"non la dimenticherò mai!"

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"Ash?" una voce famigliare richiamò il ragazzo, che era ancora appollaiato sul pavimento.

"Ash, tutto okay?" ridomandò la stessa voce.

Era passata quasi un'ora da quando era uscito dalla stanza della sconosciuta e da quel momento il suo cervello sembrava quasi si fosse bloccato con le troppe immagini di sua sorella che li mandarono in tilt quei pochi sani neuroni che li erano rimasti, visto le continue sbornie.

Ashton alzò il capo e riconobbe il viso, dai lineamenti asiatici, del suo miglior amico.

Lui era davvero un bel ragazzo. Alto, magro, occhi scuri dai lineamenti asiatici, capelli corvini spezzato dalla tinta bionda del ciuffo e un pò di inchistro a macchiarli la pelle ambrata.

"Hey!" esclamò Ashton con poco entusiasmo alzando il volto verso il ragazzo.

"Tutto ok?" ridomandò il ragazzo che si accomodò, sul freddo pavimento, accanto al suo amico, poggiandi il braccio ingessato sulle ginocchia che erano strinte al petto.

"Mi dispiace, Cal!" esclamò Ashton, voltandosi verso Calum, con volto dispiaciuto.

"Hey, non preoccuparti! È tutto ok! Non è stata colpa tua!" lo riassicurò l'asiatico, poggiandoli una mano sulla spalla, pensando che si sentiva in colpa per averli rotto un braccio.

"Cal,Calum i-io...non posso pensarci...non ci credo...non può essere vero!" farfugliò, Ashton, tra se e se, come se accanto a lui non ci fosse Calum che lo stava ascoltando.

"Ashton, ...ma cosa?" domandò il ragazzo più curioso.

"Vieni!" esclamò Ashton, alzandosi, prendendo Calum dal gomito e trascinandolo nella stanza difronte a loro.

"Ashton, ma cosa-..." Calum non terminò ciò che stava chiedendo.

La ragazza era ancora dormiente, non si era mossa da l'ultima volta che Ashton era entrato nella stanza e Clara si era addormentata sulla poltrona accanto al lettino, tutta rannicchiata.

"Ashton è-è ...lei..."Calum sorrise al pensiero che potesse essere davvero lei.

Scrutò la ragazza per bene.

"No! Non è lei!"dichiarò, Ashton, con tono di rimprovero.

"Ash...ma sei impazzito? Non la vedi? È viva, è su quel lettino!" rispose Calum, ovvio.

"No, non è lei! Non è mia sorella! Non è la ragazza che tu ami!" al quel ami di Ash, Calum si voltò verso di lui socchiudendo gli occhi e serrando le formose labbra, forse per dolore o semplicemente gelosia nei confronti di quella parola.

Ashton poteva comprendere, benissimo, ciò che provava Calum. Lui l'amava, lei amava lui.

Si amavano come nessun altro. Dal primo incontro, dalla prima volta che gli occhi di Calum e Silvia, la sorella di Ash, si incontrarono qualcosa di straordinario accadde.

Ashton, non capiva come l'amore potesse cambiare le persone. Perché Calum, dalla morte di sua sorella, era cambiato. Raramente usciva dopo ciò che era successo alla sua unica ragione di vita.

Ma quella sera, quella dell'incidente con la sconosciuta, fu una delle prime che Calum non passava dentro casa.

"Ash.. Mi..manca.."cercò la voce per poter parlare dopo che si rese conto che ciò che aveva davanti non era ciò che aveva sogniato da mesi.

Nella gola dell'asiatico si creò un groppo che li rendeva difficile perfino respirare e gli occhi iniziarono a diventare più lucidi del normale.

"Cal, ti prego...non.." Ashton non voleva che lei ricomparisse nei suoi pensieri, ancora e ancora.

"Cosa?"lo interruppe il ragazzo con tono molto alto e fermo.

Calum si voltò verso Ashton con occhi gonfi di liquido. Respirava affanosamente, la vena del collo era gonfia mentre i pugni erano serrati.

"Cosa, Ashton! Cosa!

Non vuoi che parli di lei? Bhe,io non smetterò mai di farlo! Perché non posso accettare che lei non sia qui, che non possa riabbracciarla, che il mio ossigeno non sia più il suo profumo, che non possa sentire la sua voce.

Ashton, la mattina mi sveglio e non me la ritrovo accanto! Mi sembra di vivere un incubo che la mia vita, e non vedo l'ora che questa merda finisca, che questo incubo finisca. E non puoi venire a dirmi di non parlare di lei, perché i-io non ci riesco e non ci riuscirò,...mai!"

Calum era distrutto, la vita li era sfuggita dalle mani come la vita di Silvia.
Perché lui credeva che era stato lui ad ucciderla, ma il cancro e una cosa più forte.

"Ashton.... Sono stato io! Io! ...io! ...la sua vita era nelle mie mani! E io non sono stato in grado di protegerla! Io non l'ho fatto!...io Ashton! Io! L'ho uccisa io! L'unica ragione affinchè la mia vita potesse andare avanti, e io l'ho uccisa!"

"Non sei stato tu! Il cancro al cervello era troppo forte! Le possibilità di sopravvevenza dopo l'intervento erano bassissime lo sai!Basta dire che sei stato tu! Smettila!" urlò Ashton, per mettere a tacere colui che si stava affibiando tutte le colpe.

Quella scheggia, che Ashton aveva imparato ad allontanare, si stava avvicinando ancora al suo cuore procurandoli un dolore atroce.

"Noooo.." Calum si portò le mani sul viso quando i singhiozzi si facevano più intensi spezzando la sua negazione.

Il suo corpo si incurvò dal dolore. Le sue ginocchia non ressero il peso dalla sua carne, così cadde per terra, pensando a lei....

Scusatemi tantissimo!
Nn ho le idee ancora molto chiare.

Credo che abbiate notato un piccolo cambiamento.
Spero che non crei disagi.

(Se trovate questo spazio vuol dire che la parte e stata modificata)

Un bacio e mi scuso ancora!

-hooddina-

remember [Ashton Irwin] [Calum Hood]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora