Le farfalle nello stomaco.
Tutti noi usiamo questa frase per descrivere l'indescrivibile, sensazioni che a parole non possono essere dette, le sentiamo volare, ribellarsi per uscire proprio come la nostra voce, abbiamo cercato così disperatamente le parole adatte a conquistare quel qualcuno, ma ecco come ci blocchiamo non appena ce lo troviamo nei paraggi.
Per noi è così, per loro no.
Le farfalle ci sono veramente, nascono e volano, le hanno nello stomaco e non possono farci niente, quelle sensazioni li possono portare ad una vita felice oppure a morte certa.
Ci sono così tanti giovani che hanno sofferto, che stanno soffrendo tutt'ora, l'amore è scoppiato e loro stanno volando, ma non sopportano il chiuso così allungo, hanno fame e voglia di volare, ti possono distruggere da dentro poco alla volta se non le lasci uscire.
E allora parla, cogli l'attimo e sputa tutto fuori, farfalle incluse e poi... si vedrà.
È questo quello che sanno, che gli viene detto, curioso vero? Un mondo dove delle persone muoiono tutti i giorni per colpa dell'amore, per colpa di qualcosa che dovrebbe salvarli da tutto e da tutti, ma non è così... per questo i propri sentimenti vengono oppressi, nelle scuole si cerca di farli vivere, istituti che dividono maschi dalle femmine, uscite diminuite e la vita sarà salva, ma c'è chi... apre velocemente il suo cuore e ne rimane ferito.
Qui noi parleremo della vita, delle farfalle e della morte, dei pensieri di chi vuole e di chi non lo sa.
Nella Karasuno High School, la scuola media secondaria, era pronta ad ospitare per un nuovo anno, solo studenti maschi, come è giusto che sia infondo.
Le classi poco alla volta si stavano riempiendo, i professori iniziavano già da subito con i loro lunghi discorsi noiosi, mentre i ritardatari si affrettavano a salire le scale, coscienti della loro imminente punizione.
Yamaguchi seguiva con lo sguardo Tsukishima, si trovava qualche banco dietro di lui e, con il mento poggiamo sulla mano, aspettava con ansia un'occhiata da parte del biondino, cosa che non avvenne nemmeno quando durante l'appello il professore lo chiamò, nulla... sapeva che ci fosse ma non lo degnava di uno sguardo; Che avesse fatto qualcosa di sbagliato? Forse era arrabbiato con lui? Yamaguchi non ci stava capendo più nulla, ogni giorno, ogni santo giorno da quando aveva stretto "amicizia" con lui, si poneva le stesse domande, non trovando mai una risposta valida al suo comportamento, era fatto così ok, lo accettava, ma cavolo... non gli sembra di chiedere molto.
Tutto peggiorò quando entrarono in quel club, Tsukishima era bravo nella pallavolo, da piccolo aveva ammirato a lungo il fratello maggiore, rimanendo deluso in seguito ma comunque affascinato da quello sport, cosa poteva fare lui allora per fermarlo? Nulla, perché non si aspettava nulla da quel posto.
Ma ecco i primi sorrisetti, i suoi sguardi fugaci verso quel stupido "re del campo", la battuta sempre lì presente, pronto a replicare se otteneva una risposta, non gli piaceva quella situazione...
Ed eccolo, mesi e mesi dopo stargli ancora dietro come un cagnolino, ammirandolo da vicino ma sempre troppo lontano per essere notato.
Doveva agire.
Perché si era stancato di quella situazione.
Non doveva farsi solamente notare, doveva fare in modo che Tsukki non si allontanasse più di tanto, doveva mettergli in testa che lui fosse suo.
------------
We ciao a tutti, so tornataaaaa.Spero che questa storiella da quattro soldi sia di vostro gradimento.
Per quelli curiosi, i personaggi provengono dell'anime Haikyuu :D
Ci vediamo al prossimo capitolo, bye.
STAI LEGGENDO
Choke [TsukkiYama]
FanfictionLoro esistono, vogliono volare e nessuno può fermarle, ma è possibile ingannarle? Tadashi Yamaguchi, un ragazzo tranquillo dal carattere allegro, si ritroverà in una posizione sgradevole, a combattere tra la vita e la morte per colpa delle sue emozi...