Capitolo 10

55 3 1
                                    


"Julius?" penso, e tanto basta a farmi ridestare. Apro pian piano gli occhi e con le mani tasto la morbida superficie che mi accoglie.

«Ben svegliata!» sento commentare da Julius con voce atona. I miei occhi si dirigono verso l'origine del suono e lo vedo seduto su una poltrona vicina al letto in cui mi trovo.

Capisco che, dopo essere crollata, devono avermi portata qui per farmi riposare.
E in effetti, anche se saranno passate sì e no poche ore, mi sento molto meglio.

Mi siedo sul letto e guardo Julius, che tiene gli occhi chiusi e medita.

«Potresti chiedermi come sto...» dico dopo qualche minuto di silenzio, in cui mi sta totalmente ignorando.

«Suppongo che tu stia bene se ti sei risvegliata!» si giustifica, ma non apre gli occhi.

«Ma che significa?! - sbotto arrabbiata - Sono stanca, davvero molto stanca di questo tuo atteggiamento! Almeno prima sembrava importarti di me e mi guardavi negli occhi mentre parlavamo. Ora nemmeno questo...»

«Non farmi passare per la persona crudele che non sono! - ribatte - Leggi la storia dal tuo punto di vista, ma non ti accorgi dei pesi che portano gli altri. Ti accorgi delle loro sofferenze? Sai bene quante responsabilità abbiamo nei confronti del regno. Soprattutto io.»

«Ma a che prezzo? Cosa ne è stato di noi due? Ti sto chiedendo questo.»

«Non lo so, Elyod, non so più niente...» scoppia in lacrime, sfoga tutta l'amarezza degli ultimi anni. Tutta la solitudine che ha portato dentro al cuore.

Il mio corpo ha un sussulto, non mi aspettavo questa reazione.
Vorrei avvicinarmi, abbracciarlo, consolarlo.

«Mi ami ancora?» chiedo invece a bruciapelo
«Sì, come prima, più di prima – risponde e non esita un momento – ma era essenziale, per la nostra crescita, questa distanza. Lo sai vero?»

«Lo so? In realtà soltanto adesso mi rendo conto di alcune cose.»
«Ossia?» chiede preoccupato.
«Stavo per rinfacciarti che ho fatto di tutto per seguirti, per stare al tuo fianco. Ho addirittura accettato questo assurdo incarico per te!»

Julius mi guarda con stupore. Ma io sono concentrata a studiare il mio riflesso su uno specchio a muro incastonato in un lussuoso mobile.
Vedo una giovane donna, forte, dotata di grandi poteri, stimata e rispettata all'interno e all'esterno dei confini di Clover.

«Mi rendo conto di aver scelto in maniera autonoma. Ma ho passato la mia intera vita a credere che mi servisse la tua approvazione, a ripetermi che lo facevo per te. Ma non era vero.»
«Perché mi hai dato tanta importanza?»
«Non mi sentivo all'altezza di nulla. Credevo di essere un fallimento. Non avevo il coraggio di ammettere di essere autonoma e in gamba. Pensavo di poter avere successo soltanto stando all'ombra di un grande uomo.»

«Mi dispiace che tu abbia pensato di essere la mia ombra, ma sappi che io ti ho sempre considerata e trattata come mia pari. Tu sei una donna straordinaria, Elyod, pur con tutti i tuoi limiti e difetti. Non devi dimostrare niente a nessuno!»
«Lo so, ma non ci credevo. Non ci ho creduto per anni, nonostante me lo dicessero tutti. Puoi credere a questa verità soltanto quando la trovi dentro di te. E adesso nessuno potrà togliermela.»

Julius si è avvicinato a me, la sua figura nello specchio si accosta alla mia.
I nostri sguardi si incontrano nel riflesso. Le sue braccia attorno ai miei fianchi, mi abbraccia da dietro. Rimaniamo così, in silenzio, abbracciati.

Poi rompe il silenzio dicendo «Pensavo che, in tutto questo tempo, tu avessi capito...»
«Cosa?»
«Che in realtà, quella a splendere tra di noi sei sempre stata tu.»

Avvicino il mio viso al suo, le nostre labbra si sfiorano e lo sento sussultare.

Lo accolgo in un abbraccio e ci baciamo di nuovo, le nostre lingue si intrecciano, i nostri corpi fremono al desiderio di unirsi ancora una volta.

«Sappi che sei stato scorretto! – commento scostandolo leggermente da me – Hai scelto da solo cosa fosse meglio per entrambi.»

«Hai ragione, ho sbagliato. Avrei dovuto parlartene, avrei dovuto chiederti come ti sentivi e ascoltare e accettare come valide le tue insicurezze... – il suo sguardo è molto serio, sento che il dispiacere è sincero – Spero di non aver distrutto tutto.»

«Hai distrutto molto, devo ammetterlo. Ma possiamo costruire qualcosa di migliore su quelle rovine. Che ne pensi?»
«Non desidero altro al mondo.»

Quel regale asterisco bluDove le storie prendono vita. Scoprilo ora