GIULIA
"Sam tranquillo ho appena parcheggiato" rispondo.
" È sempre bello quando tuo fratello ripone così tanta fiducia in te!" Continuo sarcastica, slacciandomi la cintura.
"Ha già mangiato e l'ho cambiata prima di uscire, adesso sta dormendo" continuo.
Dopo aver rassicurato mio fratello che so badare perfettamente a una bimba, chiudo la chiamata e scendo dalla macchina.
Apro il portabagagli e tiro fuori il telaio dove posare poi la carrozzina.
Perché Sam ha dato per scontato che sarei stata in grado di aprirlo? E per quale motivo io non gliel'ho ricordato? Che stupida che sono.
Noto che sul lato del telaio ci sono i passaggi da effettuare per aprirlo correttamente.
"Perché fanno ste cose così complicate?" Penso ad alta voce, non riuscendolo ad aprire nel modo giusto.
"Serve una mano?" Chiede qualcuno mentre provo ad aprirlo per la seconda volta, questa volta con successo.
Qualcuno, fin troppo familiare!
"Ho fatto grazie" rispondo facendo un sorriso, che Niccolò ricambia.
"Sei stranamente puntuale" lo prendo in giro, mentre chiudo il portellone del portabagagli senza fare troppo rumore.
Lo vero ridere e annuire: "eh almeno al compleanno de mi madre" dice.
Apro lo sportello posteriore e prendo la carrozzina, Emma fortunatamente ancora dorme.
Poso la navicella sul telaio e sento il click il quale mi assicura che è stata poggiata correttamente.
Lo stesso click che ha fatto svegliare Emma.
"Ma ciao!" Esclama Niccolò con un sorriso sincero.
Di tutta risposta la bimba inizia a piangere: ed io che volevo una serata tranquilla!
"Me sa che non je piaccio" dice mentre prendo in braccio Emma, che subito si calma e smette di piangere.
"Oh prima o poi la dovevi pur trovà qualcuna a cui je stai antipatico" ironizzo io
"Andiamo va" continuo, prendendo il manico nella carrozzina, ormai vuota.
"No lascia" dice Niccolò posando una mano sopra la mia, che è intenta a spingere la carrozzina.
Quel gesto non mi lascia indifferente, infatti decido di sfilare la mia mano.
Ma che mi succede? Perché mi sento così in imbarazzo per un semplice tocco?
"Scusami, non volevo" dice subito dopo. È in imbarazzo anche lui, lo vedo da come ha cambiato atteggiamento.
"Tranquilla la posso portà io la carrozzina, te c'hai già la piccola in braccio, non te preoccupà" dice afferrando il manico.
Lo ringrazio e ci avviamo al cancello.
"Valè apri so io" dice Niccolò mentre il fratello si avvicina al cancelletto.
Subito dopo apre il cancello e vediamo spuntare il ragazzo, che ci guarda sorpreso per qualche secondo per venirci poi a salutare.
Non gli do torto in effetti, aprire e vedere me con una bambina in braccio e il fratello che spinge una carrozzina non è una cosa che si vede tutti i giorni. Sembriamo quasi una famiglia..magari quella che avremmo potuto avere insieme se le cose fossero andate diversamente.
"O magari quella che avrai in futuro con Leonardo" mi ricorda il mio cervello.
Giusto, Leonardo, il mio ragazzo.
Ma che c'ho stasera?
Sarà che non dormo dalla notte scorsa.NICCOLÒ
Ho davanti ai miei occhi una delle scene più belle che abbia mai visto:
la piccola Emma che fa dei sorrisoni enormi, sdraiata comodamente sulle gambe di mia mamma, intenta a farle le pernacchie sul pancino. Vedere mia madre così felice mi migliora la giornata. Lei ha sempre adorato i bambini, soprattutto quando sono così piccini. E su questo siamo molto simili.
Ma ancora né Lorenzo, né Valerio, né tantomeno io le abbiamo dato la gioia di fare la nonna. Non per ora perlomeno.
