CAPITOLO III

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"Louis, Louis dove andiamo?" chiese Harry tirando su col naso. Il liscio era seduto immobile al posto del passeggero, fissava la pistola che teneva fra le mani, pallido come un fantasma. "Non lo so, stai zitto così ci penso." sbottò.
"N-non dovremmo, tipo,andare dalla polizia? Io credo di si." Louis lo guardò con gli occhi spalancati per poi dire: "Sei pazzo? E dire cosa? Quale parte di tutto quello che è successo, eh?!"
"Tutto! Che mi stava v-violentando e- e-" Harry provò ad articolare una frase senza che le lacrime scendessero a fiotti sulle sue guance, ma non ci riuscì perché Louis lo interruppe urlando "Maledizione, Harry! Non funziona così! Ti hanno visto ballare con lui tutta la sera, chi ti crederà? Dimmelo!" fece una pausa veloce "cazzo, accosta."
Appena sceso dalla macchina vomitò, quindi si calmò e cercò di pensare ad una soluzione. "Harry, ora andiamo a prendere una tazza di caffè e- e poi tutto andrà bene. Sì, tutto andrà bene..."

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"Se li vedessi li riconosceresti?" chiese Liam, il poliziotto che era stato chiamato dopo il ritrovamento di Xander.
"Oh, Dio sì. Probabilmente sì. Ma nessuno dei due aveva l'aria da assassino, davvero Liam." disse Niall, tra l'altro molto scocciato perché se un esperto di "natura umana" non lo era una barista come lui, chi altri poteva esserlo, dannazione! "Avete chiesto a suo marito? Spero che sia stato lui." riprese poi sorridendo malefico.
"Non hai notato che macchina avevano quei due?" chiese Liam imperterrito, ignorando le parole del biondo.
"Liam. È un night club, non seguo i clienti fino in parcheggio."
Il castano sbuffò sorridendo: "Vai a casa, Niall, su."
"Oh, andiamo! Mi interroghi per tutta la notte e poi? Non mi offri neanche un goccino-ino-ino?" rise Niall alzando entrambe le sopracciglia.
"Vai a casa, scemo." Liam roteò gli occhi dandogli un bacio sulla fronte, poi rientrò in macchina sorridendo.

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"Perché disfi le valigie? Avevi detto che avresti solo dormito un po'." mormorò Harry stringendosi le mani.
"Sì, sì. Sto solo cercando di capire cosa fare." rispose Louis legandosi un asciugamano in vita (secondo la modesta opinione di Harry, avrebbe anche potuto evitare l'asciugamano; ma a noi non è dato saperlo di per certo). "Cristo non sono ancora pronto ad andare in prigione... ehm, perché non- perché non vai in piscina? Dormi, prendi un po' di sole... io intanto penso a qualcosa, sì?" propose piano Louis per alleviare la tensione.

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(PARTE CHE NON C'È NEL FILM. COME AVEVO AVVISATO ALL'INIZIO CE NE SARANNO OGNI TANTO)

Harry si stese su una sdraio con le cuffiette e la musica a palla, si concentrò su tutto quello che era successo e su se stesso. Okay, in realtà pensò solo a Louis, ma non era stato proprio volontario quel pensiero, ecco.
Erano anni che Harry andava dietro a Louis, ma lui sembrava non accorgersene, quindi alla fine si era accontentato di Nick. Dio, quanto gli dava fastidio quell'uomo! Tutto quello che Harry aveva fatto era stato per attirare l'attenzione di Louis: Connie a 13 anni (il suo ultimo tentativo di eterosessualità), il suo fidanzato Billy a 16 anni (rottura tragica per lui, Harry in realtà non fece chissà che pianti), sposarsi a 18 anni con Nick, ballare con Xander... solo che quest'ultima azione aveva portato a qualcosa di ben più grave della delusione di Harry. Erano ricercati ora, maledizione! Eppure Harry sentiva che Louis adesso faceva più attenzione ai suoi gesti e alle sue parole.
Ed era così innamorato di Louis che quasi non respirava. E continuava a chiedersi perché avesse scelto Stan, anche se la vera domanda era perché diavolo lui avesse sposato Nick: ingelosire il liscio era una risposta troppo ovvia, insomma tutti i suoi amici dicevano che era palese gli piacesse Louis.
La vera risposta, o meglio quella che non aveva mai avuto il coraggio di dire ad alta voce, era che non voleva rimanere da solo: aveva così paura che Louis prima o poi lo abbandonasse, che aveva sposato qualcuno che non amava.

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"Stan?"
"Ehi piccolo"
"Oh grazie a Dio hai risposto!" esplose Louis buttando fuori un grosso sospiro di sollievo.
"Che succede? La linea è disturbata, sei fuori città?"
"I-io sono nella merda Stan, fino al collo. Ho fatto una cosa orribile e non posso cancellarla." disse Louis, la voce che tremava a causa di tutte le lacrime trattenute.
"Dove sei? Dimmelo, ci inventeremo qualcosa, faremo qualcosa." propose Stan, prendendo una sigaretta.
"No, Stan. Ho bisogno di soldi. Ho circa 6700$ in banca, so che non puoi toccarli, ma... potresti prestarmeli e- e poi te li restituirò."
"Ok, Louis." cominciò il ragazzo "ora mi dici che cazzo sta succedendo."
"Ti prego. Alla Western Union di Oklahoma City." sussurrò Louis.
"...D'accordo Lou, d'accordo... chiamami fra un'ora così ti dico in che filiale andare." rispose Stan dopo un attimo di silenzio.

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"Quando chiamerai Nick non devi dirgli niente, okay? Devi far sembrare tutto normale." si raccomandò Louis, essendo a conoscenza del fatto che Harry fosse parecchio disposto a raccontare tutto a tutti.
"Non preoccuparti. Ho chiamato alle quattro di mattina e non era a casa, quel figlio di puttana."
"Harry" esordì Louis premendo di più sull'acceleratore "io vado in Messico. Ce la faccio in due giorni e mezzo, credo, ma devo muovere il culo. Non è un gioco questo, tu ci stai?"
"I-io non lo so Lou. Non so c-cosa ti a-aspetti da me, ora!" balbettò Harry nel panico, disorientato da quella domanda posta all'improvviso.
"No, Haz. Non cedere ora! Vai nel pallone ogni volta che succede il minimo casino, ma ora è diverso. È un grande casino questo e io vado in Messico. Ci vado."

✨NOTE✨:
Ed ecco il terzo capitolo!
Come vi sembra? Ci sono troppi dialoghi? Se avete idee su come ridurli ditemi tranquillamente, sarei felice di ascoltare qualche consiglio.
Che ne pensate dei personaggi per ora?
Messaggi sempre aperti ovviamente :)

Kiss and hugs <3

Just keep goin' (L.S.)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora