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Mi esercitai con l'incantesimo dell'invisibilità e ormai ero in grado di saperlo fare bene, il trucco era sapersi concentrare.

Andai nella mia sala e vidi Malfoy, insieme al suo gruppo, seduto sulla poltrona.

''Allora sei riuscito a trovare la sala?''

Dissi ironicamente.

Pucey gli chiese di cosa stessi parlando, ma Draco non gli rispose. Non mi meravigliavo vedere Adrian e Terence con lui, d'altronde erano persone senza personalità e avevano bisogno di qualcuno che ne avesse molta, proprio come nel caso di Draco.

Entrai nella mia camera e sotto il cuscino notai un bigliettino.

Come stai?

''Cosa? Ma chi me lo ha scritto?'' Mi chiesi.

Astoria era appena entrata in camera.

''Guarda cosa ho trovato, hai visto qualcuno entrare?''

''Non sono stata qui.. comunque interessante hai un ammiratore segreto e non possiamo capire chi è dalla scrittura visto che è stato scritto con la macchina da scrivere.''

''Capirò chi è, lo coglierò sul fatto.''

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Eravamo a lezione di incantesimi e il professore Vitious chiese a qualcuno di provare a fare l'incantesimo rallegrante.

"Bene, scelgo Draco. Vieni qui e fai l'incantesimo a... Cattermole visto che la vedo pensierosa."

In effetti non stavo seguendo la lezione, ma appena fece il mio nome ritornai in me.

Mi avvicinai al professore e lo fece anche Draco.

"Mi raccomando concentrati."
"Certo."
"Immagina l'effetto positivo che potrà ricevere la tua compagna, pensa a qualcosa che ti rende felice."

Malfoy fece un sospiro.

Io ero preoccupata visto che ero la cavia.

"DIVVERSIÒ"

Disse.

Si creò un bagliore luminoso ed io non sentii nulla di diverso.

"Cattermole come ti senti?"
"Come prima."
"Malfoy hai pensato a qualcosa di felice?"
"Forse non sono la persona giusta per fare questo incantesimo."

Interpretai quelle parole come amare e affrante.

"Capita non riuscirci al primo tentativo. Provaci una seconda volta."
"No. Ho bisogno di uscire dall'aula."

Il professore annuì e a me fece tornare a posto provando con altre persone.

Se prima non riuscivo ad essere veramente presente a lezione, ora più che mai perché mi tormentavo sul motivo per il quale Draco fosse uscito, di sicuro era legato all'incantesimo ma perché? Forse perché non aveva ricordi positivi? Ma come era possibile non averne nemmeno uno? Un senso di tristezza mi assalì.

Fortunatamente erano rimasti solo cinque minuti di lezione, i minuti più lunghi mai vissuti.
Quando potemmo uscire Astoria mi fermò.

"Oggi ti va di stare insieme?"

Dissi di 'sì' non prestando però molta attenzione alle sue parole visto che ero incuriosita da Malfoy.

Uscii dall'aula e per quanto stessi odiando me stessa di farlo stavo cercando con gli occhi Draco.
Allora presi la mappa del malandrino datami da Fred e George per una scommessa vinta.
Questa lo aveva individualizzato e allora mi diressi posando segretamente questa mappa dentro la mia borsa insieme a i libri.

Con no chalance passai da lì e ni accorsi che era seduto all'angolo, come nascosto, ed era molto triste.
Mi appoggiai alle colonne e con le braccia conserte.

"Sei scappato."
"Che vuoi, vai via. Adesso mi segui?"
"No, stavo passando da qui come faccio sempre e girandomi ti ho visto. Non preoccuparti non ti pedino e adesso tolgo pure il disturbo."
"Non sono scappato."

Quella frase mi fece tornare indietro e questa volta mi avvicinai a lui.

"Beh tecnicamente sì, ma nessuno te ne fa una colpa, capita voler abbandonare le lezioni pesantissime di Vitious."

La presi sul ridere per smorzare il clima di tristezza e imbarazzo che c'era.
Il ragazzo accennò un sorriso.

"Anche io oggi volevo andarmene."
"Eri soprappensiero."
"Sì, infatti quando mi ha chiamato per farti da cavia mi ha preso alla sprovvista, non stavo seguendo completamente la lezione."
"Per non seguirla tu che sei Martha Cattermole, la studentessa eccellente di Hogwarts, vorrà dire che i pensieri che ti tormentano sono davvero importanti."
"Sono solo pensieri.. nulla d'importante..come il tuo che ti sta tormentando da quando hai fatto l'incantesimo, giusto?"

Se ne fosse stato capace avrebbe letto fra le righe il vero messaggio di quella frase: prendere con leggerezza quello che stava pensando e provando, perché non era importante focalizzarsi sul passato, perché di sicuro era questo il suo cruccio.. il suo passato.
Me lo sentivo, lo potevo percepire.

Alzò lo sguardo per guardarmi e con aria sicura e risoluta adesso, disse:

"Giusto."

Come rinvigorito si alzò in piedi e mi superò.

"Non vieni?"

Me lo chiese fermandosi per aspettarmi.

"Sì."

Uscimmo da quell'angolo solitario e andammo nel corridoio.

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