La suoneria di un iPhone interrompe i miei pensieri, è di Giulia.
Noto che fa una faccia strana quando legge il mittente della chiamata. Ingoia il pezzo di torta che stava masticando e si alza dalla sedia afferrando il telefono.
"Scusatemi, torno subito" dice per poi rispondere e allontanarsi dal tavolo, piazzato nel bel mezzo del giardino.
A tavola continuano il discorso che stavano facendo, e io fingo di interessarmene ma in realtà non so minimamente di cosa stiano parlando perché fino a pochi minuti fa ero immerso nei miei pensieri.
"Ma Giulia tutto ok? So passati 10 minuti" dice Xiomara
"Starà ancora parlando al telefono, lasciala stare un attimo" risponde mio fratello Lorenzo
"No ho visto che si è messa il telefono in tasca poco fa" ci informa
"Dovremmo andare a controllare?" Chiede subito dopo la ragazza di Vale mentre guarda Xiomara, la quale annuisce.
Entrambe si girano verso di me come per dire "vai tu".
"Ok! vado io" dico alzandomi per andare a controllare.
Giro l'angolo di casa e la trovo lì: seduta sul dondolo, con le lacrime agli occhi.
"Che hai fatto?" Chiedo preoccupato avvicinandomi a lei.
Non risponde, si alza in piedi e posa la testa sulla mia spalla scoppiando a piangere.
La stringo a me, cercando di calmarla.
Odio vedere le persone piangere, soprattutto quelle a cui tengo.
"Ehi..che è successo?" Le chiedo dolcemente.
Non risponde, così le prendo le guance tra le mani e la invito a sedersi sul dondolo. Lei lo fa e io mi siedo vicino.
"Il primo giorno di lavoro me lo ricordo come se fosse ieri. Mi sentivo così impaurita e sola in quell'ospedale enorme. Mi affidarono un paziente, Giovanni, un bambino di 8 anni. È stato l'unico a rendermi quella giornata migliore. Era cresciuto in quell'ospedale e lo conosceva a memoria, così mi indicava lui i posti dove andare" sorride asciugandosi le lacrime che minacciano di scendere.
"È stato il mio primo amico lì dentro, non era solo un paziente per me. Prima.." si interrompe chiudendo gli occhi e facendo un respiro profondo.
Temo di aver capito dove voglia arrivare, ma spero vivamente di sbagliarmi.
"Prima mi ha chiamata una collega, e mi ha detto che è andato in arresto. E non ce l'ha fatta, se ne è andato.." dice guardandomi con gli occhi lucidi.
"No..mi dispiace tantissimo" dico accarezzandole la schiena
"È proprio per questo che ho scelto chirurgia. Difficilmente crei un rapporto duraturo con i pazienti: li ricoveri, li operi e poi se ne vanno dopo poco. Invece con Gio è stato diverso" dice
"Purtroppo è questa la parte più brutta, nessuno all'università ti insegna come superare queste cose" dico cercando di consolarla.
Lei annuisce e subito dopo si alza dal dondolo.
"Torniamo di là, si staranno anche preoccupando" dice allungando una mano per farmi segno di alzarmi.
La afferro e mi alzo dal dondolo.
"Grazie" dice stringendo più forte la mia mano.
Le sorrido; lascia la presa e si allontana, ritornando dagli altri.
Il fatto che mi abbia preso per mano non mi lascia indifferente:
"È fidanzata, ricomponiti e vai di là" penso tra me e me, prima di ritornare anche io al tavolo.Ehii! Vi è piaciuto il capitolo?😏😏
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Favole..al guinzaglio 2
Fanfiction*MOMENTANEAMENTE SOSPESA* SEQUEL del libro FAVOLE.. AL GUINZAGLIO |Ritratto di copertina realizzato dall'illustratrice MEMILUS| Un grazie speciale a ROMANI MOLTO ROMANTICI per avermi dato qualche spunto! L' overseas di Giulia si è concluso ed è torn...