11.

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Quella mattina ad Hogwarts pioveva a dirotto e mi perdevo a guardare quelle gocce che cascavano, quel cielo mi rendeva triste ma capita, compresa come non mai.

La lezione di pozione mi aspettava e allora andai. Quella routine che da sempre mi piaceva adesso iniziava a starmi stretta, la monotonia mi faceva sentire grigia e spenta, ma questo non influenzava la mia volontà nello studio. Infatti anche quella mattina aveva dato buoni risultati in classe.
Molti miei compagni invece non riuscivano a fare per bene la pozione, così Piton iniziò a fare uno dei suoi soliti e pesanti monologhi, ma dietro le mie spalle sentii una frase che mi fece ridere:

"Questa classe è ridicola."

Mi voltai istintivamente e risi in senso di approvazione a Draco.
Effettivamente a me non piacevano molto i miei compagni, tranne alcuni.

"Draco Malfoy cosa ha detto?"

Disse Piton avvicinandosi a lui.

"Non si permetta a parlare quando parlo io."
"Mi scusi."

Sussurrò il ragazzo.

"Dillo un po' più forte."
"Mi scusi."

Ripetè con tono più alto.
Subito dopo alzò gli occhi al cielo stufo.

La lezione finì e allora potemmo uscire dall'aula.
Alla porta, Draco si avvicinò a me.

"Anche tu pensi che questa classe sia ridicola, no?"

Disse superandomi e varcandola.

"Come non potrebbe non esserlo."
"Giusta osservazione Cattermole."

Disse ormai lontano da me con i libri in mano e i suoi amici accanto.

Questo era ciò che intendevo quando non mi definivo solo una semplice e comune compagna.

"Ci aspetta la lezione di trasfigurazione."

Mi disse avvicinandosi Astoria.

"Ancora altre due lunghe ore."

"Prego ragazzi, prendete posto. Bene, oggi voglio parlarvi di un tema teorico ma interessante, una domanda banale ma che cela molto: la trasfigurazione permette di cambiare la forma degli oggetti e di noi stessi e tra i due ciò che rende più difficile questa arte è la seconda trasformazione. Sapersi trasformare è complesso, fate attenzione: io posso trasformare un libro perché so che è un libro, altro non è, ma io so cosa sono io? Certo so di essere un essere quasi umano, una strega, una donna, la professoressa Mc Granitt, ma conosco davvero me stessa e la mia anima?
Oggi noi ci appresteremo a capire questo, perché senza questo passaporto non potremo mai trasfigurare noi stessi, ecco che questa materia diventa una delle più difficili, perché oltre la tecnica c'è un grande quesito: chi sono io.
I libri non basteranno a farvi riuscire nell'impresa questa volta, scavate più affondo, andate oltre."

Le parole della professoressa avevano fatto centro nel mio cuore, sentivo adesso che il mio peso, ovvero questo grande quesito, fosse più leggero perché posto alla classe e quindi condiviso con tutti.
Per essere una brava strega, si doveva essere una grande donna e lo si poteva diventare solo se si conoscevano i propri limiti e la propria essenza e questo era qualcosa che non aveva a che fare con lo studio.

Quelle ore furono silenziose, noi faccia a faccia con noi stessi, una penna e un foglio.
Guardando quella pagina bianca decisi di scrivere il grande quesito in alto e al centro e di seguito le cose che sapevo su di me.
Beh, almeno ci provavo.

"Non c'è fretta di compilare quel foglio, potete farlo anche nelle vostre sale."

Stilai un paio di aggettivi:
Testarda
Ambiziosa
Intraprendente
Tenace

Stavo per scrivere 'forte', ma poi non lo feci.
Non sapevo se lo fossi. Avevo scritto solo pochi aggettivi e questo era davvero frustante, perché non sapevo chi fossi sul serio.
Ero arrabbiata.

'Io non posso essere solo questo..'
Pensai.
Quella lezione terminò, allora conservai per bene quel foglio e poi andammo nella grande sala comune.

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 03 ⏰

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