L'urlo che nessuno sente

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Il tempo sembrava essersi fermato, ma no i singhiozzi del ragazzo che era ancora in ginicchio.

Ashton si era abbassato alla sua altezza e lo stava cullando mentre era tra le sue braccia.

Erano amici, praticamente, dalla nascita, anche se Calum era due anni più piccolo di lui.

"Cal, calmati,.. ti prego"il tono di Ashton era supplichevole.

Odiava vederlo in quelle condizioni e odiava sapere che il motivo era la morte.

"La amo,...la amo così tanto!.." proferì Calum guardandolo negli occhi.

Ashton vide gli occhi dell'amico estremamente gonfi e rossi.

Sembrava che con quell'affermazione, Calum, si fosse calmato.

"Lo so, lo so.."Ashton riabracciò Calum, ma questa volta no per confortare l'amico ma perché era lui che cercava affetto e conforto.

La porta della stanza si aprì lasciando vedere il lungo camice del medico.

"Buon...giorno.." il medico fu colto di sorpresa quando vide i due ragazzi sul pavimento, tra cui uno in lacrime.

"Tutto bene?" continuò il dottore avvicinandosi ai due.

Ashton prese per il gomito l'amico e lo sollevò.

"Si.."esitò un pò ma dopo rispose, il riccio.

"Ok....emmm....siete suoi parenti?" il dottore balbettò e poi fece quella domanda.

Ora che rispondo? Questo e ciò che si domandava Ashton.

"Bhe...veramente...-"

"Si! Lei è la mia ragazza e sua sorella" disse Calum puntando Ashton, e ricevendo un'ochiataccia da quest'ultimo.

Meno male che non è lo stronzo che mi ha fatto il gesso se no con questa bugia dovevano essere cazzi amari .Questo farfugliava per la mrnte del mielato.

"Perfetto!....Questi sono alcuni effetti personali della ragazza.....cellulare,portafogli, alcuni documenti, chiavi e questo braccialetto" il dottore allungò tutti gli effetti personali della ragazza, che erano in una busta, ad Ashton.

"Giusto! Stavo per dimenticare questa!" il medico si infilò una mano nel taschino e porse il pugnio chiuso ad Ashton.

Lui aprì la mano e vide che il dottore li aveva poggiato una monetina in ferro che aveva da una parte la testa dall'altra una croce.

"Questa la teneva in mano, strinta in un pugnio. Abbiamo dovuto far forza per toglierla.."

Calum prese l'oggetto che era poggiato perfettamente sul palmo dell'amico.

"Una monetina.."mormorò Calum più a se stesso.

"Allora ragazzi mi serve la firma di un suo genitore per poter operare la ragaz-"

"Perché dovete operarla?" Calum non lasciò terminare la richiesta del medico.

"Dobbiamo! La ragazza non può continuare con un solo polmone. Non ce la fa. L'ossigeno è diventato insufficiente per il suo corpo." il medico parlò con ovvietà ai due ragazzi.

"Noi-"

Ashton si interruppe riflettendo di aver detto in precedenza, al medico, che lui era suo fratello, quindi poteva chiamare 'suo padre' per firmare.

Ma sapeva benissimo che papà non si sarebbe mai preso la responsabilità della ragazza.

Ma diciamocela tutta! Chi si prenderebbe la responsabilità sulla vita di una sconosciuta?

Ma Ashton odiava papà quindi poteva benissimo metterlo nella merda.

"Certo! Si! Farò venire mio padre!" confermò il raggazzo mielato.

"Perfetto al più presto,ragazzi!" concordò il medico prima di lasciare la stanza.

"Calum andiamo!"proferì Ash, a Calum, mentre prendeva Clara tra le braccia.

"No i-io voglio rimanere.."mormorò asiatico.

"Come?"fu talmente basso la voce di Cal che Ashton non capì.

"Io rimango!"Calum si accomodò sul lettino degnando Ashton di un fugace sguardo.

"Ok.."rispose poco convinto il ragazzo che aveva tra le braccia Clara, prima di lasciare la stanza numero 321.

Il giovane era rimasto da solo nella stanza, e non riusciva a smettere di guardare la ragazza. Era così dolce, tranquilla e così uguale alla ragazza che era tutta la sua vita.

Calum prese la poltrona, dove precedentemente dormiva Calra, e l'accantonò al lettino.

Si sedette sulla poltrona rimanendo a fissarla e iniziando a dare sfogo ai suoi pensieri.

"Sai, quando fu di Silvia... I-io non riuscii a mettere piede nella stanza dove lei era. Ogni volta che provavo ad entrarci o svenivo o mi venivano i conati di vomito. No perché mi facesse schifo, assolutamente. E solo che non me ne capacitavo che lei poteva essere tra la vita e la morte per colpa mia.

Che femminucciia che sono!"

Una piccola risata, per la sua auto critica, interruppe il discorso, ma poi riprese subito.

"Mi sentivo così....impotente.

Lei era lì e io non potevo fare niente. Non potevo abbracciarla, baciarla o -o semplicemente guardarla e sorriderle. Non ne avevo le forze. Ero vuoto, perché lei era la mia forza,...e la stavo perdendo...

Ogni volta che Ashton usciva dalla stanza diceva sempre che lei voleva vedermi...

Non la ho più rivista dal giorno della prima chemio, lei ne ha fatte tante..."

Una piccola gocciolina rigò le sue guance paffute.

"Non ce l'ho fatta..a dirle addio."questa volta a interrompere il suo discorso non fu una lacrima, ma una marea di singhiozzi che li impedivano anche di respirare.

"Forse, non gli ho detto addio solo perché non volevo. Non volevo staccarmi da lei.

Come puoi pensare di riuscir a privarti della parte migliore del tuo corpo, della tua mente , del tuo cuore. Non puoi, non puoi."

Calum poggiò una mano su quella della ragazza e gliela strinse.

"Io non so chi tu sia, ma ti assicuro che mi prenderò cura di te anche contro la tua volontà. Io rimarrò al tuo fianco. Ti proteggerò, ti conforterò....tutto ciò che non ho fatto con lei.

....

È brutto essere l'urlo di un muto, l'urlo che nessuno sente.

Se solo potessi tornare indietro. Non la farei scappare dalle mie braccia.

Ho fatto anche un tatuaggio in suo onore. Proprio una settimana prima ..prima....hai capito!

È una piuma. Perché lei era così unica, delicata, leggera, soffice, e tanti altri aggettivi che non sto ad elencarti. Sarebbero troppi!" rise di nuovo, quel sorriso che faceva tanto sogniare Silvia. Quel sorriso che ultimamente non faceva, e che ora parlando del suo amore era ricomparso con qualche scheggia di lacrime.

"Sai, a volte la vedo la sento accanto a me. Forsa sto impazzando, o forse è semplicemente amore. "

remember [Ashton Irwin] [Calum Hood]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora