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Maca's pov

La giornata è trascorsa relativamente in modo tranquillo, non ho più avuto crisi di panico o ansia e mi sento bene, nonostante poco fa abbia avuto un altro piccolo battibecco con Zulema.

Purtroppo è una costante nella nostra vita, nonostante la scorsa notte io abbia sofferto molto e lei mi ha abbracciata.

Sembrava fosse tutto risolto, ma tra noi è tornato il gelo di qualche giorno fa e difficilmente andrà via.
Ed infatti una volta tornate alla normalità, ecco che si ripresentano i soliti problemi tra noi.

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Ormai è calato il buio ed io sto prendendo i nostri vestiti che ho messo ad asciugare stamattina, mentre Zulema sta per conto suo nei pressi del lago. 
Tra le varie cose, mi capita tra le mani la mia affezionata camicia di flanella color ocra.

La fisso intensamente per qualche secondo, la stringo con forza, chiudo gli occhi ed ecco che rivivo nuovamente quella notte di passione con Zulema, la nostra notte speciale di Capodanno.

Ebbene sì, io e Zulema abbiamo vissuto un momento di intimità molto forte e soprattutto molto sentito da parte mia; dopo quella notte, in me è nato un qualcosa che non riesco ancora a spiegare.

Un qualcosa che non ho mai provato né con Riccia e né con Fabio.
Sono spaventata da questo strano sentimento che sto iniziando a nutrire da qualche mese a questa parte, è forse è per questo che voglio andarmene.

Ho paura di cadere in un vortice senza uscita.

Fortunatamente so per certo che Zulema non ha di questi problemi, essendo lei etero al 100% e soprattutto non essendo totalmente lucida quella notte.

Sì, ricordo che abbiamo entrambe preso dell'ecstasy, io ero completamente fuori di me, credo anche Zulema, ma comunque non ne abbiamo mai più parlato e credo che non lo faremo mai perché oggettivamente non c'è nulla da dire su quella notte.

Non ha avuto alcun senso per Zulema, e va bene così.

Ritorno in me, scuotendo il capo, prendo tutti gli altri panni, anche quelli di Zulema e ritorno alla roulotte, ma in lontananza noto un'auto che si ferma a qualche metro di distanza dalla nostra casa. 

Butto un occhio a Zulema, anche lei si è accorta di quest'auto, così poso di fretta il bucato sul nostro letto ed esco fuori, raggiungendo Zulema

"chi sarà?" domando sottovoce, senza staccare gli occhi dalla ragazza che è appena uscita da quell'auto

"andiamo a scoprirlo" mi risponde Zulema, nascondendo una pistola nei pantaloni, sotto la felpa ed incamminandosi verso questa sconosciuta.

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"scusate, ragazze, grazie a Dio non era una roulotte abbandonata..." sospira questa giovane ragazza portandosi una mano sul petto "ho bucato e non ho una ruota di scorta, potreste aiutarmi?"

"ehm, sì certo" rispondo io accovacciandomi e notando un foro abbastanza grande sulla ruota anteriore della sua Mercedes
"vado a prendere una ruota ed un cric" dice Zulema tranquillamente, allontanandosi da noi.

Io e questa ragazza rimaniamo in silenzio, ovviamente non conoscendoci, ed inizio a provare anche un senso di disagio non indifferente.

Non mi è mai piaciuto il silenzio ed il relativo imbarazzo che viene a crearsi in queste situazioni. 

"immagino tu sia diretta al Mon Amour" spezzo il silenzio nominando un motel qui vicino, l'unica cosa più vicina alla civiltà che si trova in questa radura incontaminata, a pochi chilometri dalla nostra roulotte.

"sì esatto" mi risponde lei imbarazzata "ma non per sosta, mio padre è il proprietario, io sono un agente immobiliare"

"ho capito, io bhe..." mi giro verso Zulema che sta tornando da noi con il materiale "...lavoro nella contabilità, sì" mento spudoratamente, essendo sia io che Zulema due criminali ricercate da molti distretti di polizia della città.

"sei molto bella" risponde lei immediatamente dopo, provocando così la stessa identica reazione in me e Zulema:

entrambe, infatti, ci giriamo verso di lei con uno sguardo interrogativo.

"grazie" le rispondo sorridendole, mentre mi abbasso e aiuto Zulema col cric, continuando a lanciare qualche sguardo a questa ragazza

"sono Raquel" insiste lei, porgendomi la mano
"Macarena" rispondo stringendogliela

"ho fatto..." interviene poi Zulema, parecchio innervosita, fissando intensamente questa ragazza "ti serve altro?"

"ehm nono" risponde Raquel sorridendomi "grazie"

"puoi andare allora" conclude infastidita l'araba, facendo un sorriso falso e incrociando le braccia al petto.

Fulmino con lo sguardo Zulema, come al solito si comporta da stronza, saluto poi Raquel ed insieme torniamo verso il nostro van

"simpatica come sempre tu, eh" le sussurro mentre camminiamo "puoi almeno fingere di non provare odio verso tutti?

"Maca, Macarena!!" 

Io e Zulema ci giriamo entrambe, visto che Raquel ha richiamato la mia attenzione, e mentre la mora sbuffa rumorosamente e porta gli occhi al cielo, io mi avvicino a Raquel con sguardo interrogativo

"ti va se domani ci vediamo al Mon Amour?" mi domanda lei, leggermente in imbarazzo.

Io resto interdetta per qualche secondo, mi giro verso Zulema che mi sta fissando intensamente, ormai quello sguardo lo conosco fin troppo bene, e torno a guardare Raquel

"ma certo, verso le 21, va bene?"
"perfetto, a domani!"

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"mi spieghi qual è il tuo problema?!" urlo a Zulema una volta ritornate alla roulotte e sbattendo la porta con rabbia 

"chi cazzo è quella? Esci così tranquilla come se non fossi ricercata? E se fosse uno sbirro in borghese pronto ad arrestarci?!"

"tu la devi smettere di pensare che il mondo sia contro di te, Zulema, basta!"

"sei proprio una bionda tonta" risponde l'araba scuotendo il capo "o devo ricordarti Helena, lo sbirro sotto copertura che mentre fingeva di essere una detenuta, si scopava il tuo caro Fabio?"

"quindi hai paura che Raquel sia uno sbirro sotto copertura che mentre finge di essere un agente immobiliare, si scopa me?"

Zulema si blocca di colpo.

"che cazzo dici" risponde ridendo nervosamente "voglio solo non finire nuovamente in carcere, e tu ti lasci abbindolare dalla prima che passa"

"senti...preparo la cena" le rispondo infine, fregandomene completamente delle sue paranoie e lasciandola lì, ancora completamente innervosita dalla discussione appena avuta.

Il giorno dopo, ore 21:30

"grazie per essere venuta, Maca" inizia a dirmi gentilmente Raquel, sedendoci al tavolo di questo motel
"è un piacere" le rispondo sorridendole "è sempre bello staccare un po' dalla routine"

"routine? Ero convinta che tu fossi una viaggiatrice, o mi sbaglio?"

"ho viaggiato poco nella mia vita, in realtà" le rispondo grattandomi la nuca, non posso certo dirle di aver passato buona parte della mia vita in un fottuto carcere penitenziario.

"davvero? Il camper mi ha portato fuori strada allora" aggiunge ancora Raquel sorridendo ed iniziando a mangiare l'antipasto

"oh no, lì ci vivo con...ehm, vivo lì insomma" rispondo di fretta "purtroppo non ho una famiglia e con il lavoro che faccio, sono riuscita a permettermi solo una roulotte"

Dopo queste mie parole, Raquel allunga la sua mano sulla mia e me la stringe

"posso aiutarti se vuoi" mi dice sorridendomi sinceramente "sono un agente immobiliare, posso darti un piccolo monolocale anche domani volendo, paghi a rate con quote bassissime"

Io resto pietrificata per qualche secondo con il cuore che batte a mille.

Posso avere una vita normale?

She's the oneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora