Capitolo 8

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La magia di tempo di Julius ci porta in pochi minuti alla base del Leone Cremisi.

Ad attenderci, Leopold Vermillion, fratello di Fuegoleon, ci informa sulle novità più recenti.
È stato lasciato dal fratello in qualità di reggente, nel caso in cui gli eventi prendano una brutta piega nella battaglia finale.

«Dai pressi del dungeon in cui eravate si è staccato un enorme masso e ha iniziato a librarsi nel cielo. È la base degli elfi, dentro ci sono vere e proprie stanze. Ne escono a poco a poco e devastano tutte le città della zona popolare che incontrano. La base volante si dirige verso la Capitale, secondo le nostre stime la raggiungerà all'alba» spiega.

«Dove sono i Royal Knights?» chiede Julius con autorevolezza.
«Sono già sul posto, nella Capitale, stanno preparando le difese e aiutando quanti più civili possibile.»

«Ottimo, grazie. Qui come procede?» mi intrometto io.
«Ci stiamo impegnando al massimo per radunare chi non è stato colpito dalla maledizione degli Elfi. Abbiamo due sale piene di feriti e i nostri guaritori non riescono a tenere il passo...»
Capisco dal tono che viene implicitamente richiesta la mia presenza.
«Mi metterò subito al lavoro, Leopold.»

Finalmente la tensione sul suo viso si allenta e si concede un sorriso.

«Voglio andare alla Capitale!» irrompe Asta, pieno di energia. Lo invidio parecchio, io sono distrutta.

«Non ancora, Asta. Devi raccontarci cosa hai visto dopo che hai preso il bracciale! Dopo Leopold si occuperà di farti arrivare in poco tempo dai tuoi compagni... e verrò anche io» dice Julius con tono molto serio.
«Certamente, Imperatore!»

Scatto sull'attenti e prendo Julius per un braccio, trascinandolo di lato.
«Cosa credi di fare? Dobbiamo riposare e unirci agli altri all'alba, non prima!»

«Dovrei riposare mentre i miei amici e compagni rischiano la vita?» ribatte fulminandomi con lo sguardo.

«Come potrai aiutarli se rischi di nuovo di morire?!» urlo di rimando, quasi al limite della pazienza.
I miei occhi stanno per velarsi di lacrime di rabbia, ma riesco a trattenerle.

Julius torna verso Asta e Leopold e comunica loro che rimarrà in base qualche altra ora, per accertarsi delle condizioni dei presenti, ma vuole essere aggiornato immediatamente dal giovane del Toro Nero.

«Nella visione c'erano Licht e il primo Imperatore Magico, Lumiere. Erano molto amici! Licht stava per sposare la sorella di Lumiere. Un demone però gli ha fatto credere che Lumiere e gli umani avessero tradito gli elfi, per questo Licht ha usato la magia proibita!»

Julius ascolta attentamente, io faccio segno con la mano ad Asta perché continui.

«Licht si è trasformato in quel demone che poi Lumiere ha sconfitto! E in realtà Licht ha fatto tutto il possibile perché il demone causasse pochi danni. Si è fatto uccidere di proposito, perché si era reso conto del tranello del vero demone, quello che li aveva ingannati.» 

«La questione è più complessa di quanto pensavamo!» esclama Julius. Io non riesco a credere alle mie orecchie.

«Il problema però - continua Asta con foga - è che la magia proibita ha anche attivato l'incantesimo di reincarnazione! Tutti gli elfi pensano che gli umani li abbiano traditi, solo Licht sa la verità. Dobbiamo assolutamente fermare questa guerra!»

«Ma Licht è il capo dell'Occhio magico! Come fa a non saperlo? Perché non li ha ancora fermati?» chiedo dubbiosa.

«Quello non è il vero Licht! - interviene prontamente Leopold - I Royal Knights ci hanno fatto sapere che in realtà nel corpo di Licht si è reincarnato un elfo di nome Patry.»

Penso al commento che farebbe Yami, ossia "CHE CASINO!".
Ma mi astengo dal risultare volgare. E, in ogni caso, la mia espressione parla per me.

«Lo so, sembra incredibile, ma vi assicuro che è così. Per di più, abbiamo informazioni sicure sul fatto che anche il vero Licht adesso sia con gli altri elfi. Però, da quel che sappiamo, sembra più morto che vivo, non parla e non si muove, ha soltanto gli occhi aperti e sembra vigile.» continua Leopold.

«Asta, è meglio che tu raggiunga subito i Royal Knights. E grazie, le tue informazioni sono state molto importanti» conclude Julius.

Mi avvicino ad Asta e gli poggio una mano sulla spalla, i suoi occhi si specchiano nei miei.

«Ragazzo, è tutto nelle tue mani, sei l'unico che può rimediare a questa ingiustizia millenaria» gli dico, pensando al peso delle responsabilità che lo schiacciano nonostante la giovane età.

 Lui sorride e risponde «Non preoccupatevi, io non mi arrendo mai!»
Il suo sorriso è contagioso, tutti quanti lo imitiamo.

«È tempo di andare, noi vi raggiungeremo presto» si congeda Julius.
Io annuisco e faccio un cenno con la mano.

Leopold chiama un cavaliere magico che ci scorta nei locali adibiti ad infermeria.

Julius decide di andare nella sala più lontana, per confortare i feriti mentre io mi occupo di quelli nella prima sala. Viene accompagnato da due guaritori che nel frattempo si sono uniti al nostro piccolo gruppo.

Io invece entro nella sala con la porta più vicina, scortata da altri due guaritori e dal cavaliere magico che Leopold ci ha fornito come guida. 

Quel regale asterisco bluDove le storie prendono vita. Scoprilo ora