Capitolo 3 ~ Lui

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La porta si apre di colpo.

Di nuovo lei. Ora sta iniziando a darmi sui nervi.

Si è cambiata d'abito. Ha un lungo abito di pizzo viola a balze con scollo a V. Mancano ancora 5 ore alla "festa", dev'essere pazza. Pazza più del solito intendo.

Devo ammettere che fa quasi impressione.

Noto un ragazzo dietro di lei. Tiene la testa china e non riesco a vederlo in faccia.

Julia spinge il ragazzo avanti che cade quasi a terra. Lo sorreggo cercando di non farlo cadere ma finisco per cadere anch'io.

La vedo fare una smorfia e uscire dalla camera.

Cerco di sollevarmi da terra ma non ce la faccio. Il ragazzo si alza e mi porge la mano. La prendo e provo ad alzarmi. Gemo al dolore al petto, ma cerco di non farglielo notare troppo.

Finalmente sono in piedi. Il biondo alza lo sguardo verso di me.

Ne sono paralizzata. I suoi occhi sono bellissimi. Azzurri come il cielo e chiari e profondi e assolutamente mozzafiato.

Mi rendo conto di fissarlo quando lui abbassa di nuovo lo sguardo con un mezzo sorriso.

Distolgo lo sguardo. Come può farmi questo effetto?

Improvvisamente mi rendo conto che lei lo ha letteralmente lanciato in camera mia.

"Chi sei?" domando risoluta.

"Niall.. e tu?" non mi guarda nemmeno.

"Helen".

"Perché sei qui?" continuo io.

"Che ti frega?" simpatico vedo.

Improvvisamente lo vedo fare una smorfia di dolore e porta le mani alle tempie. Si piega a terra e inizia a gridare. Non capisco. Che succede?

Mi avvicino cercando di aiutarlo ma non ha niente, sembra che gli si stia friggendo il cervello. Mi abbasso e cerco di tenerlo, ma lui inizia a urlare più forte. Sembra soffrire parecchio.

Sto iniziando a preoccuparmi. Mi guardo in giro cercando qualcosa che possa aiutarlo. Anche se non so cosa.

Ha smesso. Non grida più.

Si alza in piedi e mi guarda storto.

"Chi sei?" ora è lui che lo chiede a me.

"Niall ti senti bene?" chiedo preoccupata.

"Come conosci il mio nome?"

"Me lo hai detto tu poco fa..." mi sento confusa, e credo anche lui.

"Non è vero, è la prima volta che ti vedo."

Cosa sta dicendo? Forse si è davvero fritto il cervello...

"Ehm no, ci siamo conosciuti poco fa."

Lo so già, ora mi manda a quel paese.

"Ah..."

"Sicuro di stare bene? Cosa ricordi prima di me?"

"Beh la tipa là mi ha offerto una bevanda blu, ew faceva schifo se ci ripenso."

Oh no... Non può essere un'altra volta.

"Ti ha drogato. Lo fa con tutti quelli che arrivano qui. Cosa ricordi prima di venire qui?" Ora sono seriamente preoccupata.

"Beh... mi aveva chiamato per un lavoro, sono arrivato qui, e..."

"Prima? Prima di venire qui?"

Continuo a guardarlo mentre una consapevolezza nasce dentro di me. Non ricorda niente.

"Umh... niente. Solo, forse... ma no, era tanto tempo fa..." parla più a se stesso che a me. Abbassa la testa e mi dà le spalle. Poi si gira di scatto.

"Una farfalla blu, molto grande. L'ho vista... il primo giorno delle elementari..." dice abbassando lo sguardo e con una punta di amarezza.

"Mi vuoi dire che il tuo unico ricordo prima di oggi è quella stupida farfalla blu??"

Io.. non posso crederci, anche lui ricorda solo una farfalla. Credo di odiarla. Non ricordo niente se non quell'insetto. Ma che significato può avere? Sono così confusa...

"Anche io. Ricordo una farfalla blu." Rispondo al suo sguardo interrogativo. 

Lo vedo illuminarsi in viso e sorridere. È bellissimo.

'Scema non fare questi pensieri' mi riprende il mio maledetto subconscio.

"Allora significa che siamo legati!" Esclama improvvisamente.

Questi cambi di personalità mi fanno girare la testa.

"Legati?" chiedo ad un tratto girando per la stanza e chiudendo la porta.

"Beh, si dice che avere questa farfalla, in comune... lega due persone."

"E come lo sai se non ricordi niente?"

"Non lo so come lo so, è solo che lo so..." si sta incartando.

Strano, prima era decisamente antipatico.

"Emh ti andrebbe di farmi vedere questo posto? Sono sicuro che mi perderò." dice timidamente arrossendo un po'.

"Certo" dico sorridente.

Dovrò cercargli una camera. Anche se ci rimarrà poco. Io voglio scappare.

*

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