Quell' odioso aggeggio chiamato sveglia ricomincia a suonare. Un' altra noiosa, monotona mattina: comincia l' inferno.
Stavo solo iniziando a concepire l'idea di alzarmi dal letto quando, puntualmente, mio papà entra in camera mia urlando come un ossesso: " Alzati Alice! E' ora!" Come si potrebbe svegliarsi meglio?! Ah, sí, ci sono! Un camion che ti investe in pieno sarebbe più delicato!
"Dio! Quanto odio la mia vita!" Sbraito comprendomi la testa con il cuscino.Dovrebbero renderli illegali i lunedì mattina!
Mi alzo trascinando i piedi e guardo l' ora: le 7: 40! Pff! Ti pareva! Sono in ritardo come sempre!
Inizio a vestirmi , o meglio a saltellare in giro per la stanza come una matta cercando di infilarmi i jeans. Riesco a finire stranamente in tempo, vado in bagno e mi metto un po' di mascara e una riga di eyeliner al volo. Dopo di che mi fiondo giù dalle scale cercando di non rotolare, e arrivo, miracolosamente, alla porta già esausta senza neanche aver messo piede fuori di casa.
Esco e qualcuno mi viene addosso facendomi cadere il cellulare di mano, che finisce rovinosamente a terra. Lo raccolgo e, cercando di non pensare troppo al commettere atti omicidi sul malcapitato che mi ha urtato, esamino la condizione del mio povero indistruttibile Samsung che sembra abbia passato la terza guerra mondiale.
Mentre mi rialzo poso distrattamente lo sguardo sulle mie caviglie... non ci credo: ho un calzino azzurro e uno bianco!
Provo invano a mantenere la calma e a non imprecare in aramaico mentre penso : ~Benvenuti nella mia routine quotidiana : si prega chi ha problemi di cuore o mentali di non proseguire , potrebbe recare danno a lui e a chi gli sta intorno !~
COMMENTO DELL' AUTRICE :
Scusate ragazze se é corto come capitolo ma é solo un prologo ... cmq pubblicherò presto il primo capitolo ...
Quindi a presto!
Ciao
Ary
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Luce nell' oscuritá
Ciencia FicciónAlice non riusciva più a vedere le cose come faceva una volta.Tutto da quando quei due strani ragazzi irruppero nella sua vita ( o meglio nella sua classe ) così bruscamente. Niente era più così innocente o insignificante ai suoi occhi. Quei due e...
