.

Lo scrutai attentamente, i suoi occhi azzurri erano spenti, era visibilmente provato, aveva dovuto mettere dei punti, ne aveva un pò sotto al labbro e la sua spalla era slogata.

Se la teneva con la mano, si vedeva che gli faceva male.

Lo visi prendere fiato.

"Ti chiedo scusa." Disse.

"Dovresti scusarti con te stesso." Risposi cercando di sembrare dura.

Lasciò la presa dalla spalla e strinse la mia mano.

"No, devo scusarmi con te perchè non meriti di soffrire per me, non sono riuscito a stare lontano da quella merda, io ti giuro che ci ho provato.."

Alzò lo sguardo al cielo, lo vedevo che si stava trattenendo.

"Lo so." affermai con un tono più dolce.

"Ti prego stammi vicino." Mormorò.

"Lo sai che lo farò Luke, nonostante tutto questo mi faccia star male, non posso fare a meno di guardarti e non pensare che passerei anche le pene dell'inferno per averti con me, per farti guarire e sorridere."

Certo che era strano.

Noi che c'eravamo tanto odiati.

Noi, che avevamo condiviso il letto fingendo di non provare nulla.

"Solo sano sesso." Ci ripetevamo.

Noi che c'eravamo insultati, evitati, trattati male da far schifo.

E ancora noi, che alla fine ci eravamo innamorati.

Mi sentii gli occhi pizzicare, vederlo così mi uccideva dentro.

Guardai la tendina con la coda dell'occhio, sapendo che anche lì dietro stava succedendo la stessa cosa.

"Come sta Niall?"

"Credo che abbia una distorsione al piede, lui era alla guida e l'airbag gli ha salvato l'urto del viso." Affermò.

Rimanemmo in silenzio per qualche minuto.

"Ti amo tanto Elis." Disse con un filo di voce.

Cercò di sorridere ma fece una smorfia quando sentì i punti tirare.

Sorrisi dolcemente, accarezzandolo vicino al punto che gli provocava dolore.

"Anch'io, immensamente." Risposi.

Il problema è che quando ami, vivi, forse male, ma vivi.

BEATRIS POV.

Se mi chiedessero come mi sento in questo momento direi semplicemente distrutta. Ma non fisicamente perché cavolo, per lui andrei anche al polo nord, distrutta psicologicamente. Ti stancano queste cose così perché ci credi profondamente in un loro cambiamento, in un suo cambiamento. Ma ovviamente tutto nella vita non si può avere. Vuoi l'amore? Vuoi una vita tranquilla? Vuoi quello che ti pare? Beh sappi che non tutto può essere perfetto. Naturalmente ci sarò per lui perché è questo quello che porta l'amore. Ti distrugge, ti porta al limite, ti graffia l'anima, ti strozza, ma nonostante tutto sai che ci sarai sempre perché sebbene l'amore ti fa provare tutto ciò sei succube di esso. Ti rendono viva e tu le necessiti come se fosse una droga. Preferisci sentirti viva distruggendoti che sentirti piatta. L'amore è questo.

Io ne sono la prova, anche se questa situazione mi distrugge, rimango con lui perché ha bisogno di me come io di lui. Ci serviamo. Ci equilibriamo. Cerchiamo in noi qualche appiglio e lo troviamo perché senza, noi siamo il nulla.

13 marzo 2015

Sono con Elis e sto aspettando che ci danno l'ok in modo che possiamo portare a casa i nostri ragazzi. In questi giorni ho pensato molto, troppo. Ho la solita frase stampata in testa 'se ci ricadono ci lasciano la vita' e io mi ripeto che non deve riaccadere. Non lo sopporterei. Mi segnerebbe e quando una cosa ti segna è la fine. Cambi. Non sei più tu. Morirei con lui.

Vengo rimessa al presente dalla stretta che Elis mi da sul braccio e noto il dottore venire verso di noi e "Signorine potete prelevarli ma vi ricordo che ci è mancato veramente poco." ci informa.

Vengo immersa dai brividi da quelle parole perché un conto è pensarlo, dirlo tra di noi e un conto è farsi sbattere in faccia la verità.






Spazio autrice

Eiii, avevamo detto che avremmo aggiornato moolto presto ed infatti eccoci qui. Ci stiamo avvicinando alla fine, alcuni diranno 'finalmente' mente altri 'oh no'. Beh in ogni storia c'è sempre una fine.

Comunque se vi dovesse piacere il capitolo commentate o mettete un piace, come già detto, fa sempre piacere. Al prossimo capitolo! xx

-Bea and Elis

Ménage à quatre [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora