2.

245 28 7
                                    

Maca's pov

Sono rannicchiata a letto e controllo impazientemente l'orario sulla sveglia appoggiata sul comodino accanto al nostro letto, mentre fuori imperversa un temporale fortissimo e spaventoso, con lampi frequenti che illuminano tutto l'abitacolo.

Ore 00:45

E' quasi l'una di notte e Zulema non è ancora rientrata in casa dopo lo scontro violento di stamattina.

Non mi sento affatto tranquilla.
Poche volte sono rimasta da sola per così tanto tempo da quando io e lei viviamo insieme e ammetto di avere paura.

Purtroppo la mia mente è condizionata da tante cose, dalla paura di trovare un depravato qui fuori che possa abusare di me, dalla paura che Zulema è lontana, che non ci sia lei con me, e soprattutto dalla paura che possa rivivere le nottate che vivevo nel mio monolocale quando fui rilasciata.

Vivevo con meno paura in carcere se devo essere onesta.

TOC TOC

Sobbalzo dalla paura.
Mi giro di scatto verso la porta del van, pietrificata e con il cuore in gola.

Chi bussa a quest'ora della notte in un fottuto camper abbandonato nel bel mezzo del nulla?!

Non è Zulema, lei non bussa mai.
Ha le chiavi, dovrebbe entrare tranquillamente, come sempre.

Ti prego Zulema, entra.
Ti prego.

TOC TOC

Bussano ancora.
Ho la tachicardia, il cuore batte a mille, sembra voler scoppiare da un momento all'altro.

Sono pietrificata dalla paura, non riesco a muovere un dito.
Ho soltanto lo sguardo fisso sulla porta, sperando di non dover più risentire quel toc toc.

Mentre osservo inerme tutta la scena, improvvisamente la porta si spalanca e davanti a me appare di nuovo il viso spaventoso di quell'uomo, il proprietario del monolocale in cui vivevo.

"finalmente sola, ora sei tutta mia, la tua amichetta non è più un problema" sussurra lui, entrando dentro con il corpo senza vita di Zulema in braccio.

Non ci credo.
La mia Zulema.

NO!

Non riesco a muovermi, lo vedo avvicinarsi sempre di più, vorrei urlare ma la voce mi si blocca in gola.
Tutto quello che vedo è lui che si sta spogliando e Zulema inerme ai suoi piedi, piena di sangue.

"stammi lontano, Zulema!!"

Non può sentirmi, nessuno riesce a sentirmi!
Aiuto!

-------------

"AAAH!!"

Urlo di soprassalto.
Sono tutta sudata.
Mi manca l'aria e sto piangendo.

Era un cazzo di incubo.

Tremando, mi porto una mano sulla fronte, mentre mi giro impanicata verso il lato di Zulema ma non la trovo.

Il posto è vuoto.

Presa dall'ansia, urlo nuovamente e riprendo a piangere, colpita da un fortissimo attacco di panico.

Zulema's pov

Sono seduta su una delle poltroncine che abbiamo messo fuori in veranda e sto fumando, persa totalmente nei miei pensieri e cercando di non pensare troppo allo scontro che ho avuto con la bionda stamattina.

Va sempre a finire così tra noi, ma stamattina c'è stata proprio la goccia che ha fatto traboccare un vaso pieno di odio e risentimento, un vaso che purtroppo mai siamo riuscite a svuotare del tutto.

Finisco quest'ultima sigaretta e poi vado a dormire, sono molto stanca, ma onestamente ho voluto aspettare che Macarena si addormentasse profondamente prima di farle sapere che sono tornata.

Non mi va di riprendere a litigare anche a quest'ora.

Continuo imperterrita a fumare, quando all'improvviso la porta del nostro van si spalanca violentemente, mostrando una Macarena completamente fuori di sé.

Sta tremando, è agitata e respira a fatica, mentre le lacrime non smettono di scenderle dai suoi occhi gonfi e arrossati.

"ma che cazzo hai?" le chiedo alzandomi di scatto dalla poltrona, spegnendo frettolosamente la sigaretta e avvicinandomi a lei.

Non mi risponde, guarda soltanto un punto a caso per terra, con una mano sul petto e non riuscendo a respirare normalmente.

"Maca!" la scuoto con forza "cazzo..." aggiungo ancora, prendendola per un braccio e accompagnandola dentro.

"ti prendo dell'acqua" le dico, mentre mi avvicino al lavello e riempio un bicchiere d'acqua, per poi darglielo.

Lei lo prende continuando a tremare, beve tutta l'acqua ma non ha intenzione di calmarsi.

"bionda, guardami, che succede?" le chiedo appoggiando delicatamente una mano sulla sua guancia e alzandole leggermente la testa per poter incrociare i nostri sguardi "Maca, va tutto bene, d'accordo?"

Non ricevendo nessuna risposta, ma anzi notando come non riesca a calmarsi ancora, istintivamente, porto quella stessa mano dietro la nuca di Macarena e con un gesto deciso, guido la sua testa verso di me, chiudendola in un abbraccio.

Come per magia, Macarena si tranquillizza in un attimo, riprende a respirare regolarmente e porta entrambe le sue mani dietro la mia schiena, stringendo la stoffa della mia felpa con forza, mentre ha ancora la testa appoggiata nell'incavo del mio collo.

"mi dispiace..." sussurra poi, tornando completamente in sé e staccandosi lentamente dall'abbraccio in cui l'avevo chiusa, per potermi osservare con i suoi bellissimi occhi verdi, resi ancora più accessi dalle lacrime "per stamattina..."

"mi devi una sigaretta" ironizzo io, avvicinandomi poi al letto "se mi fai prendere un altro infarto giuro che ti uccido" concludo infine, sdraiandomi sul letto, seguita da Maca che non appena appoggia la testa sul cuscino, cade in un sonno profondo e, credo, sicuramente più tranquillo.

"ah bionda...che cazzo vuoi dalla vita, me lo dici?" sussurro infine, per poi girarmi su un lato ed addormentarmi anche io.

Il mattino dopo

"pancake? Sul serio?" domando sorridendo davanti al piattino che Macarena mi ha preparato e portato sopra al tetto della nostra roulotte dove mi metto quasi ogni mattina, seduta su una delle due sdraio 

"mangia e non fare commenti, cazzo" mi risponde stizzita lei, sbuffando e sedendosi sulla sdraio di fianco alla mia

"è per nascondere la vergogna di stanotte? Perché c'è solo da ridere, eh"

"ti ho detto di non fare commenti!"

Io alzo le mani in segno di resa, per poi iniziare a mangiare il mio pancake in silenzio.
Una volta finito, scendo giù, do il mio piattino vuoto a Macarena che era scesa prima di me e stava iniziando a lavare le altre cose e mi avvio verso l'auto.

Apro il portabagagli, prendo un pacco abbastanza grande e torno dentro.

"spero ti piaccia il blu, non c'erano altri colori" dico poi alla bionda accanto a me, mentre estraggo una tendina nuova dallo scatolone, iniziando in questo modo a sostituirla con quella vecchia, tutta rotta.

She's the oneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora