Dedicato a: @Inna_d_99 @XhesikaBardhi
Ho fatto il solco nel corridoio, essendo in piedi dalle sei del mattino. La smania di rivederla è talmente forte che non ho dormito per niente. Controllo l'orologio e vedo che è il momento di partire. Prendo il Suv e mi avvio, andando veloce come un pazzo.
Arrivo al parcheggio e posteggio la macchina il più vicino possibile, così da non farla affaticare. Entro a passo veloce e la vedo già pronta, mentre parla con la ragazza al desk delle informazioni. Non ha più il turbante, è vestita comoda e leggera, e mi sembra in buona salute.
La bionda le dice qualcosa e si gira nella mia direzione. Sorride e si incammina verso di me.
«Ciao fratellone.» La stringo con fin troppa forza, ma non dice niente.
«Ciao piccola.» Le lascio un bacio sulla fronte e vado a recuperare la cartella clinica. Scambio un paio di parole col dottore, e poco dopo la prendo in braccio portandola alla macchina.
«Wow, è bella e molto grande.» La osserva con curiosità.
«Dovevo farti stare comoda. Di certo non potevo venire a prenderti con la moto.» Sghignazza, e le vado appresso ridendo.
La metto sul sedile con delicatezza, le allaccio la cintura e chiudo lo sportello. Mi metto al posto di guida e metto in moto.
«Dammi l'indirizzo.» Sembra più un ordine che una richiesta.
«Trinity street 2907» mi risponde guardandomi.
«Bene, andiamo subito, ma devo fermarmi dal mio amico per prendere le tue medicine.» Non riesco a smettere di sorridere.
«Non devi, hai già fatto troppo!» sembra a disagio, ma non mi importa.
«Ho fatto il danno e devo prendermi cura di te. Tranquilla, il mio amico ci darà tutto gratis, lo conosco da quando eravamo bambini. Ho raccontato cosa è successo e si è messo a disposizione.» Spiego brevemente.
«Grazie. È davvero una brava persona, come te.»
Mi loda, nonostante l'abbia investita e costretta a tornare in quel posto che, secondo me, non avrebbe dovuto rivedere.
«Sei troppo buona con me, Selene. Mi dispiace davvero per quello che è successo, e ti prometto che ti starò accanto e avrò cura di te.» Manterrò la promessa.
«Va bene, gigante.» La butta sullo scherzo.
«In effetti lo sono, troppo alto e grosso.» L'assecondo a mia volta.
«Quanto sei alto?» è davvero curiosa, ma non mi dà fastidio.
«Un metro e ottantatré.» Ed è la mia vera altezza.
«Ecco, sembrerò un nano da giardino accanto a te.
Sono un misero metro e sessanta, e ventitré centimetri di differenza mi faranno apparire come la cicala attaccata all'albero.»Non so come riesca ad essere così simpatica e allegra, dopo tutto il casino che è accaduto. Senza volerlo scoppio a ridere; una risata di pancia e cuore.
Imposto il navigatore e seguo le indicazioni, arrivando a casa sua. È una piccola villetta molto carina. Non ha nulla di pretenzioso, ma è semplice e molto accogliente. Le facciate esterne sono di un azzurro chiaro, le finestre bianche, e la porta di un blu elettrico. È molto estrosa e non mi dispiace.
«Ti porto dentro e corro dal mio amico. Te la senti di stare da sola? Altrimenti faccio venire lui.» Senza accorgermene ho fatto il giro della macchina, e me la ritrovo di nuovo in braccio.
«Ce la faccio, stai tranquillo. Grazie per tutto, davvero.» La metto giù davanti alla porta, e mi stupisco che continui a ringraziarmi.
«Grazie a te, dolcezza.» Mi scappa detto. Sento il viso che va a fuoco, il cuore che galoppa come una mandria di cavalli, e tutto il corpo pervaso da una specie di scossa elettrica.
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RomanceSIAE. SE TROVO DI NUOVO LE MIE STORIE IN ELENCHI: DA PROVARE A STAMPARE, LA SIAE METTERÀ IN CAUSA GLI AVVOCATI E LA FINANZA. Un amore può essere sviluppato in tanti modi, ma quello tra Selene e Can è fatto di acciaio. Un incontro imprevisto legherà...