Capitolo VIII- Attrazioni e riflessioni.

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Non abbiamo mai più parlato di quell' avvenimento, né di quello strano scambio di battute, né tantomeno di come il suo viso si trovasse a due centimetri dal mio.
Non ho mai avuto il coraggio o l'occasione di chiedergli perché avesse agito in quella maniera, che cosa lo avesse spinto a prendermi per la maglia, attirarmi a sé e parlarmi con tono adulatore, per poi tornare ad essere il solito il giorno dopo.

Mi sono in qualche modo convinta che non l'abbia considerata una cosa importante.
Conoscendo Lucifer, probabilmente ha agito seguendo la voce dell'alcol, e se lo sarà dimenticato qualche ora dopo.
E questo pensiero, mi offende.
Mi offende pensare che in fondo, nonostante la nostra partnership e oramai assodata amicizia, si comporti con me come si è sempre comportato con ogni singola donna sulla faccia della Terra: ovvero con fare da "bello e maledetto".
Mi chiedo se effettivamente sappia comportarsi diversamente, attorno a delle donne. E uomini, da quanto mi sembra di aver capito.

Non dirò la solita frase cliché da film romantico "pensavo di essere diversa", ma forse è proprio quello che speravo di essere.
Almeno per lui.
Non so se ne parleremo mai, soprattutto dopo quello che è successo.
È passato oramai un mese, ed entrambi sembriamo averlo superato, anche se probabilmente non è affatto così.

Un mese fa Malcolm ha rapito Trixie e quasi ucciso Lucifer.
Sono riuscita ad ucciderlo, e ciò ha finalmente dato un punto di stop al caso Palmetto.
Tutti gli ex colleghi che lo difendevano hanno ritirato le loro parole, io ho riguadagnato la mia fiducia in quanto Detective, Dan è retrocesso a semplice aiutante e si è scoperto che per qualche motivo Malcolm, oltre me, voleva uccidere anche il mio partner.

Posso capire il volermi uccidere, ma Lucifer? Perché?
In ogni caso, non riesco a pensare che sia quasi morto.
Anzi, a dire il vero non riesco a spiegarmi come non sia morto.
L'ho visto galleggiare in una pozza di sangue e muovere lentamente le labbra, parlando al cielo. Nessuna persona sarebbe sopravvissuta ad una perdita del genere, a meno che la scarica d' adrenalina pre-morte non gli abbia permesso di stringere così forte la ferita da interrompere l'emorragia e sopravvivere.
Non lo saprò mai, perché Lucifer non me lo dirà mai. Ed io non glielo chiederò.
Un po' mi odio per non averlo soccorso, ma la vita di mia figlia era in pericolo.
Ho dovuto prendere una decisione, e non avrei mai potuto abbandonare mia figlia.

Questa vicenda si è finalmente conclusa e so bene che stiamo cercando tutti e tre di lasciarla alle spalle, anche se Trixie continua, ogni tanto, ad avere degli incubi notturni sull'accaduto.
In ogni caso, sembra che la mia vita stia tornando alla solita, noiosa, normalità: bambina, lavoro, ex marito, omicidi e partner che blatera cose senza senso per tre quarti della giornata.
Insomma, routine.

Mentre mi preparo ad affrontare una nuova noiosissima giornata di scartoffie in centrale, visto che, per adesso, non sembrerebbero esserci nuovi casi, decido di fare una telefonata veloce al mio partner, avvisandolo che sarebbe potuto rimanere a casa almeno per oggi, dato che i consulenti civili non sono autorizzati a compilare i documenti appartenenti ai Detective.
Telefono. Uno squillo, due, tre.
Penso che stia per scattare la segreteria, quando improvvisamente mi risponde la solita voce familiare: "Detective, buon giorno! Posso esserti d'aiuto? Non mi dire che ti sei di nuovo persa le chiavi della macchina e che devo accompagnarti io" risponde Lucifer col solito tono scherzoso, so che sta sorridendo. Sorrido anch'io.

"È successo solo una volta, e non le avevo proprio perse, più...dimenticate" rispondo

"E non sono sinonimi, mia cara Detective?"

Mia cara Detective.

"Ah, al diavolo!" esclamo, divertita.
"Seriamente, ti avevo chiamato per avvisarti che oggi in centrale ti aspetterebbe una divertentissima giornata di documenti da compilare, prove da controllare e pagine e pagine di interrogatori da leggere.
Quindi, puoi non venire. Non avresti nulla da fare, se non portarmi il caffè e passarmi i documenti, da brava segretaria" aggiungo, marcando le ultime parole in maniera più provocatoria di quanto vorrei.

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