capitolo 3

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3pm- BRIDGE

CINQUE

Dopo aver pranzato con un panino preso ad una bancarella, decido di allontanarmi dal caos del centro città e mi avvio verso il mio posto preferito, dove mi piace sedermi per riflettere su ogni cosa.

Dopo circa venti minuti di camminata arrivo al ponte e, non mi accorgo subito che c'è una figura accanto a me, ma è quando sobbalza e va a nascondersi che io sento la sua presenza e mi giro di scatto. In un primo momento non vedo nessuno, ma poco dopo vedo la ragazza di stamattina avvicinarsi a me e sembra che abbia l' intenzione di parlarmi.

ALLIE

Mi avvicino con l' intento di parlargli e noto che si è accorto della mia presenza.
Non so perchè lo sto facendo, ma penso perchè non conosco nessuno in città e mi servirebbe anche un posto in cui dormire.

Inizio la conversazione in un modo semplice

"ciao";
lui si volta verso di me, e, squadrandomi da testa a piedi, mi risponde con un freddissimo:

"ci conosciamo?".

Mi altero un po' a quest'affermazione poco garbata nei miei confronti, ma faccio finta di nulla e continuo

"no, ma mi sono trasferita qui da poco e volevo incominciare a conoscere qualcuno e tu mi sembravi simpatico" .

Beh, non è proprio vero ma non importa, tanto non starò qui per molto.
Mi guarda male e poi dice qualcosa di cui non capisco proprio il senso

"Sei della commissione vero? Ti hanno mandato qui per uccidermi?"

E, detto questo mi stritola il polso non guardandomi nemmeno in faccia, ma senza farmi troppo male e continua:

"Perchè se è così, sappi che ti ucciderò prima che tu riesca anche solo a scappare con la tua amata valigetta"

Io, sconcertata dalle sue parole scossi energicamente la testa e minimai un "no" con le labbra.
Lui lasciò andare la presa lentamente, come se diffidente da me e dalle mie azioni forse affrettate.

"Non sono della, come hai detto? Commissione? Non so nemmeno cosa sia, è una setta?"

Mi squadra nuovamente da testa a piedi e annuì piano, come se stesse cercando di capire se stessi dicendo la verità oppure a cosa fare in quel momento; distolgo lo sguardo dai suoi incantevoli occhi e mi metto a pensare alla commissione e poi alle sue dita quando hanno toccato la mia pelle. Mi do mentalmente da stupida anche solo per aver pensato una cosa del genere, ma, mentre litigo con la mia coscienza, non mi accorgo che il ragazzino se n'è andato.

HEY,
SPERO CHE QUESTO CAPITOLO VI PIACCIA.
VI STA PIACENDO QUESTA STORIA??

At least you...-Five HargreevesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora