I rumori si intentificavano e cominciavano a intrecciarsi in quel silenzio duraturo che lo aveva accompagnato per qualche minuto o forse ora. Le braccia e le gambe si stavano allegerendo, le coperte che le ricoprivano erano ruvide,pesanti e odoravano di forte pulito. Solamente la vista era ostacolata da pezzetti di cotone posizionati sugli occhi. Jared tentò di sollevare un braccio, ma, venne bloccato da una piccola mano che lo ripoggiò sulla coperta.

"Non deve sforzarsi, è appena uscito da un piccolo coma ed non è molto indicato fare movimenti bruschi"

Lo avvertì una voce femminile.

"Cosa mi è successo? Perchè ho questi sugli occhi?"

Domandò con voce impaurita e tremante.

"È stato vittima di un incidente e ne sei stato vittima"

Rispose una voce maschile proveniente dall'altra parte della stanza rispetto alla signora di prima.

"Scusami tanto non mi sono presentato. Dottor Hudson."

Jared era ancora più confuso. Essere allungato in un letto d'ospedale dopo un brutto incidente con un dottore che ha una voce bassa e profonda non era la cosa più rassicurante del mondo.

"Quale incide? Che sono questi sugli occhi? "

Si bloccò un momento per riflettere e una domanda lo trafiggeva.

"Chi sono?"

Jared non ricordava chi fosse, da dove venisse, com'era stata la sua vita prima di quei minuti allungato su un letto d'ospedale, qual'era il suo nome.

"Hai avuto dei danni ad una parte del cervello, ovvero quella che riguarda la memoria, ed ora non ricordi nulla della tua vita precedente, ma, non si deve preoccupare basteranno un po'di mesi o anche poche settimane per recuperare alcuni dati e ricordi"

Jared non capiva e non ricordava cosa gli fosse successo. Aveva terribilmente paura di ciò che aveva detto il dottore, ma, soprattutto lo preoccupava il fatto di non ricordare. Una vita intera era stata definitivamente cancellata con un soffio d'aria, tutti quegli anni scomparsi e le figure di un mondo a suo sconosciuto erano ricoperte da uno strato d'ombra.

"Perchè è tutto buio?"

Disse non appena si accorse che la signora gli aveva tolto i dischetti di cotone dagli occhi.

"La retina è stata gravemente danneggiata e sfortunatamente lei è divenuto cieco".

Jared diventò pallido improvvisamente, la luce di speranza che fino a poco fa si stata riaccendendo si era spenta in un istante.

"Non si preoccupi è stato iscritto alla lista d'attesa per un paio di occhi e..."

"Quanto tempo devo aspettare ancora?"

Il tono di voce era particolarmente nervoso con un accenno di tremenda fretta e preoccupazione.

"La chiameremo noi quando sarà possibile subire l'operazione e..."

"Dottore..."

Venne interrotto dalla signora, che sembrava essere l'infermiera, avvicinandosi a egli e parlando a bassa voce disse :

"...forse è meglio non continuare e lasciare riposare il paziente che non sembra avere una buona cera e... ha già avuto troppe informazioni..."

Il dottor Hudson smise di parlare e osservò il povero sfortunato sul quel letto bianco. Si avvicinò, gli mise la mano sul braccio. Jared non si accorse di nulla. I sensi , all'assenza della vista, erano più sviluppati e riusciva ad udire i passi fuori al corridoio e i vari discorsi tenuti lì, riusciva a sentire i più vari profumi e puzze presenti nell'ospedale e la testa era così piena di questi che la confusione non era nulla in confronto.

"Ora deve riposare. Poi la chiameremo per la cena"

La cena? Possibile che era già pomeriggio? Pensava tra se e se Jared.

Per arrivare a tutto ciò la vita doveva essere stata veramente crudele con lui. Perchè proprio a lui? Forse prima dell'incidente aveva una vita normale in una casa in città o in campagna, con una moglie e dei figli o poteva essere single, lavorava come impiegato o come agente segreto o ancora era un ladro scappato da qualche prigione. Non ricordava nulla. Il vuoto più totale. Sarebbe stato in grado di far tornare da lui tutti quei ricordi ,che siano brutti o belli ?

"Dottore!"

Disse quando sentii i passi della signora e del dottore allontanarsi da lui.

"Sii..."

"Vorrei che dopo il riposo mi potesse raccontare l'incidente".

Chiese facendo scivolare una lacrima sulla guancia senza accorgersi.

"Certamente"

Rispose Hudson con aria dispiaciuta per il giovane. Sapeva che in un modo nell'altro stava immettendo dentro di lui una piccola dose di speranza, ma, sapeva benissimo che l'attesa per un organo era piuttosto lungo e potevano passare mesi, anni. Molti anni.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 22, 2015 ⏰

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