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"ok fine dei giochi, dimmi chi cazzo sei e perché sei qui"

Lo sapevo che quella di prima non poteva essere la vera Zulema, stava solo facendo scena per non dare nell'occhio, ed ora che siamo sole, mi sta minacciando come se davvero non avesse la più pallida idea di chi sia io.

"Zulema, calmati" le dico con un tono di voce calmo, per non allarmare i medici fuori dalla camera.

Lei di tutta risposta, con un movimento rapido e scattante, mi gira il polso e mi provoca un dolore allucinante, facendomi in questo modo anche cadere sul letto, tra lei e il bordo in metallo.

"dimmi chi cazzo sei, puttana" sussurra ancora lei, per poi girarsi verso il carrello accanto al suo letto, allungare la mano e prendere una siringa "parla o ti ammazzo" minaccia ancora, iniziando a ferirmi con l'ago della siringa, proprio sul polso, vicino alle vene.

Sento un dolore incredibile ma non devo urlare altrimenti entrano i medici.

Se c'è una cosa che ho imparato dal carcere è saper soffrire e resistere anche al dolore più forte.

Sto iniziando a sanguinare abbastanza copiosamente, mentre il dolore dell'ago si unisce a quello per il polso girato.

"Zulema...mi fai male..." le dico gemendo dal dolore, mentre gocce di sangue scorrono dal polso e finiscono sulla coperta bianca dell'araba, mentre lei imperterrita continua ancora a girarmi l'arto, che spero non mi spezzi

"vuoi morire, allora" insiste lei freddamente

"aspetta, aspetta, ti dico tutto" rispondo sofferente, mentre lei finalmente mi lascia il polso con disprezzo, che io provo a massaggiare, continuando ad accusare un dolore fortissimo.

Mentre mi massaggio il polso e mi tampono il taglio che mi ha fatto con l'ago di quella siringa, Zulema si guarda intorno, poi improvvisamente schiocca le dita e si porta una mano alla testa

"porca puttana come ho fatto a non pensarci" dice immediatamente dopo, alzando gli occhi al cielo e unendo le mani "sei complice di Yolanda, non è così? Quella puttana aveva capito che ho scoperto dove tiene nascosti i 9 milioni di euro e ti ha assoldata per farmi fuori" dice ancora Zulema sorridendo maliziosamente.

Yolanda?
I suoi ricordi iniziano immediatamente prima del mio ingresso a Cruz del Sur?
Merda.

Prima che io potessi rispondere, lei mi afferra per il colletto della camicia, mi attira a sé nuovamente e mi minaccia con l'ago della siringa, proprio all'altezza della vena giugulare

"dammi il tuo cazzo di telefono, stronza" sussurra freddamente a denti stretti, a pochissimi millimetri dalla mia pelle "dammelo e non fare storie" aggiunge ancora, spingendo l'ago sul mio collo

"Zulema lasciami spiegare" cerco di dirle, ma mentre lei non ha intenzione di ascoltarmi, la porta della camera si apre ed entra l'infermiera di prima.

Zulema nasconde immediatamente la siringa sotto le coperte e mi lascia andare spingendomi via, senza destare alcun sospetto.

"Macarena, devo chiederti di andare via, la paziente ha bisogno di riposare"

"ehm, sì certo" rispondo aggiustandomi il colletto della camicia e mettendo le mani in tasca, per nascondere il taglio sulle vene che mi ha procurato l'araba "posso parlarle in privato?" chiedo ancora, per poi girarmi verso Zulema e notare che mi sta fissando minacciosa

"certamente, andiamo fuori"

Una volta fuori dalla stanza, prendo una bella boccata d'aria a pieni polmoni e inizio a parlare con l'infermiera 

"immagino che non devo raccontare niente a Zulema perché sarebbe controproducente, non è così?"

"purtroppo hai ragione" mi risponde lei "se le racconti episodi recenti, rischi di danneggiare ancora di più le sue capacità neurologiche"

"ma lei non sa chi sono e purtroppo le sono rimasta solo io, non ha una famiglia" lamento portandomi una mano sulla fronte "cosa devo fare, mi aiuti lei"

"se Zulema risponde bene alle prossime analisi, la dimetteremo e potrai portarla a casa, dicendole che lei vive là"

Sì certo, le faccio credere di avere una casa quando in realtà lei sa che si trova ancora in carcere.

Ma soprattutto...come posso addomesticare la Zulema di quegli anni?
Non che sia cambiata più di tanto, sia chiaro.
Ma non sarà una passeggiata entrare nuovamente nella sua vita e non so come cazzo comportarmi con lei.

"va bene, grazie" le rispondo sorridendole falsamente, per poi girarmi e tornare a casa, con la mente piena di pensieri e la voglia di riavere la vecchia Zulema, la mia Zulema, di nuovo con me.

She's the oneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora