I'm in my bed and you're not here
Il ticchettio dell'orologio appeso sopra al letto era l'unico rumore presente nella stanza e stava decisamente iniziando ad irritarlo. Harry era sprofondato nel materasso, ancora completamente vestito, nonostante fosse tornato in albergo da una buona mezz'ora. Si era semplicemente disteso e aveva preso a fissare il soffitto, lo sguardo vuoto e la mente troppo piena.
Forget what I said
It's not what I meant
"Ho sbagliato, per favore, vieni da me, risolveremo." Le aveva scritto, appena aveva preso l'ascensore per risalire in camera. Lei non aveva ancora risposto, così non poté fare altro che aspettare. L'orologio segnava le cinque meno un quarto.
What am I now? What am I now?
What if I'm someone I don't want around?
Lei era appena tornata da Parigi, si erano incontrati nella solita caffetteria, per bere qualcosa e parlare, soprattutto parlare. Ma le cose non erano andate del tutto come previsto. La buona volontà di chiarirsi che li avvolgeva entrambi, parve svanire di colpo, una volta seduti uno di fronte a l'altra: il primo a parlare fu Harry e non disse niente di buono. Si era sentito geloso, posseduto da sentimenti contrastanti nei suoi confronti e aveva finito per odiare la persona che era diventato. Lei si era sentita accusata di averlo reso chi qualcuno che non era e lui aveva rincarato la dose e le aveva esplicitamente detto che lei non gli garantiva abbastanza spazio, che non gli permetteva di respirare. E, perciò, lei era sbottata.
"Sei ridicolo. Ti ho sempre aspettato, ti ho sempre rispettato, tu ed i tuoi stupidi spazi. Non venire a dirmi il contrario. Ammetti invece che non vuoi una relazione seria, che non vuoi pensare al futuro, ora!" Gli aveva quasi gridato.
What if I'm down? What if I'm out?
What if I'm someone you won't talk about?
"Certo che ci penso al futuro, certo che ci ho pensato" si difese lui, allora.
"Il tuo egocentrismo stavolta mi stupisce: non mi riferivo al tuo futuro, mi riferivo a noi. Non gira sempre tutto attorno a te, Harry."
"Però il problema sono io" ribatté lui, sebbene lei non avesse torto. Harry pensò agli ultimi tempi e quanto poco si era dedicato a lei, a loro.
"Non ho detto questo. Intendevo dire che, non credo tu veda un futuro tra di noi. Io non voglio essere solo il tuo cuscino, Harry."
"E io non voglio illuderti" Aveva detto e ormai non poteva tornare indietro, non valeva niente tapparsi la bocca con le mani coperte di anelli.
"Perfetto. Non c'è altro da aggiungere." Concluse lei, secca e se n'era alzata, aveva preso il cappotto e se n'era andata, completamente in silenzio, senza rivolgergli nemmeno uno sguardo.
D'altra parte, lui nemmeno aveva proferito parola e non aveva mosso un dito: era rimasto seduto sullo sgabello foderato in eco-pelle, ad arricciare tra le dita lo scontrino. E poi l'albergo, l'ascensore, il messaggio, il letto e l'orologio, che ormai segnava le cinque e tredici minuti.
What am I now? What am I now?
What if you're someone I just want around?
"Non prendiamoci in giro,va bene così Harry, ciao." Aveva risposto lei, alle cinque e ventidue.
I'm falling again, I'm falling again
I'm fallin'
STAI LEGGENDO
Fine Line
Short StoryLa storia nasce dall'ascolto dell'ultimo album di Harry Styles. Le dodici tracce mi hanno ispirata ad immaginare la loro origine e, quindi, ecco la mia versione di Fine Line.