I raggi artificiali del display sulla mia finestra mi davano un leggero solletico al viso, costringendomi ad aprire gli occhi. Osservai svogliatamente l'aurora dai colori sfavillanti estendersi su una radura in primavera -la mia stagione preferita- tutto sommato sembrava abbastanza realistico, ma in fondo...era solo una proiezione.
Mi rigirai nel mio soffice lettino riscaldato, uno Star 3000. Da poco era uscito lo Star 4000, un modello molto simile al mio ma, con aggiunta di fibre auto-riscaldanti, congegno rilevatore di stress, musica rilassante e massaggio Shiatsu. Quella spocchiosa di Alixana lo aveva già ricevuto la settimana scorsa! Le era bastato agitare il ditino e il giorno dopo era già suo!Fantasticai, col mio cervellino da tredicenne, di prendere quella boriosa e strapparle pezzo per pezzo la sua dignità, di farla soffrire come non mai. Ma per un atto atroce serviva una preparazione meticolosa, curata nei minimi dettagli. Sarebbe servito una di quelle misture di anestetico, acido e farmaci urticanti e per completare l'opera un virus che mandasse in bancarotta la sua famiglia! Un sorriso sadico prese forma sul mio volto, mi lasciai sfuggire un ghigno. Ero davvero perversa...sarà che ho ereditato il temperamento da mio nonno!
Mentre mi perdevo nei meandri della mente, tutta intenta ad escogitare il mio subdolo piano, non mi resi conto neanche che stessero battendo con insistenza alla porta. Bofonchiai un "avanti".
Una ragazza bassa e minuta, dai capelli corvini, mi portò un vassoio, lo posò sul mio comodino, poi se ne andò: la colazione.
Presi il cabaret decorato con arabeschi dorati; conteneva una mela dai colori lividi, una tazza di latte aromatizzato, un dolce e un vaso con una rosa bianca.
'Vedo che oggi Ares ha deciso tenere a freno la sua fantasia' pensai addentando il muffin dai colori che variavano dal verde smeraldo al giallo limone. L'estetica però non era niente comparata al sapore. Riuscivo a percepire distintamente ogni componente di questo dolce: bacche cordiali, limone, cioccolato bianco e una spruzzata leggera di cannella.
Mi lavai e indossai un abito sobrio e vellutato, di un verde tenue che richiamava la primavera, con le maniche a sbuffo e che cadeva liscio sul mio esile corpo, senza particolari ricami.
Scesi le scale, incrociai zia Marion:- Oh cara!- squittì con la sua vocina acuta-ma..come diavolo ti sei conciata!?-strillò portandosi una mano incipriata, alla bocca dipinta con un rossetto viola acceso e contornata da una striscia argentea.
-Buongiorno a te, zia Marion! Anch'io sto bene, ti ringrazio- dissi in tono sarcastico -Questo dici? Oh, niente di particolare...volevo essere un po' fuori dagli schemi!-
-Tesoro questo non è essere fuori dagli schemi! Questo è essere fuori moda!-.
Sbuffai. -Tu, mia cara, stai crescendo. Un giorno sarai adulta, avrai un marito e figli...santo cielo! Cosa insegnerai ai tuoi figli!?-. Non riuscii a trattenere un risolino: era troppo comica quando si arrabbiava!
-Lo stile è molto importante! Oh! Non so proprio cosa fare!-. Mi si stava comprimendo il petto dalle risa trattenute, zia Marion sembrò non accorgersene.
-Di questo problema di fondamentale importanza però, ne parleremo dopo. Sei desiderata da tuo nonno, nel suo studio!!- disse, o meglio strillò.Ero stata molte volte nell'ufficio del nonno e il fatto che desiderasse vedermi non mi sorprendeva molto, dopotutto mancava davvero poco all'evento più atteso dell'anno.
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Io e Capitol City
FanfictionUna fan-fiction che narra sotto forma di flash-back gli attimi precedenti e seguenti i 74° Hunger Games, che hanno acceso la scintilla della ribellione di Panem, soffermandosi sul mondo dei bizzarri e tanto odiati abitanti di Capitol City, e sulle c...