|| Cαpitolo tre

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Con un cenno della mano Yaku salutò suo padre, che se ne andò dopo averlo accompagnato a scuola. Per le scale, non c'erano problemi: avrebbe preso una strada che passava da un altro lato dell'edificio; il punto era come raggiungerlo. Si ripeté mentalmente che ci sarebbe riuscito, e poi poggiò le mani sulle ruote, dopo aver osservato il cortile. Le tenne salde, fece girare la ruota per poi lasciare, e così via. Continuò compiendo quel gesto meccanicamente, sotto gli occhi dei suoi compagni di scuola, alcuni lo salutarono - il club di pallavolo gli dava molta popolarità, oltre alla sua bella presenza - altri bisbigliarono tra di loro.

Cosa dicevano? Cosa pensavano? Che fosse debole, perché si era nuovamente fatto male? Che ormai non avrebbe più giocato in squadra? Si sentì giudicato, perché nessuno gli venne incontro come al solito, che si vergognassero quanto lui?
Di una cosa fu certo: si sarebbe fermato a momenti, non ce la faceva più. Prese fiato velocemente con l'affanno, e provò a spingere la sedia come se fosse tranquillo. Gli occhi di tutti su di lui gli misero una pressione assurda, fare una figuraccia non era da lui. Non poteva sembrare debole. Si sforzò davvero tanto, quella maledettissima sedia era terribile. Sentì le mani sudare, ma le strinse sulle ruote e fece il possibile facendole girare un'ultima volta. Era stremato. La sedia avanzò davvero di poco, e mentre Yaku cercava quasi disperatamente di riprendere fiato, ormai capendo di non essere in grado di usare la sedia da solo, sentì una voce allegra, a lui ben nota: « Buongiorno Yaku-san!! »

Lev poggiò le mani sulla sedia, e iniziò a spingerla facendo muovere le ruote, con un sorrisetto contento in viso, come se stesse facendo un gesto naturale, come se fosse routine. Yaku aprì la bocca per controbattere, ma borbottò un "Buongiorno.", capendo di potersi rilassare; decise di starsene zitto e poggiò le spalle sullo schienale, riprendendo fiato, in dubbio se ringraziare Lev o maledirlo per aver attirato ancora più attenzione.

Gli studenti osservavano la scena, Lev un un ragazzo del primo anno decisamente alto, portava Yaku, il demon-senpai. Il più piccolo con lo sguardo attento osservò Yaku sporgendosi leggermente, ma abbastanza da farsi notare. « Strano, non mi hai ancora offeso. » disse con tono divertito, sorridendo calorosamente al suo senpai, che sbuffò: « Pensa a non investire qualcuno. » rispose a tono, evitando il discorso. Calò il silenzio dopo che Lev riprese a porgere attenzione all'ambiente: sorrise alle persone, diede il buongiorno agli amici e salutò con entusiasmo un gruppetto, in particolare una ragazza dai corti capelli biondi, sua compagna di classe, che Yaku salutò imbarazzato. « Spicciati Lev, è imbarazzante! » disse provando a tirargli una sberla, ma fallendo.
« Quella ragazza è quella con cui ti senti? » domandò con un evidente rossore sulle guance Lev, guardando la ragazza che stava sorridendo a lui, o meglio a lui perché c'era Yaku.
« Umh sì perché? » domandò arrossendo leggermente anche lui. « Viene in classe con me. È carina. » rispose impacciato.
« Si lo è. » rispose.

« Come facevi a sapere che entravo da qui? » domandò curioso il nanetto, girando la testa verso il gigante, incontrando i suoi grandi e felini occhi, color smeraldo.
« Sei il mio senpai. Ed è colpa mia se è successo questo. Ho chiesto a Kuroo. » Ammise con tono serio, sembrava quello usato spesso da Yaku stesso.
« Voglio farmi perdonare! » aggiunse cambiando espressione e voce, da seria alla solita allegra. Yaku si fece sfuggire un sorriso e si rimise comodo, osservando la sua gamba ingessata. « Non fartene un peso- »
« Non me ne sto facendo un peso. » lo bloccò Lev con il tono contento, ma con una nota stranamente diversa. Il libero si zittì, colpito del ragazzo, che disse: « Mi stai influenzando Yaku-san, ora sono molto responsabile pure io! » disse con un tono decisamente divertito, come per prendere in giro il compagno di squadra che annuì, con una sottospecie di broncio: « Per il resto sei il solito gigante irritante. »
Lev scoppiò a ridere, attirando l'attenzione dei presenti che nel mentre avevano ignorato completamente la situazione, tornando ai loro discorsi. Yaku sorrise leggermente, e alzando gli occhi al cielo si fece accompagnare in classe, sotto gli occhi di compagni e professori.

Kuroo e Kai lo attendevano fuori dall'aula, poiché non andavano in classe insieme si ritrovavano davanti l'aula di Yaku. Quando Lev li vide accelerò il passo tutto sorridente. « Buongiorno soft-demon-senpai » disse con un sorriso Kuroo, il suo classico sorriso "inquietante", indicando l'aria allegra del suo amico.
« Se non avessi la gamba mezza morta ti saresti trovato mezzo morto anche tu. » disse con una voce minacciosa, o almeno non per Kuroo e Kai. « Lev è stato solo gentile. Un bel gesto, ovvio che Yakkun ne sia contento, no? » disse con molta tranquillità Kai sorridendo a tutti, infondendo quell'aria di sicurezza e tranquillità. Yaku borbottò qualcosa di incomprensibile, e poi poggiò le mani sulle ruote.

« Da qui faccio io. » disse, spostandosi leggermente. Le mani di Lev scivolarono giù dalla sedia, con una nota di agitazione; la presenza di Yaku metteva in angoscia la matricola. Così Kai e Kuroo salutarono il numero 11, ed entrarono nella classe tenendo la porta aperta al loro compagno che avanzò per poi fermarsi sull'uscio. « V-vuoi una mano Yaku-san? » disse subito Lev, avvicinandosi per portare il suo senpai fino in classe. « Volevo solo ringraziarti. Tutto qui. » rispose il nanetto, voltando il viso per vederlo. « Ma non farlo mai più.. è imbarazzante. » aggiunse con un tono che variò dal severo all'impacciato. Lev sorrise dolcemente alla vista del soft-demon-senpai e si voltò iniziando a camminare. Dopo nemmeno qualche passo parlò: « Aspettami qui, pranziamo insieme! » e poi si diresse in classe.

Il libero lo guardò stupito, seguendolo con lo sguardo, finché non sparì dietro un angolo. « Soft-demon-senpai non se lo aspettava eh? » disse con tono provocatorio Kuroo, accompagnato dal suo solito sorrisetto. « Taci. È solo che si sente in colpa, e non mi sta bene. » ammise, entrando in classe e dirigendosi a fatica verso il suo banco, che era stato spostato all'entrata per facilitare l'arrivo a Yaku. « Lev è fatto così. Tiene più agli altri che a se stesso. » disse Kai guardando i due, in particolare Yaku che annuì.

« Beh io non mi faccio portare da lui. » disse con un tono orgoglioso. « E perché? » domandò Kai, cercando di capire. Fa sempre così: impiega tutto sé stesso per qualsiasi compito, sfrutta la sua gentilezza a suo favore e così conquista la fiducia dei suoi compagni. Un ottimo amico e compagno di squadra. Anche se sapeva già benissimo il motivo.
« Posso farcela da solo. E poi non mi piace essere al centro dell'attenzione. » disse aprendo lo zaino, da cui estrasse i quaderni.
« A te non piace stare al centro dell'attenzione? Pff » disse Kuroo con aria divertita. « Intendo in quel modo, idiota. » controbatté Yaku, pensando agli sguardi di tutti su lui e Lev.
I due compagni lo guardarono, e poi lui sputò il rospo:

« Lev è troppo alto. »

Kuroo scoppiò a ridere con la sua risata decisamente esagerata, tutta l'attenzione dei compagni di classe si spostò sul trio. Il capitano, si mise le mani sulla pancia come se stesse letteralmente morendo dal ridere, sotto lo sguardo divertito di Kai e quello severo di Yaku, che tirò un pugno sul braccio del suo amico - che però si fece poco e nulla.

« Io non mi farò portare da quel gigante. » disse mettendo in chiaro le cose. « Come dici tu, Yakkun. » disse Kai, sorridendogli. « Ah si? » disse Kuroo cercando di trattenere le risate. « Proprio così! » confermò il libero.

[ Angolo imbarazzante ]
Sono in ritardo di un giorno, ma ieri mi è passato completamente di testa :"). Non ho messo il gay panic, i know i know, MA NEL PROSSIMO LO METTO PERCHÉ NE HO BISOGNO AAAAAA- mi placo.
Comunque:

Ora sono famosa pure io :D

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Ora sono famosa pure io :D. Okay comunque non me lo aspettavo lol, ty! <33

Beh spero che il capitolo vi sia piaciuto eee niente, shippate Yakulev e amen :""").
- Wabi

KOMOREBI || YakuLevDove le storie prendono vita. Scoprilo ora