Prologo

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Quando cominciò il ventunesimo tutti erano in estasi per il nuovo millennio, festeggiarono come avevano festeggiato mille anni prima, era cominciato il secondo millennio della storia dell’uomo, due millenni tra guerre e giorni di pace, povertà e infima ricchezza; non ne ho la certezza, io non c’ero, sono nato un anno dopo questo, ma guardandomi attorno posso confermare ciò di cui sono convinto.

Passarono gli anni, povertà ai minimi storici, così come la criminalità, quella di qualunque tipo.

Tutto andava a gonfie vele, ricchezza mondiale al livelli massimi, incremento demografico più che positivo, risorse a rischio compensate con altre pressoché interminabili, come poteva andare meglio?

Infatti non andò meglio.

Con l’avanzare degli anni si capì che la ricchezza era manipolata da poche mani e cominciammo ad essere troppi su questo piccolo spazio di terra, i poveri erano troppi i ricchi pochi.

E che cosa se ne fa un miserabile dell’energia elettrica, se vive in una cascina e non ha gli strumenti per utilizzala?

Ma non è tutto. La crescente povertà causa l’impossibilità di costruire strutture, da quelle mediche a quelle governative.

Alla fine, un’epidemia scatenò migliaia di morti.

E causa la mancanza di assistenza governativa, coloro che avevano a disposizione un minimo di mezzi, si ribellarono contro tutti coloro che, pur avendo i mezzi, non li hanno aiutati.

Senza troppi giri di parole, quelli che possono essere definiti “ricchi” scagliarono sui “ribelli” tutto ciò che di bellico avevano.

Ed ecco come, dopo aver festeggiato duemila anni di una quasi completa pace e ricchezza, gli uomini piansero per aver consumato la loro terza festa a disposizione.

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