Chapter Two

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Martha's POV
In pochissimo tempo arrivammo al castello sopra a delle carrozze come da consuetudine. Appena arrivammo ad Hogwarts, incrociai lo sguardo severo della McGranitt che stava spiegando qualcosa ai primini. Il suo sguardo alla mia vista si addolcì, ma nel vedermi vicino a Billie tornò severa. Più che severa, cambiò espressione in spaventata: Billie, Mike e Trè erano davvero scalmanati.

Andammo tutti e quattro a sederci alla tavolata di Serpeverde, io vicina a Trè e Billie e Mike di fronte a noi.

Incrociai lo sguardo di mia cugina Amy, l'unica strega in famiglia oltre a me. Si trovava nel tavolo di fianco al nostro, quello di Tassorosso. Non ci somigliavamo per niente: lei era bionda e aveva gli occhi azzurri, mentre io ero scura di capelli ed avevo gli occhi castani. Era il Prefetto della sua Casa ed era risaputo che aveva una cottarella per Mike. Era praticamente la mia migliore amica.

Mike, a quel punto disse: <<Certo che tua cugina Amy è davvero carina...>>

<<È diventata il Prefetto di Tassorosso, quindi se vuoi conquistarla vedi di non metterti troppo nei casini>> lo misi in guardia.

Ad un certo punto sentii qualcuno toccarmi la schiena. Probabilmente non voleva farsi notare. Billie disse: <<Ehi, qualcuno ti ha attaccato qualcosa alla schiena>>

Trè me lo staccò e vidi che era un bigliettino. Lo lesse e poi disse a bassa voce: <<Che stronzi...>>

<<Passamelo>> disse Mike tendendo la mano. Una volta dopo averlo letto, disse: <<Fa schifo da dire, ho il voltastomaco...>>

Lo lesse anche Billie. Strinse forte i pugni sul tavolo e disse: <<Se li becco giuro che...>>

<<Scusate, potrei leggere anche io? Riguarda me, no?>> dissi.

Mike mi passò il biglietto e solo allora capii le loro reazioni. Il biglietto citava:

"Non sono ammessi i Sudici Sanguemarcio"

Dissi: <<Non serve che vi arrabbiate così tanto, non è un problema, davvero>> Nel frattempo, dentro di me, stavo crollando lentamente.

Billie's POV
Ero davvero frustrato, nonostante il biglietto non fosse rivolto a me. Avevo anche capito chi l'aveva scritto ma non volevo pronunciare il suo nome. Era stata davvero meschina.

<<Come fa a non importarti? Ti hanno insultato pesantemente ma te ne freghi? Mi stai ascoltando?>> sbottai.

Martha aveva uno sguardo indifferente. Disse solo: <<Sta per iniziare lo Smistamento>>

Credo che tutti e tre capimmo tutto a quel punto: a Martha importava davvero del giudizio degli altri e di venire accettata dai suoi genitori. Era davvero diversa da come appariva.

Dopo lo Smistamento, rifeci la battuta di Martha, quella su Silente, per risollevarle il morale, ma non funzionò. Alla fine del banchetto Mike le chiese: <<Stai bene, Martha? Hai bisogno di parlare con qualcuno?>>

<<Sto benissimo, ragazzi, non preoccupatevi. Sono solo stanca>> tagliò corto lei.

A quel punto arrivò da noi il Prefetto di Serpeverde e le disse: <<Martha, qualcuno ha chiesto che tu venga spostata in una stanza in cui starai da sola. Per te è un problema?>>

Fu impressionante come Martha riuscì a cambiare espressione in così poco tempo. Rispose sorridendo: <<Certo, per me va più che bene. Stare da soli aiuta>>

Il Prefetto se ne andò a portare i primini al dormitorio. Anche noi ce ne andammo. Susan, un'altra ragazza di Serpeverde, insieme a due sue amiche, passò di fianco a me e ai ragazzi e disse con un sorrisetto da voltastomaco: <<Ciao, Billie. Passate buone vacanze?>>

Subito dopo parlò a Martha a bassa voce. Le disse: <<Piaciuto lo scherzetto, Smith? Buon anno scolastico, cara!>> Subito dopo se ne andò ridacchiando con le sue amiche.

Le odiavo quelle oche. Stavano facendo passare l'Inferno a Martha e non era giusto. Non se lo meritava.

Martha's POV
Mi sentivo decisamente umiliata. Non avevo pensato a lei quando avevo scoperto il biglietto, o se avevo pensato a lei l'avevo esclusa dai "possibili sospettati".

Notai che Billie era ancora più incazzato e stringeva sempre di più i pugni.

Nel frattempo stavo iniziando a vederci sfocato per via delle lacrime. Per fortuna eravamo vicini al dormitorio. Andai direttamente nella mia camera dopo aver salutato i ragazzi. Sorrisi a fatica, poi mi chiusi la porta alle spalle.

Andai in camera mia, mi buttai subito sul letto e scoppiai a piangere. Faceva male, molto male. Nessuno tra i miei amici poteva capirmi. Nessuno era nella mia stessa situazione. Nessuno.

Andai vicino al mio baule. Ne tirai fuori un coltellino svizzero. Lo aprii. Osservai i riflessi sulla lama scintillante, poi tirai su la manica destra del mio maglione e feci scorrere il metallo freddo sulla mia pelle pallida. Ne uscì subito una striscia di sangue scarlatto. Feci un altro taglio, poi un altro e poi tanti altri ancora, finchè, esausta, non mi misi a dormire.

Billie's POV
Ero davvero furioso. In camera, Mike e Trè erano seduti sui loro letti e ascoltavano le mie parole silenziosi: <<È davvero crudele che sia stata emarginata così tanto da tutti e nessuno si ribella! Ci deve pur essere qualcuno a parte noi che la difende!>>

<<Hai ragione, ma non è colpa sua. La colpa è dei nostri compagni. Eppure quando hanno bisogno per copiare lei suggerisce a tutti senza problemi>> disse Mike.

<<Per me la vogliono far portare al...>> disse Trè. Non aveva il coraggio di pronunciare quella parola, e sinceramente nemmeno io.

<<No! Non deve farlo. Deve sapere che noi ci saremo sempre per lei. Dobbiamo metterci d'accordo con sua cugina Amy>> dissi interrompendo Trè. Continuai: <<Non so come potrei vivere senza di lei...>>

<<Intendi oltre che per il fatto che ci para sempre il culo?>> chiese Mike.

<<Cosa vai a pensare? Io la amo. Come si può non amarla? Lei però non ricambia>> affermai sconsolato.

<<Dalle modo per ricambiare. Riuscirà a vedere qualcosa di buono in te>> disse Trè.

<<E se diventa solo la mia migliore amica?>> chiesi. Ne ero davvero preoccupato.

<<Vedrai che col tempo si innamorerà di te senza dover usare un filtro d'amore>> mi rassicurò Mike.

<<E chi vuole usare dei filtri d'amore?>> chiesi retorico.

Subito dopo andammo a dormire e dopo nemmeno cinque minuti i miei amici russavano profondamente. Io non riuscii ad addormentarmi per quanto ci provassi.

Allora accesi la bacchetta, presi foglio e penna e scrissi una lettera. Era indirizzata a Martha, ma non l'avrei inviata. Non il giorno dopo, solo quando sarei stato pronto. Gliel'avrei fatta trovare lì. Una cosa era certa: le avrei fatto tornare il sorriso.

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